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In occasione del mese di ottobre, il mese dell’educazione finanziaria, abbiamo chiesto a Giancarlo Ottaviani, consulente per gli investimenti in un’importante Banca di Credito Cooperativo, di aiutarci a capire perché oggi gestire in maniera corretta i propri risparmi significa anche ragionare in un’ottica di secondo welfare. In tal senso, questo articolo – a cui seguirà un ulteriore approfondimento nelle prossime settimane – vuole essere un contributo di sensibilizzazione ad una gestione corretta e sostenibile del denaro grazie all’approfondimento di alcuni aspetti basilari in tal senso: cosa si intende per mercati finanziari, quali sono i principali ambiti dove possono investire i risparmiatori, quali strumenti si possono utilizzare.

Introduzione

In questo periodo di grande paura e confusione a causa dell’emergenza causata dalla pandemia in corso che ha colpito il mondo intero, sui mercati finanziari uno dei timori più diffusi è legato alla sicurezza dei propri risparmi. Il grande impatto sociale, economico e finanziario della diffusione del virus Sars-Cov-2 ci aiuta a riflettere su come vengano fatte le scelte di investimento, sul modo di costruire e monitorare i portafogli, su come ridurre i rischi pur cercando di ottenere dei rendimenti.

Questo clima di forte incertezza mette alla prova gli investitori e li porta a compiere delle scelte in condizione di forte stress. In un precedente articolo avevo parlato di come la gestione efficiente del risparmio sia complicata dalle scarse conoscenze finanziarie e da meccanismi di ragionamento non sempre razionali e di come fosse importante una consulenza di qualità. In questi mesi del 2020 possiamo vedere in concreto come i prodotti e le metodologie di investimento siano importanti per mantenere, difendere e magari incrementare i propri risparmi e cercare di non rovinarli.

La forte discesa dei principali mercati finanziari, non solo azionari ma anche obbligazionari e delle materie prime, tra la metà di febbraio e la metà di marzo ha sovente fatto compiere scelte dettate dal panico e dal non sapere cosa fare. Al contempo, ha spinto ancora di più gli italiani a lasciare grandi porzioni di liquidità sui conti correnti, che ad oggi ammontano a circa 1.400 miliardi di euro. Eppure detenere un’eccessiva liquidità rispetto al portafoglio personale complessivo potrebbe non rappresentare la scelta migliore per il rischio bail in (ossia il “salvataggio interno”, modalità di risoluzione di una crisi bancaria tramite il coinvolgimento, con perdita dei capitali investiti, dei suoi azionisti, obbligazionisti, correntisti) della banca depositaria, per l’erosione del potere di acquisto dovuto all’inflazione e per la perdita di opportunità di effettuare investimenti in asset class che storicamente hanno dimostrato di offrire rendimenti maggiori rispetto alla liquidità/mancato investimento.

La figura 1 ci mostra l’andamento dei principali mercati finanziari americani in un periodo decisamente lungo, più di 90 anni, ma con all’interno il crollo degli anni ‘20 del secolo scorso, due guerre mondiali, la crisi petrolifera degli anni ‘70, la bolla della tecnologia del 2000, la crisi del debito nell’ultimo decennio. È una immagine che ci mostra come sia possibile ottenere dei rendimenti positivi dai propri investimenti anche in periodi molto turbolenti, ma per farlo occorre avere metodo e bisogna cercare di limitare gli errori.

Figura 1. Rendimenti mercati finanziari USA, dal 1926 al 2018

Fonte: Ibbotson – Annuario Azioni, Obbligazioni e Inflazione® (SBBI®) – 2019

Questo articolo forma la prima parte di un ragionamento dove vedremo cosa si intende per mercati finanziari, quali sono i principali dove possono investire i risparmiatori, quali strumenti si possono utilizzare. Nella seconda parte, che uscirà nei prossimi giorni sempre su questa piattaforma, vedremo cosa considerare per costruire una strategia/portafoglio in maniera il più possibile efficiente e come monitorare e verificare l’andamento del portafoglio di investimenti soprattutto nelle fasi di panico e euforia.

