Secondo uno studio di International Workplace Group (IWG), il 79% delle aziende flessibili ha registrato risparmi nell’ultimo anno e il 75% guarda con ottimismo al 2025. A riportare la notizia è un recente articolo di Cristina Casadei su Il Sole 24 Ore, che ha approfondito l’impatto economico del lavoro ibrido.
Uno dei temi più interessanti riguarda la riconfigurazione degli spazi lavorativi: il 78% delle aziende che adottano massicciamente lo smart working ha ridotto o riorganizzato gli ambienti per migliorare la collaborazione, un tema di cui ci siamo occupati anche noi con la serie “Smart Working in corso”. Inoltre, il lavoro ibrido migliora la soddisfazione lavorativa e la fidelizzazione: il 72% delle aziende con modelli flessibili registra un aumento della produttività e il 71% una maggiore capacità di trattenere i talenti.
Secondo Casadei, questa trasformazione si configura dunque come strategia aziendale efficace per affrontare le sfide economiche, migliorare l’efficienza e mantenere un vantaggio competitivo, che ha tuttavia impatti positivi sul benessere dei dipendenti.