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Negli ultimi decenni la struttura demografica italiana è cambiata radicalmente. Oggi gli anziani nel nostro paese sono il 20% della popolazione, ma si stima che entro il 2065 saranno un terzo del totale, con un’aspettativa di vita vicina ai 90 anni e una spesa pubblica direttamente collegata all’età (previdenza, assistenza e sanità) pari ad un terzo del PIL nazionale. Inoltre, nei tre decenni precedenti la recente crisi economica, i divari retributivi si sono ampliati e la disuguaglianza del reddito delle famiglie è aumentata nella maggior parte dei Paesi dell’OCSE. Un aumento che è stato determinato in larga parte dai cambiamenti nella distribuzione di salari e stipendi, che rappresentano il 75% del reddito familiare tra gli adulti in età lavorativa.

L’accresciuta disparità delle retribuzioni ha fatto sì che un maggior numero di persone abbia dovuto attingere ai sistemi di protezione sociale per mantenere lo stesso livello di vita. Tuttavia tali politiche, come dimostrato da Berg e Ostry (2011) e Zettelmeyer (2012) non sono state in grado di ridurre la disuguaglianza dei redditi. A fronte di ciò è evidente che l’attuale modello di welfare vada ridisegnato, perchè incapace di fornire risposte adeguate ai crescenti bisogni delle persone, ma anche perchè un welfare inefficiente, nel medio e lungo periodo, rende un territorio ostile alle imprese, la cui produttività e crescita viene fortemente influenzata dall’ecosistema in cui sono inserite. Questo processo, spesso sottovalutato dagli imprenditori, rischia di far diventare estese aree del Paese inospitali per lo sviluppo di nuovi cluster economici e di conseguenza destinate al progressivo impoverimento economico e sociale.


Welfare Locale: la ricerca-azione partecipata sui bisogni dei cittadini

Partendo da queste riflessioni, Innova ha sviluppato Welfare Locale, un modello di welfare territoriale che mira a rispondere alle nuove sfide sociali coinvolgendo attivamente tutti gli attori territoriali. Il modello si fonda sul concetto di "sussidiarietà circolare", mettendo in interazione le tre sfere di cui si compone la società: la sfera dell’ente pubblico (Stato, Regioni, Comuni, ecc.), la sfera delle imprese e la sfera della società civile organizzata (associazioni, cooperative sociali e fondazioni) (Zamagni, 2011). Con Welfare Locale questi tre soggetti trovano modalità di interazione sistematica sia nel momento in cui si progettano gli interventi, sia per assicurarne la gestione e la sostenibilità.

La sperimentazione del modello Welfare Locale è iniziata nel 2014, tramite una “ricerca-azione partecipata” (RAP) nel territorio dell’alta padovana, mirata a rilevare ed analizzare i bisogni dei cittadini attraverso due questionari realizzati ad hoc da un team multidisciplinare: uno per le famiglie con bambini in età scolare e uno per i lavoratori delle imprese. Grazie al coinvolgimento diretto di amministratori locali, insegnanti e rappresentanti di classe delle scuole dell’infanzia e primarie, sono stati distribuiti 1.798 questionari, con una percentuale di restituzione che ha superato l’80%.

Secondo i rispondenti, i tre servizi più importanti da migliorare o da creare sono gli orari dei servizi al cittadino (50,6%), i servizi doposcuola (42%) ed i servizi sanitari convenzionati (33,1%). Alla domanda “Pensando alla comunità, quali ambiti ritiene più importante valorizzare nel territorio in cui abita?”, le risposte più indicate sono state: per i giovani, luoghi e occasioni di aggregazione supervisionata da educatori, attività sportive e strutture pomeridiane di formazione e supporto allo studio; per gli adulti, attività di collaborazione e buon vicinato, luoghi e occasioni di aggregazione e attività culturali.