É molto importante in termini di secondo welfare costruire e gestire con intelligenza un patrimonio utile per le esigenze del percorso di vita, quali ad esempio l’acquisto di una casa, le spese per lo studio dei figli o per la salute della famiglia; in questo 2020 particolarmente travagliato risparmi ben gestiti, o strumenti quali delle polizze assicurative possono dare un effettivo sostegno a carenze, si spera temporanee, di reddito o di lavoro; strumenti previdenziali che si aggiungono alla previdenza “classica” sono infine importanti come garanzia per la fase post-lavorativa di una persona.

I mercati finanziari

I mercati finanziari o mercati dei capitali, dal nome stesso, sono un tipo di mercato che fornisce un modo per scambiare attività come obbligazioni, azioni, valute, materie prime. I Governi, le imprese e gli investitori possono “andare” sui mercati finanziari per raccogliere fondi per finanziare la propria attività o per impiegare il risparmio per ottenere un rendimento maggiore rispetto al rimanere liquidi.

I mercati sono i "luoghi" dove è possibile acquistare o vendere strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, derivati, quote di fondi ecc.). Una prima distinzione è tra mercato primario (dove si acquistano i titoli al momento dell’emissione) e mercato secondario (dove si acquistano titoli da chi li ha già sottoscritti).

I mercati finanziari non sono più luoghi fisici ma piattaforme informatiche ("sedi di negoziazione") dove si "incrociano" le proposte di acquisto e di vendita di strumenti finanziari immesse nel sistema telematicamente.

I mercati finanziari sono molti e ogni paese ne ospita almeno uno, alcuni sono piccoli mentre altri sono conosciuti a livello internazionale, come il New York Stock Exchange (NYSE) dove vengono scambiati miliardi di dollari su base giornaliera.

Funzioni e importanza dei mercati finanziari

I mercati finanziari hanno un ruolo decisivo nel successo e nella forza di un’economia. Ecco quattro principali funzioni dei mercati finanziari:

Utilizzo del risparmio in maniera più produttiva
Attraverso i mercati finanziari è possibile trasformare il risparmio che un cliente ha sul conto corrente in qualcosa di diverso: ad esempio un prestito a favore di un’azienda o un investimento nel suo capitale in modo che possa ingrandire la propria attività, un finanziamento per un giovane che vuole acquistare un’automobile o per una famiglia che intenda acquistare la propria casa. In cambio, il risparmiatore chiede di ottenere un rendimento per aver scelto di non tenere i soldi in una cassaforte o “sotto il materasso”.

Determinazione del prezzo dei titoli
Il fatto che ad un mercato accedano milioni di operatori che offrono o domandano soldi fa sì che il valore delle attività che vengono scambiate risulti essere il più possibile corretto/in equilibrio. Ad esempio se il prezzo di un’azione di una società è ritenuto dalla maggior parte degli investitori troppo alto o troppo basso per le notizie i dati economici e le prospettive che si hanno per quella società, tale prezzo tenderà a spostarsi fino a trovare un nuovo equilibrio. Così vale anche per i tassi di interesse su un’obbligazione (ad esempio un titolo di Stato), saliranno o scenderanno a seconda della situazione nella quale si trova l’emittente di tali titoli.

Miglioramento della liquidabilità delle attività finanziarie
Il concetto di liquidabilità si riferisce all’attitudine di un bene mobile o immobile a essere convertito in moneta legale. Quanto più rapidamente e a costi contenuti questo avviene, tanto più il bene può essere considerato liquido. Il fatto che moltissimi acquirenti e venditori di strumenti finanziari hanno accesso ai mercati in qualsiasi momento e da ogni parte del mondo, aumenta la possibilità di effettuare gli scambi, rendendo le attività finanziarie più “liquide”, più scambiabili; sarebbe, ad esempio, molto difficile per uno Stato o un’azienda privata che volessero collocare qualche miliardo di euro di una sua emissione riuscire a trovare singolarmente milioni di risparmiatori ed eseguire tutte le operazioni. Ne abbiamo avuti esempi recenti nel 2020 nel collocamento da parte dello Stato italiano del BTP ITALIA e del BTP FUTURA.

Riduzione del costo delle transazioni
La concorrenza e l’efficienza dei mercati finanziari forniscono agli operatori la possibilità di confrontare e contenere il più possibile il costo per le operazioni. Questo aspetto migliora anche la loro trasparenza e l’efficienza a beneficio degli operatori.

