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Recentemente in provincia di Vicenza è nato un progetto che, attraverso il coinvolgimento di alcuni amministrazioni locali, della cooperativa sociale “Con Te” e dell’azienda metalmeccanica Socomec, si è proposto di ideare un servizio innovativo di welfare aziendale basato sull’ascolto dei lavoratori attraverso l’intervento di figure professionali esperte. L’iniziativa ha visto il coinvolgimento di un’assistente sociale che si è occupata di effettuare un’approfondita indagine con lo scopo di comprendere i bisogni reali dei collaboratori dell’impresa.

In questo articolo, la Presidente della cooperativa sociale “Con Te”, Anna Zannoni, ci racconta come è nato e come si è sviluppato il progetto.

L’incontro casuale tra ente locale, cooperativa sociale e azienda

Nell’ambito del programma promosso da Regione Veneto “Alleanza Territoriale per le Famiglie”, la cooperativa sociale “Con Te”, quattro Amministrazioni Comunali della provincia di Vicenza (Isola Vicentina, Caldogno, Gambugliano e Monteviale) e un’azienda del territorio, la Somomec, hanno avviato un percorso di dialogo e scambio con l’obiettivo comune di sostenere iniziative di work-life balance destinate a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Da questo incontro quasi casuale, che possiamo definire serendipity, si è concretizzato un progetto operativo che ha visto incontrarsi tre realtà diverse (ente locale, cooperativa sociale, azienda), ciascuna con le proprie competenze messe a disposizione degli altri per un interesse-obiettivo allo stesso tempo proprio e condiviso.

Tutto è partito dalla Socomec di Isola Vicentina, un’industria metalmeccanica a forte spinta innovativa con oltre 350 dipendenti, che da alcuni anni stava promuovendo a favore dei propri dipendenti dei piani di welfare che tuttavia non riscontravano l’adesione auspicata. Il bisogno evidenziato dalle HR dell’impresa era quello di andare oltre la somministrazione di un questionario per indagare i bisogni dei propri lavoratori e di ingaggiare una figura professionale, afferente all’area sociale, per predisporre dei colloqui individuali.

A questo pensiero embrionale e non ancora declinato sono andati incontro alcuni enti locali e la nostra cooperativa sociale, palesandosi quali soggetti in grado di farsi carico di questo compito di rilevazione e decodifica dei bisogni. Da sempre infatti i Comuni, attraverso il proprio Servizio Sociale e professionisti quali gli assistenti sociali svolgono per i cittadini il delicato compito di prendere in carico le persone e aiutarle nella valutazione e decodifica dei propri bisogni. E gli assistenti sociali della cooperativa sociale “Con Te” oltre a questa formazione, che possiamo definire “di base” per la professione, si sono specializzati ed hanno maturato esperienza nel campo specifico del family friendly e del welfare aziendale.

La condivisione come principio guida

Sono stati quindi definiti congiuntamente gli step del progetto, che ha visto il coinvolgimento della direzione dell’azienda, dei dipendenti attraverso le RSU ma anche dei rappresentati provinciali dell’unico sindacato presente in azienda, e di Confindustria come osservatore interessato, oltre ovviamente degli enti locali promotori del progetto e della cooperativa sociale.

Insieme sono stati decisi i criteri per l’individuazione dei soggetti da sottoporre al colloquio di valutazione dei bisogni. Tali criteri avevano come obiettivo quello di garantire la rappresentatività di tutte le diverse tipologie di lavoratori in termini di: genere, aree aziendali (8 così denominate: enti trasversali, enti commerciali, enti tecnici, laboratorio industriale, marketing, tecnici italia, after sales supporto e call center, supporto industria), residenza nei quattro Comuni dell’Alleanza Territoriale per le Famiglie, residenza fuori provincia, titolari di permessi per la legge 104/92, presenza di figli nel nucleo familiare.

Una volta stabiliti e condivisi i criteri di selezione e adeguatamente proporzionati, le HR sono state in grado di individuate le 59 persone alle quali proporre il progetto, prevedendo anche con una riserva di altre 15 qualora qualcuno del primo gruppo non se la sentisse di aderire e o fosse assente per motivi diversi. La facoltà nell’aderire o meno alla rilevazione dei bisogni è stata considerata un punto di forza del progetto stesso, ritenendo che dei risultati effettivamente veritieri potessero essere il risultato solo di colloqui fatti in regime di spontaneità e di comprensione ed adesione al progetto stesso.

Il servizio realizzato

Prima di presentare il progetto ai lavoratori individuati, il gruppo di lavoro ha condiviso lo strumento, l’impostazione e i contenuti proposti dall’assistente sociale della cooperativa sociale “Con Te” per comprendere i bisogni (rilevazione e decodifica). Come strumento è stato proprosto e scelto il colloquio individuale in profondità, che risponde alla primaria esigenza di riuscire a coinvolgere la popolazione dipendente facendo sentire ciascuno “preso in carico” e non semplicemente “intervistato”. Tale approccio di fatto ha consentito ai lavoratori di sentirsi realmente protagonisti della co-progettazione del proprio welfare aziendale, ovvero parte attiva di un processo a loro dedicato.