L’analisi di WelfareNet sulle necessità di imprese e lavoratori

Parallelamente alle analisi di "Welfare Locale", sono stati rilevati anche i bisogni di 1.403 lavoratori di 55 imprese partner del progetto WelfareNet. L’indagine è avvenuta tramite la somministrazione di un questionario anonimo on-line e in alcuni casi cartaceo. Dall’analisi è emerso che le misure di welfare aziendale più richieste da parte dei lavoratori risultano essere: opportunità di formazione (38% dei rispondenti), orari di lavoro flessibili (38% dei rispondenti, con picchi del 47% per la fascia 16-30) e i buoni acquisto e buoni spesa (30% dei rispondenti, con picchi del 45% per la fascia 16-30 e del 40% per le donne). Per quanto riguarda i servizi per l’infanzia, il 18% dei lavoratori è interessato all’istituzione di un asilo nido aziendale, sempre il 18% degli intervistati desidera usufruire di rimborsi sulle spese legate all’istruzione. Il 16% di dichiara interessato a servizi doposcuola, il 15% a poter usufruire di congedi parentali aggiuntivi rispetto alle normative di legge. Il 12% dei lavoratori si dichiara inoltre interessato alla stipula di convenzioni con asili nido.

L’analisi aggregata dei dati è stata una attività complementare alle azioni previste da WelfareNet, progetto che ha come priorità l’attivazione di una “rete del welfare” tra enti bilaterali, enti pubblici locali, imprese, terzo settore e parti sociali, vale a dire tra tutti quei soggetti che a vario titolo erogano servizi che possono facilitare la conciliazione vita-lavoro. WelfareNet è inoltre un progetto che lavora per integrare il welfare contrattuale, aziendale e territoriale, e con strumenti semplici ed efficaci permette alle PMI di realizzare piani di welfare aziendale, dando benefici sia all’azienda, in termini di produttività, organizzazione aziendale e risultati economici, che al lavoratore, con interventi mirati a soddisfare specifiche esigenze personali, migliorando il benessere e la conciliazione tra vita personale e professionale (Massagli e Zucaro, 2015).

WelfareNet nasce dalla considerazione che in Italia le imprese sono per la maggior parte micro, piccole e medie, di conseguenza non riescono a strutturare piani di welfare aziendale in modo autonomo. Per questo abbiamo scelto di lavorare ad un modello che miri alla creazione di network territoriali multi-attore, dove le imprese sono l’attore principale, ma non l’unico ed il regista della rete sia una società specializzata in welfare aziendale e di comunità. Uno degli obiettivi primari del network è lo sviluppo di conoscenze e competenze, in particolare lavoriamo molto nell’evidenziare come il welfare non sia un costo, ma un’opportunità di sviluppo economico e uno strumento per la valorizzazione delle risorse sociali del territorio. Per tale motivo, parallelamente all’analisi dei bisogni, sono stati mappati i servizi esistenti e sperimentato il “service design” con il laboratorio di Welfare Design che ha coinvolto amministrazioni locali, assistenti sociali, associazioni e cooperative dell’alta padovana. Con Welfare Design abbiamo attivato un approccio integrato, capace di generare soluzioni innovative per cittadini e imprese. L’obiettivo è stato quello di migliorare la qualità dei servizi esistenti e progettare servizi per meglio rispondere ai numerosi bisogni sociali e per costruire modelli che riescano a fornire risposte concrete a scenari socio-economici complessi e in continuo mutamento.


Un passo in più: la nascita di Welfare Point

Da questo percorso di analisi e co-progettazione, come risposta alle esigenze dei cittadini e delle PMI, nasce Welfare Point: un luogo dove conoscere i servizi presenti nel territorio, orientando e accompagnando i cittadini verso le soluzioni più adatte ai loro bisogni. Una agenzia sociale a cui le persone possono fare riferimento per ottenere un supporto nella gestione di casa e famiglia.

Welfare Point mira a selezionare i migliori fornitori e ad aiutarli ad erogare servizi adeguati ai cambiamenti sociali ed economici che stiamo vivendo; è una risposta innovativa alle esigenze della comunità, una iniziativa che vuole evitare il rischio di parcellizzazione e settorializzazione degli interventi e che punta all’integrazione dei servizi e al potenziamento del lavoro di rete con i soggetti della comunità locale (come previsto dal Piano di zona 2011/2015 dell’Azienda ULSS 15 “Alta Padovana”).

Welfare Point è una agenzia sociale che attiva i cittadini, che non sono dei semplici utenti ma diventano essi stessi potenziali erogatori di servizi. Le persone, infatti, possono valorizzare le competenze acquisite in contesti non formali e informali (ad esempio nel lavoro domestico) per offrire un proprio servizio, ottenendo un compenso per le prestazioni offerte che non è solo economico ma anche di inclusione sociale. Welfare Point è anche un luogo dove le PMI trovano idee ed opportunità per offrire servizi di welfare aziendale ai propri dipendenti erogati mediante voucher (in formato cartaceo o elettronico), che permettono al lavoratore di ricevere beni o servizi che usufruiscono di importanti agevolazioni economiche (come previsto dalla nuovo Legge di Stabilità).