Principali segmenti dei mercati finanziari

I mercati finanziari sono il luogo dove è possibile lo scambio di denaro e attività tra chi vuole impiegare delle disponibilità, chi necessita di tali importi o chi vuole modificare il proprio portafoglio di attività scambiando un titolo con un altro. Passiamo ora in rassegna le principali tipologie e alcuni strumenti utilizzati per questi scopi: dalla liquidità del conto corrente a strumenti più complessi e con finalità più ampie.

La liquidità e il mercato monetario

Non sempre si pensa alla liquidità, alle disponibilità non investite in attività, come ad un mercato. Vista però l’enorme quantità di soldi che è depositata sui conti e depositi bancari, ritengo sia giusto considerare anche la scelta di rimanere liquidi come una forma di investimento, quanto meno in ottica difensiva, facendo comunque attenzione all’erosione del valore di questo asset a causa dell’inflazione, alle eventuali procedure di salvataggio (bail in) e alla mancata opportunità di guadagni attraverso altri strumenti. I principali attori che si scambiano liquidità sono istituzioni finanziarie, il mercato interbancario ad esempio è quello su cui le banche si prestano denaro tra loro.

Il mercato obbligazionario

Le obbligazioni sono titoli di debito per il soggetto che le emette e titoli di credito per il soggetto che le acquista. L’investitore, chi le acquista, versa del denaro all’emittente delle stesse, che lo utilizza per finanziarsi impegnandosi a restituirlo alla scadenza e a pagare generalmente un interesse. L’emittente può essere un ente pubblico o una società privata. Anche lo Stato e gli enti pubblici possono emettere obbligazioni, e in questo caso si chiamano titoli di Stato o di enti pubblici territoriali.

Nel un mercato obbligazionario, gli investitori possono:

  • acquistare obbligazioni direttamente da una società (mercato primario) che restituisce l’importo delle obbligazioni ad una data scadenza concordata pagando interessi periodici all’investitore;
  • acquistare obbligazioni da altri investitori (mercato secondario) che vogliono liquidare il loro investimento prima della scadenza naturale.

Le obbligazioni possono essere a breve, medio o lungo termine in base al momento della scadenza del prestito obbligazionario (ovvero il momento in cui l’emittente dell’obbligazione deve restituire il capitale); le principali emissioni obbligazionarie possono essere a tasso fisso o variabile a seconda della tipologia di interessi pagati o possono essere zero-coupon qualora non paghino interessi e dove il guadagno dell’investitore sta unicamente nella differenza tra prezzo di acquisto o di vendita.

Le obbligazioni subordinate sono obbligazioni in cui il pagamento degli interessi e il rimborso del capitale sono subordinati al fatto che l’ente emittente abbia prima soddisfatto gli altri creditori non subordinati (oppure subordinati di livello inferiore). In cambio di questa maggiore rischiosità pagano un interesse più alto all’investitore.

Una categoria particolare di obbligazioni sono quelle convertibili. Titoli che si trovano in posizione intermedia tra i titoli obbligazionari e i titoli azionari. Il loro possessore ha la facoltà di decidere se rimanere creditore della società emittente per tutta la durata del prestito, oppure se, in determinati periodi, convertire il proprio titolo in azioni della società emittente sulla base di un rapporto di cambio predeterminato (nel regolamento di emissione).

Il mercato azionario

Le azioni sono le singole parti unitarie in cui è diviso il capitale delle società per azioni. Il titolare di un’azione, quindi, possiede un "pezzetto" della società, con tutti i diritti e gli oneri. Investire in titoli azionari di singole società espone ad un elevato rischio perché sostanzialmente si partecipa all’andamento della società emittente.

Qui ci sono 2 variabili da tenere presenti:

  • la solidità della società detenuta (non dimentichiamo che in caso di fallimento gli azionisti sono coloro che eventualmente percepiranno per ultimi un eventuale risarcimento dopo aver liquidato gli obbligazionisti);
  • esposizione alle oscillazioni dei mercati o comunque agli eventi riguardanti la società stessa, il suo settore di attività, o in generale il mercato azionario.

