Da una ricerca condotta da RWA Consulting, società di consulenza specializzata in tematiche welfare, emerge che – su un campione di 128 aziende che hanno attivato un Piano Welfare nel 2016 – oltre il 25% dei consumatori welfare sceglie di utilizzare la propria quota benefit per attività legate all’area ricreativa (9,5%) – cioè viaggi, cinema, soggiorni in hotel, card dedicate allo shopping – e al fringe benefit (15,7%).
I servizi di istruzione, sanità e previdenza risultano comporre almeno il 70% circa di spesa per consumatori welfare compresi tra i 46 ed i 65 anni di età. Tra i 31 ed i 35 anni di età, ed oltre i 65 anni di età, la quota imputabile a tali servizi risulta pari a circa il 50% dei consumi complessivi. Al di sotto dei 30 anni di età, invece, il consumo aggregato di servizi Istruzione, Sanità e Previdenza non rappresenta in media più di un terzo dei consumi complessivi. La ricerca dimostra quindi come le richieste di welfare cambino molto in base all’età anagrafica e quindi ai bisogni dei lavoratori.
Welfare aziendale, il lato nascosto della forza (stasera vado al cinema)
Federico Isenburg, Il Sole 24 Ore, 5 marzo 2017