Le aziende possono inoltre mettere in campo azioni di responsabilità sociale, garantendo la sostenibilità del Welfare Point, per fornire alcuni servizi a tutti i cittadini del territorio. È importante sottolineare che il Welfare Point di Cittadella, il primo attivo in Italia, nasce da un investimento privato di Innova Srl e della Cooperativa IM.PRO.N.TE. (ReteMaranathà) e dal supporto delle associazioni WelfareLab e Time to Talk. Il servizio, infatti, non gode di finanziamenti da parte della Pubblica Amministrazione, anche se nel modello gli enti pubblici potrebbero sostenerne lo start-up.

Per la sostenibilità di un Welfare Point ci sono anche altri tre importanti attori sociali da coinvolgere: le Fondazioni Bancarie, che lo finanziano come azione di “welfare generativo”; le già citate imprese, che forniscono i servizi ai loro lavoratori pagando una fee annuale; i cittadini, che accedono al Welfare Point con una quota sociale (ad eccezione dei servizi al lavoro, completamente gratuiti e a libero accesso). L’obiettivo è quello di superare il modello classico secondo cui il welfare debba essere totalmente a carico dalla Pubblica Amministrazione, senza però degenerare verso un sistema totalmente privato. I promotori ritengono infatti che la PA debba mantenere la regia dei servizi di welfare, co-progettando e co-operando con gli altri attori territoriali.


I servizi offerti da Welfare Point

Welfare Point eroga direttamente o in convenzione servizi in quattro macro-aree di intervento: servizi alla persona; servizi per la cura degli spazi domestici; incontro domanda e offerta di lavoro; servizi alle imprese. A titolo esemplificativo e non esaustivo, di seguito sono elencati alcuni dei servizi che sono erogati da un Welfare Point nelle diverse aree.

Servizi alla persona

  • Consulenza di coppia, mediazione familiare, counselling, psicoterapia e consulenze pedagogiche erogate da un team di psicologi. I servizi si rivolgono a tutti coloro i quali stanno attraversando un momento di disagio, difficoltà relazionali o che avvertono la necessità di un aiuto nel trattamento di specifiche problematiche psicologiche che interferiscono con la buona qualità della vita;
  • Servizi per la terza età: corsi di rafforzamento della memoria e prevenzione dell’insorgenza della demenza senile, consulenza per familiari ed operatori che si occupano di anziani con deterioramento cognitivo, corsi di informatica per la terza età;
  • Consegna spesa e fornitura di pasti a domicilio;
  • Servizi per i bambini in età pre-scolare e scolare: convenzioni con asili nido, baby-sitting a chiamata, centri estivi, doposcuola, laboratori in lingua inglese, animazione per le feste di compleanno, servizio di studio assistito per bambini con BES (Bisogni Educativi Speciali);
  • Consulenza previdenziale, alfabetizzazione finanziaria ed educazione al risparmio anche one-to-one, grazie al quale definire gli obiettivi personali e familiari; analizzare la situazione patrimoniale, previdenziale, finanziaria ed assicurativa esistente; elaborare una pianificazione condivisa, riposizionando accantonamenti privati con finalità previdenziali in strumenti assicurativo-finanziari tutelanti e individuando gli strumenti ottimali. Si tratta di un servizio che mira a fornire garanzie di maggiore sicurezza per il futuro proprio e dei propri familiari;
  • Convenzioni con la Mutua Cesare Pozzo. La mutualità integrativa volontaria è in grado di offrire un’adeguata risposta agli articolati bisogni sanitari come quelli emergenti o legati alle nuove professioni, svolgendo contemporaneamente una funzione di coesione sociale e di responsabilizzazione degli associati anche in termini finanziari. Gestione dei fondi sanitari integrativi e coperture collettive aziendali originati da contratti collettivi, accordi o regolamenti aziendali ai sensi dell’art 51. TUIR DPR 917/86;
  • Consulenza sui consumi domestici, mirata a dare supporto alle famiglie relativamente alla scelta del gestore per quanto riguarda le utenze di elettricità, gas e telefono. Il consulente mette a disposizione le proprie conoscenze specialistiche per la scelta del fornitore di luce, gas e telefono più conveniente del mercato libero, contribuendo a sgravare quel tempo prezioso per la gestione economica razionale dei costi energetici e telefonici e dell’intero rapporto con le aziende di fornitura;
  • Per il tempo libero: sconti sull’ingresso a rassegne teatrali, mostre d’arte, corsi di diverso genere.