Il mercato azionario serve per scambiare le quote di società. Ogni azione ha un prezzo e gli investitori guadagnano sulla differenza tra quello di acquisto e quello di vendita. Il titolare delle azioni ha diritto a percepire un dividendo (qualora l’azienda decidesse di distribuirlo) che rappresenta una quota degli utili realizzati nella gestione dell’attività ordinaria aziendale.

Esistono vari indici che gli investitori possono utilizzare per monitorare l’andamento del mercato azionario, come il Dow Jones Industrial Average (DJIA), l’S&P 500 o il NASDAQ per i mercati nord americani, il DAX per quello tedesco, il FTSE MIB per quello italiano, l’EUROSTOXX per quello europeo, il NIKKEY per quello giapponese.

Le commodity: materie prime

Nel mercato delle materie prime gli operatori acquistano e vendono risorse naturali o materie prime come mais, petrolio, carne, cacao, rame, metalli preziosi. Viene creato un mercato specifico per tali risorse perché il loro prezzo è imprevedibile. Le Commodity intese come asset class rappresentano un gruppo molto eterogeneo di beni, possono essere classificate in due macro-categorie, soft commodity (derivanti dal settore agricolo e dall’allevamento) e hard commodity (del settore energetico, dei metalli preziosi e di quelli industriali).

Esiste un mercato a termine di materie prime in cui il prezzo dei beni che devono essere consegnati (ad esempio caffè o petrolio) in un determinato momento futuro è già identificato e fissato oggi; questo serve ad esempio a chi deve consegnare la merce per ridurre i rischi di crolli del prezzo del bene al momento della consegna dello stesso.

Il mercato valutario

Il foreign exchange market, o mercato valutario, è il luogo nel quale una valuta viene scambiata con un’altra. La valuta è un’unità di scambio, per lo più assume la forma di moneta, che ha lo scopo di facilitare il trasferimento di beni e servizi. Viene di norma emessa da Stati o gruppi di Stati (si pensi all’Euro) generalmente attraverso una Banca Centrale.

Il tasso di cambio di una valuta in rapporto ad un’altra è determinato dalle condizioni economiche (esempio crescita o recessione) delle economie che usano tali valute, dalle politiche sui tassi delle Banche Centrali, da tanti fattori macroeconomici e dalla proporzione di acquirenti rispetto al numero di venditori di una coppia di valute.

Il foreign exchange market è di gran lunga il più grande mercato nel mondo, in termini di valore delle transazioni, e include gli scambi che avvengono per motivi molto differenti tra grosse istituzioni bancarie, banche centrali, speculatori valutari, imprese multinazionali, governi, e altri mercati finanziari ed istituzioni. L’attività di scambio che ha luogo nei mercati fx globali assomma a più di 5.000 miliardi di dollari al giorno.

Le nuove tecnologie stanno determinando un cambiamento radicale nell’economia globale, con particolare riferimento al settore finanziario, sotto il profilo delle modalità di scambio di beni, servizi e ogni attività finanziaria. Tra le più significative applicazioni della tecnologia digitale al settore finanziario spicca la nascita e la diffusione delle "criptovalute" (o "valute virtuali"), la più nota delle quali è il bitcoin.

I derivati

Il prodotti derivati si chiamano in questo modo perché il loro valore deriva dall’andamento del valore di una attività ovvero dal verificarsi nel futuro di un evento osservabile oggettivamente. L’attività, ovvero l’evento, che possono essere di qualsiasi natura o genere, costituiscono il "sottostante" del prodotto derivato.

Tali strumenti sono utilizzati, principalmente, per tre finalità: ridurre il rischio finanziario di un portafoglio preesistente (finalità di copertura o, anche, hedging); assumere esposizioni al rischio al fine di conseguire un profitto (finalità speculativa); conseguire un profitto privo di rischio attraverso transazioni combinate sul derivato e sul sottostante tali da cogliere eventuali differenze di valorizzazione (finalità di arbitraggio).

Il problema più complesso dei derivati è, da sempre, quello della determinazione del loro valore o, meglio della sua stima. E’ un aspetto particolarmente importante e, nello stesso tempo, critico, in quanto richiede complesse attività di analisi.

