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Aumentano gli aderenti alle forme pensionistiche complementari ma anche gli iscritti che, a causa della crisi, non riescono a versare i contributi. È uno degli dati che emerge dalla relazione – presentata l’11 giugno scorso alla Camera dei Deputati – con cui ogni anno la COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) fa il punto sulla previdenza complementare nel nostro paese.

Il Rapporto segnala che alla fine del 2014 le forme pensionistiche complementari erano 496: 38 fondi negoziali, 56 fondi aperti, 78 piani individuali pensionistici (PIP), 323 fondi preesistenti e Fondinps. In totale, gli aderenti a queste forme previdenziali erano circa 6,5 milioni (il 29,4% degli occupati), un dato in netto aumento rispetto al 2013 (+ 5,4%), soprattutto grazie alla crescita delle adesioni individuali a PIP e fondi pensione aperti. Sono però quasi 1,6 milioni gli iscritti (il 24% del totale) – in particolare proprio fra le adesioni individuali (fondi aperti e PIP) e lavoratori autonomi – che hanno dovuto interrompere i versamenti contributivi: 170.000 in più rispetto all’anno precedente. Permangono inoltre marcate differenze territoriali nei tassi di adesione alla previdenza complementare, che variano dal 40-45% registrato in regioni come Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige al 25% delle regioni centrali per scendere sotto il 20% nel Mezzogiorno. Complessivamente, il patrimonio della previdenza complementare ammontava nel 2014 a 131 miliardi di Euro, pari all’8,1% del PIL e al 3,3% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. I rendimenti registrati dalle diverse forme pensionistiche integrative sono stati positivi, grazie al buon andamento dei mercati finanziari e alla politica monetaria adottata dalla BCE.

Oltre a fornire un quadro aggiornato della previdenza integrativa, il Rapporto non manca di offrire spunti interessanti ai policy maker per una riflessione generale sul ruolo di questo strumento nel quadro dei mutamenti del contesto macroeconomico, della finanza pubblica e demografico. Nella sua relazione di presentazione del Rapporto, il Presidente della COVIP, Francesco Massici, ha sottolineato la necessità di un “salto di paradigma” nel concepire i possibili sviluppi della previdenza complementare. Nonostante il DEF (Documento di Economia e Finanza) presentato per il 2015 dal Governo delinei un miglioramento nelle prospettive di crescita, Massicci ha ricordato come “le politiche di protezione sociale e di sviluppo del Welfare restano […] condizionate dal vincolo relativo al progressivo raggiungimento del pareggio di bilancio, che viene confermato come obiettivo di medio periodo, da conseguire nel 2017”.

Proprio dalla previdenza complementare – suggerisce Massicci – potrebbero arrivare risposte sul fronte del livello di adeguatezza delle future prestazioni pensionistiche (fortemente ridotte dalla discontinuità delle carriere); non solo: “tenuto anche conto dello sviluppo del mercato del lavoro e delle situazioni di disagio che in talune circostanze si possono verificare per la perdita del lavoro in età avanzata, ma non ancora sufficiente per conseguire il trattamento pensionistico di base, si potrebbero valutare misure atte a consentire, anche in via anticipata, la fruizione delle prestazioni pensionistiche complementari per coloro che si trovassero in determinate situazioni. Ciò, al fine di accompagnarli redditualmente sino al momento della percezione della pensione di base, attenuandone così le difficoltà”. La previdenza complementare potrebbe essere infine azionata come “leva di governo” anche nel campo dell’assistenza sanitaria integrativa, dove la COVIP segnala l’opportunità di “favorire forme di sinergia e integrazione con la previdenza complementare nel quadro del complessivo Welfare integrativo”; tenuto conto della riduzione delle risorse messe a disposizione del Servizio Sanitario Nazionale (ridottesi dello 0,4% medio annuo tra 2011 e 2014) e delle tendenze demografiche in atto, “fondi pensione e fondi sanitari integrativi possono concorrere alla realizzazione di un Welfare allargato e rappresentare anch’essi, sotto tale profilo, una leva di governo”. In questa prospettiva, la Commissione suggerisce di considerare l’ipotesi di costituire un’unica Autorità di controllo del welfare integrativo, così da favorire sinergie e razionalizzazioni tra i due ambiti di intervento.

 

Riferimenti

COVIP Relazione Annuale 2014 

COVIP Relazione Annuale 2014 – Considerazioni del Presidente


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