La casa editrice Homeless Book ha recentemente pubblicato il libro “Mobility management e mobilità ciclistica”, un vero e proprio manuale per mobility manager. L’autore è Raffaele Di Marcello, architetto ed esperto di mobilità ciclistica con un dottorato di ricerca in “Sociology of Regional and Local Development” e un master in “Gestione degli Enti Locali: Sviluppo Sostenibile e Multilevel Governance”.
Il libro traccia nel dettaglio il profilo, le competenze e gli incarichi del mobility manager ricostruendo le origini di questa figura a livello internazionale, europeo e italiano. Si concentra infine sul rapporto tra mobility management e mobilità ciclistica, sottolineando il contributo che le imprese – pubbliche o private – possono offrire nel contrastare il cambiamento climatico e nel promuovere la salute e il benessere delle persone.
Mobility manager: una figura professionale da valorizzare
Il volume si apre con un prima parte volta a ricostruire l’origine della figura del mobility manager (MM) a partire dai primi interventi internazionali, europei e italiani in materia di lotta ai cambiamenti climatici: dalla Conferenza di Rio al Protocollo di Kyoto, per giungere fino all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Di Marcello si concentra su quest’ultimo documento evidenziando la rilevanza degli Obiettivi 13 – Lotta contro il cambiamento climatico e 11 – Città e comunità sostenibili, che impegna a ridurre l’impatto ambientale negativo nelle città, a fornire sistemi di trasporto sicuri e affidabili con particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili o discriminati (donne, minori, anziani, persone con disabilità), ad ampliare il trasporto pubblico locale. Il MM affonda le sue radici in questo percorso di crescente attenzione alle tematiche ambientali, tanto che è stato introdotto nel nostro ordinamento nel 1998 proprio con il Decreto di ratifica del Protocollo di Kyoto.
Il capitolo 2 approfondisce la figura del MM nel quadro normativo italiano dalla sua introduzione nel 1998 ai più recenti interventi contenuti nel Decreto Legge del 19 maggio 2020, n. 34 (cd. Decreto Rilancio, ne avevamo parlato qui). Esistono attualmente tre possibili profili di MM, di cui solo una obbligatoria (in alcune condizioni):
- il MM della singola impresa pubblica o privata (obbligatorio per gli enti con singole unità locali aventi più di 100 dipendenti situate in capoluoghi di Regione, di Provincia, Città Metropolitane, Comuni con più di 50mila abitanti);
- il MM scolastico (non obbligatorio);
- il MM d’area, avente il compito di coordinare le azioni dei MM aziendali o scolastici attivi in una determinata area (non obbligatorio).
Il MM promuove la mobilità sostenibile all’interno di una determinata azienda/scuola/area, puntando a cambiare gli atteggiamenti e le abitudini degli utenti in materia di mobilità. Lo strumento principale del MM è il Piano per gli Spostamenti Casa-Lavoro (PSL). Il volume approfondisce i vantaggi di questo documento per aziende, dipendenti e cittadinanza e descrive con cura delle diverse fasi che dovrebbero portare alla creazione di un PSL. Particolare attenzione è riservata alla prima fase informativa, in cui il MM effettua un’analisi dell’offerta di mobilità (cioè dell’accessibilità del luogo di lavoro) e della domanda di mobilità, impiegando diversi strumenti quali interviste e focus group (nel volume sono contenuti anche esempi concreti di questionario). La trattazione della fase attuativa comprende invece un’ampia serie di possibili interventi da includere nel PLS, accompagnati da informazioni utili relative agli strumenti normativi e agli incentivi fiscali predisposti.
Mobility management e mobilità ciclistica
La terza e ultima parte del libro approfondisce il possibile rapporto virtuoso tra mobility management e mobilità ciclistica. Il capitolo è introdotto da una dettagliata trattazione dei principali riferimenti normativi in materia di Codice della Strada e sviluppo della mobilità ciclistica in ambito urbano, regionale e nazionale. Successivamente l’autore dedica un approfondimento specifico a ogni Regione e Provincia autonoma d’Italia, evidenziando aspetti innovativi e criticità delle politiche regionali disegnate per favorire la mobilità ciclistica.
Nell’ultima parte e nelle conclusioni Di Marcello conduce una riflessione più generale sul tema della mobilità sostenibile e sull’apporto che, in questo senso, può offrire il MM. Questa figura, per quanto rappresentativa di una nuova sensibilità verso la sostenibilità ambientale, può infatti incidere fino a un certo punto sulle personali scelte di mobilità delle persone. È certamente fondamentale che il MM possieda competenze specifiche, una buona conoscenza del sistema locale e delle possibili combinazioni di intermodalità, la capacità di interiorizzare le motivazioni che spingono gli utenti a scegliere un mezzo di trasporto piuttosto che un altro (proponendo, ove possibile, interventi correttivi per incentivare forme di mobilità sostenibile o condivisa). D’altra parte il raggio di azione di questa figura, specialmente se incardinata all’interno di una singola azienda, è limitato.
L’auspicio è che si vada dunque nella direzione di una più stretta integrazione tra i vari livelli del mobility management, con un significativo investimento nel MM di area. L’integrazione deve inoltre avvenire con altre politiche locali, quali quelle destinate a programmare scelte urbanistiche e di organizzazione dei servizi pubblici. La pandemia ha fatto emergere l’importanza della prossimità e della disponibilità di beni e servizi essenziali nel proprio vicinato, in un periodo di limitazione degli spostamenti. La pandemia ha inoltre determinato un crescente interesse verso la mobilità ciclistica, interesse sostenuto anche da incentivi economici e interventi normativi volti a rendere le strade cittadine a misura di bicicletta. Questo nuovo atteggiamento, unito alla drammatica consapevolezza che il cambiamento climatico dovrà modellare in modo più responsabile le scelte di persone e istituzioni, potrà rappresentare un terreno culturale fertile per una piena valorizzazione del mobility manager.
Per approfondire
Di Marcello R. (2021), Mobility Management e mobilità ciclistica, Faenza, Homeless Book