Per concludere questa breve e ristretta presentazione dei principali mercati finanziari vorrei offrire qualche indicazione su quali siano le loro dimensioni. Quando parliamo delle dimensioni di Apple, della fortuna di Warren Buffett o della quantità di debito globale accumulato – tutte queste cose suonano gigantesche, ma in realtà sono estremamente diverse in grandezza. Nella figura 2 alcuni numeri espressi in miliardi di dollari (per avere un’idea il prodotto interno lordo italiano è pari a poco più di 2.000 miliardi di dollari).

Figura 2. Dimensioni delle principali attività e mercati finanziari 
Figura 2_ Dimensioni delle principali attività e mercati finanziari
Fonte: varie, anni 2019/2020


Se volete avere invece un’immagine approssimativa di quali cifre ci siano in ballo, vi consiglio di sedervi e fare un salto qua per vedere cosa voglia dire parlare di milioni, miliardi e trilioni. La visualizzazione grafica delle cose può darci una prospettiva migliore sulla moneta e sui mercati. Alcuni dati sono per forza di cose stimati, ma ne vale la pena.

Vediamo ad esempio le dimensioni delle principali borse del mondo che complessivamente capitalizzano 89,5 trilioni di dollari (figura 3 a sinistra.) e come è suddivisa per area geografica, secondo una stima di Credit Suisse, la ricchezza mondiale, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 360 trilioni di dollari (figura 3 a destra).

Figura 3. Principali borse mondiale e suddivisione ricchezza per area geografica
Figura 3. Principali borse mondiale e suddivisione ricchezza per area geografica
Fonte: Visual Capitalist 

Principali strumenti per operare nei mercati finanziari

In modo molto sintetico possiamo dire che i principali operatori sui mercati finanziari sono gli investitori (possono essere individuali o istituzionali), che acquistano e vendono strumenti finanziari , gli emittenti, (possono essere pubblici come uno Stato o privati con un’azienda) che emettono titoli o strumenti finanziari e gli intermediari finanziari, che realizzano e facilitano gli scambi. Ho preso in considerazione quattro modi per muoversi nei mercati finanziari, il loro corretto e complementare utilizzo, accompagnato anche da una consulenza di qualità è un modo efficiente per gestire il proprio patrimonio.

Acquisto diretto di strumenti mediante un intermediario

Un modo “semplice” e diretto per entrare in un mercato è quello di acquistare un titolo (ad esempio un’azione ENI o un’obbligazione come un titolo di Stato) mediante un intermediario finanziario (ad esempio la propria banca). Solitamente questo è un primo livello e lo si intraprende attraverso l’assistenza di un consulente o in autonomia con un servizio di trading on line. L’intermediario finanziario mette in contatto l’investitore o con l’emittente direttamente (in caso di collocamento iniziale del titolo) o con un altro investitore che ha interesse nello scambiare il titolo. Il titolo che acquisto può essere in euro o in un’altra divisa, posso tenerlo fino alla sua scadenza (nel caso di un’obbligazione) o posso venderlo prima se ho necessità o per realizzare un guadagno.

Fondi comuni d’investimento o ETF

In alternativa all’acquisto di singoli titoli è possibile investire scegliendo un settore, o un mercato più ampio dove suddividere il mio risparmio. I fondi di investimento più diffusi sono azionari, obbligazionari o bilanciati e offrono sicuramente una maggiore diversificazione e tendenzialmente un rischio più contenuto perché i capitali sono investiti su un paniere di numerosi titoli ed emittenti. Questi fanno riferimento a degli indici che raggruppano emittenti e investimenti; quelli più noti sono elaborati da MSCI Inc., società finanziaria americana con sede a New York e fornitore globale di strumenti azionari, obbligazionari, di hedge fund e di analisi del portafoglio. Ad esempio un fondo che investe sull’indice azionario mondiale come l’MSCI World Index offre la possibilità di investire in decine di paesi diversi e in migliaia di titoli diversi a livello globale (figura 4); una tale diversificazione diminuisce il rischio perché anche nel caso in cui dovesse fallire un emittente il riflesso sul portafoglio sarebbe infinitesimale.


