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Rivista Solidea ha dedicato un numero speciale al tema del welfare aziendale e alle sue dimensioni territoriali e comunitarie. Il numero è direttamente collegato al progetto "Mutualismo, innovazione e coesione sociale. Secondo welfare… Per primi!", iniziativa che vede la collaborazione di una vasta rete di partner, tra cui anche il nostro Laboratorio, e che si inserisce nella Strategia WeCaRe della Regione Piemonte. Per tale ragione tra i contributi pubblicati ce ne sono alcuni curati dai nostri ricercatori. Di seguito vi proponiamo l’articolo di Elisabetta Cibinel, incentrato sull’esperienza del progetto Valoriamo di Lecco.

Le politiche sociali possono essere definite come un insieme di interventi volti a tutelare il benessere delle persone in risposta a specifici rischi e bisogni sociali (per es.: istruzione, tutela della salute, conciliazione tra vita personale e professionale, ecc.). Tali bisogni possono assumere connotazioni diverse nella vita del singolo individuo: a seconda delle sue condizioni personali, lavorative, economiche, familiari e sociali affronterà rischi particolari associati a bisogni di vario genere. I bisogni variano però non solo in ragione di mutamenti e sviluppi di tipo individuale: i cambiamenti che attraversano la nostra società nel campo dell’organizzazione del lavoro e delle relazioni di genere e familiari, per esempio, contribuiscono a modificare la conformazione dei rischi e dei bisogni nel campo della conciliazione. 

Il nostro sistema di welfare è tradizionalmente poco propenso a rispondere in maniera pronta e flessibile ai diversi bisogni sociali emergenti e questa caratteristica rappresenta una delle molteplici ragioni che hanno determinato un progressivo ampliamento della platea di soggetti attivi nella promozione di azioni di welfare (v. Ferrera 2019 per approfondire le altre dinamiche che hanno operato in tal senso). Anche le imprese – e lo Stato, nella sua funzione di datore di lavoro – hanno iniziato a contribuire alla promozione di interventi di welfare a beneficio dei propri dipendenti. Se il welfare aziendale può svolgere un ruolo fondamentale nel rispondere a bisogni non sufficientemente coperti dal welfare state pubblico (come, per esempio, la conciliazione), la sua diffusione presenta però diverse criticità.


Limiti e criticità del welfare aziendale

In questa sede pare opportuno richiamare solo due questioni relative alla natura e all’equità del welfare aziendale. Emerge innanzitutto un interrogativo in merito alla funzione stessa del welfare aziendale: perché si tratti di welfare, deve rispondere a specifici bisogni sociali. Al contrario la centralità dei bisogni rischia di essere tralasciata nelle scelte imprenditoriali, anche grazie alle opportunità offerte da strumenti tecnologici e piattaforme per l’implementazione di piani di welfare aziendale preconfezionati. Il welfare aziendale pone inoltre una questione di equità. Le aziende sono fiscalmente incentivate a realizzare piani di welfare aziendale a beneficio dei propri dipendenti e, secondo alcuni osservatori, le risorse impiegate in tali programmi dovrebbero essere interpretate anche in termini di mancate entrate fiscali per lo Stato. Le risorse a cui lo Stato rinuncia, attraverso la defiscalizzazione, potrebbero infatti finanziare programmi di welfare rivolti a tutti e non solo ai lavoratori dipendenti (una categoria che, peraltro, gode nel nostro welfare di una protezione sociale decisamente maggiore rispetto ad altri gruppi quali i lavoratori autonomi e le persone disoccupate).

Proprio per far fronte a questi limiti insiti nel welfare aziendale si sono sviluppate, nel corso degli ultimi anni, diverse strategie promosse da enti pubblici (v. Cibinel 2017) e da soggetti privati tutte caratterizzate dal desiderio di aprire in qualche modo il welfare aziendale al territorio. Queste iniziative di welfare aziendale territoriale sono spesso contraddistinte da un’attenzione specifica all’innovazione sociale, dalla ricerca di forme inedite di coinvolgimento territoriale e dal desiderio di trovare nuovi ruoli e nuovi equilibri tra i vari stakeholder locali. Tali esperienze sono state approfondite e confrontate in diversi contributi di ricerca (per una trattazione completa si consiglia la lettura di Maino e Razetti 2020). Il Laboratorio Percorsi di secondo welfare è attualmente coinvolto in una di queste iniziative, il progetto Valoriamo, con il compito di accompagnarne la sperimentazione, studiarne il modello di intervento e favorirne la scalabilità e la replicabilità in altri contesti territoriali.  


