All’interno delle dinamiche di welfare aziendale sembra farsi largo sempre di più il fenomeno dello smart working. Una ricerca dal titolo "Flexible Work: Friend or Foe?" evidenzia che nel 2017 c’è stato un aumento del 14% degli Smart Worker rispetto al 2016, ma che se il dato viene paragonato al 2013 allora la crescita è addirittura del 60%. Oltre l’80% delle persone coinvolte nella ricerca, parla di un aumento della produttività e di conseguenza di una crescita dei profitti.
Lo smart working può davvero essere il nuovo welfare aziendale, in quanto consente, in un progetto forte ed integrato, di dare al lavoratore uno strumento in più, una sorta di benefit: la gestione profittevole del proprio tempo nell’ottica del perseguimento di un obiettivo chiaro e prestabilito.
Promuovendo lo smart working in azienda si possono avere due conseguenze positive: da un lato, si fornisce un "benefit" in un piano integrato di welfare aziendale aumentando la qualità reale e percepita del lavoro e, dall’altro, si può aumentare la produttività e di conseguenza la redditività rendendo vera la nostra equazione vita-lavoro.
Il nuovo welfare aziendale. Una soluzione nello smart working?
Spremute Digitali, 23 aprile 2018