Servizi per la cura degli spazi domestici

  • Piccole manutenzioni. Attraverso convenzioni con cooperative e artigiani locali sarà possibile offrire alle famiglie e ai lavoratori delle imprese partner servizi per quanto riguarda, ad esempio, il giardinaggio, la riparazione di elettrodomestici, oppure di oggetti d’arredo e serramenti, nonché piccoli lavori di manutenzione idraulica. Sarà valorizzata l’esperienza di persone prossime alla pensione, a cui affiancare giovani inoccupati o disoccupati.

Domanda/offerta di lavoro

  • Ricerca, selezione ed avvio di pratiche per assistenti familiari/badanti, colf, babysitter, ecc. Ascolto ed analisi dei bisogni, ricerca e selezione del personale più idoneo, sostituzione del personale nel periodo di ferie, malattia o altro, supporto durante la fase di inserimento lavorativo presso la famiglia e monitoraggio;
  • Accompagnamento al lavoro, con una attenzione particolare per i giovani e le persone con disabilità, attraverso la collaborazione con Idea Agenzia per il Lavoro: consorzio nazionale di cooperative sociali, con oggetto esclusivo lo svolgimento di servizi di incontro domanda/offerta di lavoro;
  • Attivazione di Job Club, ovvero gruppi di mutuo sostegno per la ricerca attiva del lavoro, anche presso alcune imprese partner. 

Servizi alle imprese

  • Soluzioni salvatempo che le imprese mettono a disposizione dei lavoratori, come il “maggiordomo interaziendale” per la consegna della spesa, dei farmaci, per il ritiro, lavaggio e riconsegna di capi di abbigliamento e auto, spedizione e ritiro di pacchi e raccomandate;
  • Altri servizi di welfare, quali, ad esempio: consulenza per la progettazione e realizzazione di piani di welfare aziendale e percorsi di “welfare design”.

Il coordinamento e i servizi alle imprese di Welfare Point di Cittadella vengono gestiti da Innova Srl, mentre i servizi alla persona e di cura degli spazi domestici sono erogati da una molteplicità di soggetti del terzo settore tra cui le associazioni WelfareLab, Time to Talk e la Cooperativa IM.PRO.N.TE. (Rete Maranathà), soggetto a cui è affidata la gestione operativa dello sportello. E bene sottolineare che oltre a fornire informazioni, servizi e opportunità di lavoro, il Welfare Point punta ad incrementare il potere d’acquisto delle famiglie. Per questo, a pochi giorni dall’apertura, avvenuta a fine maggio 2016, si contano oltre 30 esercizi commerciali, artigiani e professionisti convenzionati, che offrono i propri prodotti con una scontistica che va dal 3% al 50%. La fruizione dei servizi e l’acquisto dei prodotti con un prezzo scontato avviene tramite Welfare Card, una carta territoriale e multiservizio erogata dall’Associazione WelfareLab. Le convenzioni e i servizi erogati sono visibili anche sul sito www.welfarepoint.it.

Riferimenti per approfondire

Istat (2011),Il futuro demografico del Paese;

Atella, Carabba, Kopinska e Ginebri (2014), Le sfide del welfare nell’Italia che invecchia: welfare state e welfare society, Fondazione Farmafactoring;

OCSE (2011), Divided we stand: why inequality keeps rising;

Berg e Ostry (2011), Inequality and Unsustainable Growth: Two Sides of the Same Coin?, IMF Staff Discussion Note, Fondo Momentario Internazionale;

Berg, Ostry e Zettelmeyer (2012), What Makes Growth Sustained?, Journal of Development Economics, Vol. 98(2);

Zamagni (2011), Economia civile e nuovo welfare, Fondazione Italianieuropei;

Massagli e Zucaro (2015), Indagine per nuovi modelli di conciliazione vita-lavoro, ADAPT;

Piano di zona 2011/2015, Azienda ULSS 15 “Alta Padovana”, Regione Veneto. 

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