I temi dei colloqui individuali, della durata ciascuno di circa un’ora sono stati i seguenti: storia personale, storia lavorativa, situazione di vita-famiglia, situazione di vita professionale, lettura-decodifica e condivisione dei bisogni. Una volta chiariti e condivisi sia i criteri di selezione del personale sia lo strumento e gli obiettivi-contenuti dello stesso, i dipendenti individuati sono stati invitati ad aderire al progetto. A questo scopo si è sottolineata l’importanza che i lavoratori aderissero sia come persone, sia come lavoratori, sia come cittadini, responsabilizzandoli molto su questo tema e garantendo loro uno spazio d’ascolto neutro. Si è inoltre precisato che l’obiettivo ultimo dell’intervento restava quello di costruire un sistema volto a rispondere in modo sempre più consono ai loro bisogni ed alla loro specifica realtà.

I lavoratori sono stati inoltre incoraggiati a fare una riflessione personale e a confrontarsi in modo informale con i propri colleghi al fine di giungere ai colloqui con la disponibilità a discutere soprattutto degli argomenti di principale interesse, ovvero: la propria storia personale e familiare, il proprio percorso lavorativo, la qualità di vita aziendale, la qualità di vita quali cittadini e/o fruitori dei territori capofila del progetto. Tutti i collaboratori della Socomec si sono presentati al colloquio disponibili e preparati, avendo fatto una riflessione approfondita sia per i bisogni personali sia per quelli riconducibili alla dimensione lavorativa, dimostrando di aver capito appieno lo spirito del progetto e portando così proposte concrete e suggerimenti innovativi per se stessi e per i colleghi.

I principali risultati ottenuti

Unanime è stata la valutazione complessiva che essere lavoratori di questa azienda sia comunque una situazione “privilegiata”. E’ emersa infatti una forte consapevolezza circa il fatto che sia una realtà che dà grandi possibilità di crescita e che ci sia complessivamente un clima positivo ed un trattamento accondiscendente dei bisogni delle varie fasi della vita.

Tutto il materiale raccolto è stato decodificato ed organizzato dall’assistente sociale riconducendolo a macro aree: clima aziendale (es. riqualificazione spazio mensa e spazio relax, attivazione gruppo musicale aziendale, attivazione e messa a disposizione colonnine elettriche e biciclette a pedalata assistita per pausa pranzo), conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (es. tele-lavoro, introduzione di un quarto giorno di permesso per chi beneficia della L.104/92 a carico in parti uguali del lavoratore e del datore di lavoro), bisogni “materiali” (es. convenzioni più aderenti ai bisogni e con fornitori locali). Ciascuna area ha visto la declinazione in proposte e richieste molto concrete (e talvolta assai innovative) che tra l’altro non richiedono necessariamente l’impiego di risorse aggiuntive aziendali ma che anzi prevedono una co-partecipazione attiva del lavoratore.

Sia l’azienda che gli enti locali hanno recepito i risultati del lavoro svolto e, ad oggi, si stanno attivando per concretizzare alcune delle proposte emerse durante i colloqui. I lavoratori da parte loro si aspettano che questo percorso partecipativo continui nel rispetto dei principi di condivisione e trasparenza con i quali è stato proposto, affinché le azioni attivate, così come quelle non attivate, siano comunque motivate e declinate nella loro fattibilità e/o problematicità. E’ stato, infatti, più volte ribadito da parte del professionista della Cooperativa “Con Te” ma anche dagli enti locali e dall’azienda, come sia in atto un processo basato su un rapporto fiduciario che assolutamente non può essere disilluso pena la nullità di qualunque iniziativa attuale e futura sia di collaborazione con la popolazione dipendente sia di proposte di piani di welfare aziendale.

Entro la fine dell’anno, l’assistente sociale della cooperativa sarà chiamata per una verifica sull’andamento del progetto in termini di concretizzazione delle proposte e di soddisfazione dei lavoratori in termini di condivisione dei processi e delle azioni attivate sia da parte dell’azienda sia da parte degli enti locali.

Di fatto l’esperienza ha messo in evidenza l’utilità di condividere obiettivi e strategie mettendo in questo caso a disposizione dell’azienda una competenza storicamente riservata ai servizi pubblici quale il Servizio Sociale Professionale con i suoi peculiari strumenti, dando all’azienda la possibilità di iniziare un percorso fiduciario di co-costruzione del proprio welfare aziendale, all’ente locale di avere una lettura del proprio territorio da parte di una porzione qualificata di popolazione e la possibilità, per entrambi, di costruire insieme risposte per la propria popolazione di lavoratori e di cittadini.