Figura 4. Suddivisione geografica degli indici MSCI

Fonte: MSCI (già Morgan Stanley Capital International e MSCI Barra) 2020

Oltre a criteri geografici i fondi investono anche in base a caratteristiche settoriali, ad esempio in aziende del settore tecnologico, o quello farmaceutico, sia a livello globale che di singoli paese o aree del mondo. Il portafoglio va costruito con cura, utilizzando bene questi mattoni più articolati in modo da avere un’ampia diversificazione (concetto che approfondiremo in un successivo articolo) e creare un più efficiente rapporto tra rischio e ricerca di rendimento soprattutto nelle fasi di volatilità e incertezza.

I fondi sono gestiti da una società di gestione che sceglie i mercati, gli emittenti i titoli e le strategie di investimento e nella maggior parte dei casi indica un parametro di riferimento (benchmark) che serve a dare indicazioni all’investitore circa la natura dell’investimento e serve come parametro di valutazione dei risultati ottenuti.

Una particolare categoria di fondi di investimento sono gli ETF: forme di risparmio collettivo gestito di tipo passivo (anche se ultimamente ne stanno nascendo anche con strategie attive), ovvero che replicano in tutto e per tutto l’andamento di un certo indice o di un mercato; nella versione classica presentano costi di gestione inferiore ai fondi proprio per il fatto di avere un approccio passivo e con minori costi rispetto alle strategie attive. ETFplus è il mercato regolamentato dedicato alla negoziazione in tempo reale degli ETF.

Polizze assicurative a contenuto finanziario

Andando a guardare più nel dettaglio alcuni strumenti più legati direttamente legati al secondo welfare, prendiamo ora in considerazione la dimensione assicurativa. Oltre alle tipologie di assicurazioni più conosciute, che coprono gli impatti negativi derivanti da un sinistro, esistono anche prodotti assicurativi che sono invece veri e propri strumenti di investimento. Queste polizze vengono emesse da una compagnia assicurativa, ma possono essere sottoscritte anche tramite banche o società di intermediazione mobiliare.

Quando investiamo mediante una polizza assicurativa, il cliente può decidere di versare in un’unica soluzione (premio unico), oppure una cifra periodica (premio ricorrente). L’ammontare di tutti i premi versati, al netto dei costi e delle imposte, costituisce il capitale investito. Le polizze assicurative hanno profili giuridici e fiscali particolari e sono molto utili anche nella pianificazione successoria.

Le polizze di ramo I o a gestione separata rappresentano uno dei prodotti più sicuri sul mercato: le somme accumulate sono investite prevalentemente in strumenti finanziari di bassa volatilità che mirano alla garanzia del capitale e del rendimento in fondi creati appositamente dalle imprese di assicurazione, distinti da quelli della compagnia. Il capitale accantonato con la polizza è comunque garantito (al netto delle spese di gestione).

Le polizze assicurative che più si avvicinano a veri e propri strumenti di investimento sui mercati finanziari sono le polizze index-linked (il cui rendimento è legato all’andamento di una variabile di mercato – di solito un indice) e le polizze unit-linked (dove i premi sono investiti in uno o più fondi gestiti della stessa impresa di assicurazione, che emette la polizza, oppure in fondi comuni di investimento costituiti e gestiti da un’altra società). In entrambi i casi vale sempre il principio base della finanza: più elevato è il rischio del prodotto finanziario al quale le polizze sono collegate, maggiori sono le possibilità di perdita o di guadagno per l’investitore

Fondi Pensione

Oltre alla dimensione assicurativa, anche quella previdenziale rappresenta un tassello importante per il secondo welfare. I fondi pensione sono uno strumento di risparmio di lungo periodo che ha come finalità principale l’integrazione pensionistica per colmare l’inevitabile gap previdenziale tra pensione pubblica e ultimo reddito percepito da lavoratori. La scelta di aderire ai fondi pensione per la pensione integrativa è sempre libera e aperta a tutte le categorie di lavoratori ma anche a non lavoratori, compresi studenti e soggetti fiscalmente a carico (minorenni e non).

