Meno spese, meno traffico, meno stress. In una parola, anzi, due: smart working. Cosa succederebbe se le aziende di Milano permettessero ai dipendenti di alternare vita d’ufficio e “lavoro agile” sullo schermo di uno smartphone? È l’esperimento suggerito da SmartforExpo, il progetto presentato oggi dall’associazione omonima e patrocinato da Palazzo Marino lungo i sei mesi dell’Esposizione Universale.
L’obiettivo? Far lavorare almeno il 10% della popolazione aziendale da casa, o in spazi di coworking, per almeno due giorni al mese, con l’aggiunta di tre giornate “clou” da fissare nell’agenda del macro-evento. Insomma, uno scatto di agilità che tiene fede alla ragione stessa del work life balance.
Le società che sottoscrivono SmartforExpo possono accedere, a seconda del grado di aggiornamento interno, a uno o più dei cinque pacchetti di agevolazione confezionati dall’associazione con i partner coinvolti nell’evento. Nel dettaglio si tratta di una polizza assicurativa integrativa attivabile con Zurich, consulenze per l’organizzazione affidate all’esperienza della società Variazioni, un pacchetto di “smart technologies” offerto dalla collaborazione con Telecom/Tim e Plantronics: smartphone, notebook e tutto quello che serve per coordinare il lavoro al di là dello spazio fisico dell’ufficio. Il tutto, secondo due formule: SmartPlus per lavorare “dovunque”, SmartSmarter per le aziende che preferiscono identificare un perimetro definito come il domicilio del lavoratore o gli spazi di coworking che stanno decollando anche a Milano.
Lavoro smart, l’esperimento per Expo: orari elastici, costi d’ufficio ridotti e meno traffico
Alberto Magnani, Il Sole 24 Ore, 31 marzo 2015
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