Valoriamo: sperimentazione di reti e servizi

Valoriamo è un progetto sperimentale finanziato dalla Fondazione Cariplo nell’ambito del Bando “Welfare in azione” per gli anni 2019, 2020 e 2021. Tale bando si inserisce nel programma “Welfare di Comunità” di Fondazione Cariplo e intende promuovere l’innovazione sociale, favorire la valorizzazione e la connessione delle risorse e rafforzare la governance territoriale.
Valoriamo declina gli obiettivi del Bando “Welfare in azione” a livello territoriale avendo come ambito di riferimento la provincia di Lecco. Il progetto parte dal presupposto che il welfare aziendale costituisca un’opportunità sempre più significativa per offrire ai lavoratori, alle lavoratrici e alla comunità locale delle risposte ai loro bisogni sociali; al tempo stesso il welfare aziendale può e deve rappresentare un’opportunità per il tessuto produttivo del territorio. In concreto l’iniziativa si pone quindi tre obiettivi:

  • favorire la diffusione del welfare aziendale;
  • coinvolgere le imprese locali nella produzione di beni e servizi di welfare aziendale e ampliare la platea dei beneficiari delle proposte di welfare;
  • promuovere percorsi di inclusione lavorativa rivolti a persone in condizione di vulnerabilità.

Questi obiettivi sono perseguiti grazie al coinvolgimento di numerosi attori pubblici e privati: Consorzio Consolida e Mestieri Lombardia (in qualità di capofila), tutti gli enti locali del territorio, l’Agenzia di Tutela della Salute locale, aziende ed enti del Terzo Settore del territorio, associazioni di rappresentanza e datoriali, sindacati, la Fondazione Comunitaria del Lecchese e il Laboratorio Percorsi di secondo welfare.
Valoriamo insiste su tre ambiti principali: il welfare aziendale, il coinvolgimento del territorio e l’inclusione lavorativa. Attraverso l’impegno nel campo del welfare aziendale Valoriamo si concentra sullo sviluppo di piani di welfare aziendale costruiti sulla base delle esigenze di lavoratori/trici; la progettazione di tali piani avviene grazie al contributo di figure consulenziali appositamente formate (il Corporate Manager e il Welfare Community Manager) che rilevano le esigenze della popolazione aziendale e si confrontano con la dirigenza e con le rappresentanze sindacali.  


Welfare aziendale a vocazione territoriale

Come sottolineato, Valoriamo vuole far sì che il welfare aziendale rappresenti un’opportunità per tutto il territorio lecchese e non solo per i dipendenti delle aziende che decidono di aderire all’iniziativa. In questo senso il progetto si propone innanzitutto di coinvolgere il tessuto produttivo locale: Valoriamo mette in comunicazione le aziende che cercano beni e servizi di welfare aziendale con quelle che ne sono produttrici privilegiando, nella scelta dei fornitori, le imprese appartenenti al Terzo Settore attive localmente. Il già citato Welfare Community Manager (WCM) è incaricato di mappare tutti i beni e servizi prodotti localmente in risposta ai bisogni (si va dal supporto psicologico alla produzione di pasta fresca, passando per servizi di baby-sitting e assistenza a persone non autosufficienti). Il WCM coinvolge inoltre le realtà locali del Terzo Settore in laboratori di design di servizi volti a proporre nuovi interventi in risposta alle esigenze emerse dal confronto con i lavoratori. Il Terzo Settore è così stimolato a innovare i propri servizi e prodotti per renderli competitivi nel mercato del welfare aziendale e più rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro locale e del territorio.

Valoriamo si propone, più in generale, di aprire le opportunità generate dal welfare aziendale a tutta la cittadinanza. Questo obiettivo trova il suo luogo privilegiato nei Welfare Point che saranno realizzati a partire dal 2020 in tutto il territorio provinciale: questi punti potranno essere utilizzati dalle singole aziende, previo accordo, come servizi di consulenza ai lavoratori rispetto ai piani aziendali messi in campo. I Welfare Point saranno però aperti anche alla comunità e forniranno consulenza alla cittadinanza – oltre che ai lavoratori e alle loro famiglie – rispetto ai servizi offerti da enti pubblici e privati per rispondere ai bisogni territoriali. Per svolgere questa funzione di orientamento i Welfare Point potranno contare su una piattaforma su cui saranno caricati tutti i servizi operativi sul territorio (sia quelli mappati e inseriti nei piani di welfare sia quelli gratuiti offerti dalle associazioni locali). Questa piattaforma rappresenta una delle eredità concrete che il progetto Valoriamo lascerà a conclusione della sperimentazione: un’interfaccia contenente una mappatura di tutti i servizi privati e pubblici offerti territorialmente per rispondere ai bisogni sociali di persone e famiglie.


