La legge di Stabilità introduce un nuovo elemento nella contrattazione di secondo livello: il welfare aziendale. Ripristinando la detassazione dei premi di produttività (su cui si prevede un prelievo flat al 10%), che era stata sospesa per quest’anno, la legge applica esoneri fiscali anche ai premi erogati sotto forma di offerte di servizi o di bonus per l’acquisto di beni. Una mossa che punta a sviluppare gli accordi di secondo livello (oggi molto limitati) e anche a spingere sul pedale del cosiddetto «secondo welfare», ovvero quello che si affianca al servizio pubblico sempre più difficile da garantire. Si tratta di asili nido, servizio di badanti per gli anziani, ma anche di bonus per l’acquisto dei libri di testo o per i trasporti.
Lo stesso articolo individua anche un terzo canale con cui erogare i premi di produzione, cioè la compartecipazione agli utili d’impresa. In questo caso si stabilisce con i lavoratori di un’azienda di collegare i bonus di produttività (stavolta in denaro) a una percentuale degli utili registrati in bilancio. Anche in questo caso, le somme vengono tassate separatamente (non si sommano all’imponibile complessivo) con la «flat tax» del 10%%. La misura sulla compartecipazione indica una direzione precisa: favorire il coinvolgimento del lavoratore nelle strategie aziendali. Un punto che si rivela centrale per l’esecutivo anche in un altro comma dello stesso articolo, che riguarda il «tetto» dell’importo dello sgravio, che è fissato a 2.000 euro (per un salario lordo fino a 50mila euro l’anno), ma la cifra sale a 2.500 se l’impresa pratica forme partecipative, come commissioni paritetiche per l’organizzazione del lavoro.
Su L’Unità Bianca di Giovanni prova a capire cosa cambierà con la Legge di Stabilità 2016 sul fronte del welfare aziendale.
Welfare in azienda esentasse. Ma è un benefit ancora per pochi
Bianca Di Giovanni, L’Unità, 18 novembre 2015