I fondi pensione aperti si caratterizzano dal fatto che chiunque può aderirvi, indipendendentemente dalla propria categoria lavorativa di appartenenza, compresi i non lavoratori o i fiscalmente a carico. I PIP – piani individuali pensionistici istituiti esclusivamente da imprese assicurative, pur essendo nella forma dei contratti di assicurazione sulla vita, sono a tutti gli effetti dei fondi pensione. Infine i fondi pensione chiusi dove l’adesione è riservata solamente a specifiche categorie di lavoratori e sono istituiti da accordi o contratti collettivi di lavoro. Oltre ai contributi volontari i lavoratori dipendenti possono scegliere di versare ai fondi pensione il tfr maturando. Quanto versato nel fondo pensione viene investito nei mercati finanziari al fine di generare rendimenti e, una volta raggiunta l’età pensionabile, quanto accumulato verrà erogato sotto forma di pensione integrativa da affiancare alla pensione pubblica.

Ogni fondo pensione offre diversi comparti di gestione tra cui scegliere per investire i propri contributi, ciascuno differenziato per grado di rischio e rendimento a seconda degli strumenti finanziari di cui si compone. Il comparto azionario, investe principalmente in titoli azionari e pur essendo più rischioso offre rendimenti tendenzialmente superiori nel lungo periodo, quello bilanciato che investe in parte in azioni e in parte in obbligazioni, quello obbligazionario, investe principalmente in obbligazioni e titoli di stato, tipicamente meno rischioso ma con rendimenti inferiori, e il comparto garantito che garantisce appunto la restituzione del capitale versato.

La scelta del fondo pensione dipende dall’orizzonte temporale che si ha davanti e dal profilo di rischio personale. Nella figura 5 viene riassunta la composizione delle attività finanziarie delle famiglie (dato aggiornato al 2018). 

Figura 5. Composizione attività finanziarie delle famiglie italiane, anno 2018
 Fonte: Elaborazione Ufficio Studi ABI su dati Banca d’Italia

 


Conclusione

In questa prima parte del lavoro su risparmio, investimenti e mercati finanziari abbiamo visto in sintesi le principali caratteristiche dei mercati finanziari, le loro funzioni, i principali esempi e gli strumenti più diffusi per accedervi dal punto di vista di un risparmiatore.

È essenziale per una efficiente gestione del proprio patrimonio finanziario, che rappresenta una parte spesso fondamentale della ricchezza di una persona, conoscere in quale ambiti ci si stia muovendo e le più importanti caratteristiche degli strumenti che posso utilizzare, in modo da poter fare scelte più consapevoli con il consulente che mi aiuta a gestire i miei risparmi.

Solo con una maggiore formazione e conoscenza si potrà scegliere al meglio, confrontando differenti soluzioni per le proprie esigenze. Sarà possibile dare maggiori indicazioni ad un eventuale consulente finanziario o comunque sarà maggiore le capacità di districarsi tra alternative ed evitare di correre rischi inattesi e incorrere in perdite non previste.

Nella seconda parte completeremo questo ragionamento affrontando gli aspetti di costruzione e manutenzione del portafoglio degli investimenti, vedremo come sono legati rischio e rendimento, l’importanza dell’orizzonte temporale e della diversificazione, confronteremo infine la teoria classica e quella legata ai principi della finanza comportamentale.

Concludo con due suggerimenti di uno dei più famosi investitori e finanzieri del mondo, Warren Buffett, il primo è “Non compro mai un titolo che non sono sicuro di capire.” mentre il secondo è: “La prima regola è non perdere. La seconda è non scordare la prima.” Per la mia piccola esperienza funzionano.

Per approfondire

Banfi A., I mercati e gli strumenti finanziari. Disciplina e organizzazione della borsa, Isedi, (2013 prima edizione, 2020 ultima edizione)

Mishkin Frederic S., Eakins Stanley G., Forestieri G. (a cura di) Istituzioni e mercati finanziari. Ediz. MyLab. – Pearson, 2019

Ibbotson Roger G., Sinquefield Rex A., The Stocks, Bonds, Bills, and Inflation® (SBBI®) Yearbook, Duff & Phelps 2020

https://corporatefinanceinstitute.com/resources/knowledge/trading-investing/financial-markets/

http://money.visualcapitalist.com/

https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/strumenti-finanziari/formazione.html

http://www.consob.it/web/investor-education

https://www.youtube.com/watch?v=qtZ_z0VJm8Q&feature=youtu.be

https://www.msci.com/