Le aziende coinvolte nell’inclusione sociale e lavorativa

L’area dell’inclusione lavorativa si propone di favorire percorsi di inserimento lavorativo per le persone in condizioni di vulnerabilità escluse da altre misure di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale (in particolare il REI e il Reddito di Cittadinanza); per raggiungere questo scopo l’area si avvarrà anche di tecniche e pratiche di diversity management, volte a rendere più efficaci i percorsi di inserimento lavorativo. Il finanziamento di tali percorsi è strettamente connesso all’area del welfare aziendale: una percentuale delle risorse investite dalle imprese per l’introduzione di piani di welfare attraverso il progetto Valoriamo viene, infatti, versata in un apposito fondo istituito presso la Fondazione Comunitaria del Lecchese. Il fondo sostiene economicamente i percorsi di inserimento e promuove iniziative volte a rafforzare l’occupabilità delle persone e a supportarle nel rientro e nella permanenza nel mondo del lavoro (corsi di formazione, iniziative di auto mutuo-aiuto, misure di conciliazione tra vita privata e lavoro).

I percorsi di inclusione lavorativa sono finanziati anche attraverso una campagna di fundraising locale e grazie al marketing sociale, un meccanismo di “responsabilità sociale circolare” che rende la cittadinanza e il tessuto produttivo locale attori fondamentali nella promozione dell’inclusione. Il marketing sociale è un sistema di raccolta fondi che coinvolge esercizi commerciali del territorio che, una volta convenzionati con TreCuori (partner di progetto di Valoriamo attraverso WelfareLab A.P.S.), erogano ai propri clienti dei voucher legati al raggiungimento di una certa soglia di spesa. Tali voucher vengono poi trasformati in donazioni a organizzazioni non profit del territorio (a loro volta iscritte a TreCuori). Attraverso questo sistema anche i cittadini sono coinvolti nell’iniziativa: essi posso infatti scegliere di sostenere indirettamente le organizzazioni di volontariato privilegiando, per i propri acquisti quotidiani, gli esercizi commerciali convenzionati. Anche gli esercizi commerciali traggono un piccolo vantaggio dal loro coinvolgimento nel marketing sociale: studiando il profilo degli acquisti medi possono stabilire le soglie di spesa che determinano l’erogazione del voucher in modo da incrementare il loro fatturato (per esempio se lo scontrino medio è pari a 4,50 euro posso decidere di fissare la soglia a 5 euro).

Nel progetto Valoriamo lo strumento del marketing sociale – già conosciuto e impiegato precedentemente sul territorio lecchese – rappresenta anche un’opportunità diretta di fundraising: una percentuale dei voucher di donazione viene versata sul fondo finalizzato a finanziare percorsi di inclusione lavorativa istituito presso la Fondazione Comunitaria del Lecchese.


Quali opportunità per il territorio?

Valoriamo, nella sua complessa articolazione, cerca di correggere i limiti presenti nel welfare aziendale precedentemente richiamati. Per quanto riguarda la questione della natura del welfare aziendale – l’attivazione di un intervento in risposta a un bisogno sociale – tutta l’azione consulenziale di Valoriamo scaturisce da una rilevazione delle esigenze della popolazione aziendale, effettuata da professionisti specifici e con appositi strumenti. Per quanto riguarda il tema dell’equità, Valoriamo intende coinvolgere le aziende in un meccanismo di responsabilità sociale che permette loro di finanziare, contestualmente ai propri piani di welfare, dei percorsi di inclusione lavorativa per le persone in condizioni di vulnerabilità. Più in generale Valoriamo promuove l’apertura del welfare aziendale al territorio attraverso il coinvolgimento di imprese locali, in qualità di fornitori, e la creazione di servizi rivolti anche alla cittadinanza nel suo insieme. Questi ultimi, in particolare, prefigurano la creazione di una piattaforma di orientamento che rimarrà a disposizione dei servizi quale strumento di implementazione delle politiche sociali a livello locale.  


Per approfondire

Cibinel E. (2017), La nuova programmazione regionale a sostegno del welfare aziendale: Lombardia e Piemonte a confronto, in F. Maino (a cura di), Welfare aziendale tra dimensione organizzativa e cura della persona, Milano, ESTE

Ferrera M. (a cura di) (2019), Le politiche sociali, Bologna, Il Mulino

Maino F. e Mallone G. (a cura di) (2015), Dall’azienda al territorio. Le PMI incontrano il welfare, Milano, ESTE

Maino F. e Razetti F. (2020), Il welfare aziendale nelle PMI, tra reti e territorio, in T. Treu (a cura di), Welfare aziendale. Modelli e buone pratiche, Milano, Wolters Kluwer, in corso di pubblicazione