Nelle grandi aziende italiane si diffondono le piazze virtuali del welfare: i dipendenti entrano in una piattaforma telematica e sono liberi di scegliere il servizio che più interessa: un asilo nido, una polizza sanitaria, una palestra, un viaggio di formazione all’estero, un piano di previdenza complementare o l’abbonamento ai mezzi pubblici.
Dall’ultimo monitoraggio del Ministero del Lavoro sui premi di produttività emerge che tra i 12.711 contratti "attivi", 3.909 – quindi quasi uno su tre – offrono ai dipendenti la possibilità di scegliere il welfare aziendale "esentasse" in alternativa al bonus monetario in busta paga (tassato al 10 per cento).
I numeri, certo, sono ancora di nicchia, ma il trend registrato dai bollettini mensili del Ministero del Lavoro è incoraggiante: al 16 agosto risultavano inviate – attraverso la procedura telematica – 25.349 dichiarazioni di conformità, che si riferiscono ai contratti tuttora attivi, citati in precendenza: 12.711, cresciuti di 1.172 nel giro di un mese.
Lavoro e produttività: welfare aziendale in un contratto su tre
Francesca Barbieri, Il Sole 24 Ore, 28 agosto 2017