Le condizioni di lavoro e le esigenze degli operai extracomunitari cominciano a trovare spazio nella contrattazione aziendale italiana. Solo in Lombardia la Cisl ha censito 19 accordi che regolano permessi lunghi, corsi di lingue, culto e alimentazione.
I diritti conquistati dai metalmeccanici sono stati preparati da intese a livello di fabbrica che si sono dimostrate utili per evitare conflitti e contrapposizioni, soprattutto con i colleghi italiani.
Si tratta di un’aspetto che ha importanti effetti sul tema dell’integrazione. In azienda gli operai stranieri acquisiscono una sorta di statuto dei diritti e dei doveri che rende stabile l’inclusione in un’unica comunità. È chiaro che gli operai stranieri scontano una debolezza, ma quando le loro rivendicazioni vengono fatte proprie dal sindacato e riconosciute ufficilamente, dalla diffidenza si passa all’integrazione piena. E ciò avviene nonostante la fase tremenda che viviamo dove la priorità è spesso quella di conservare a qualsiasi costo il posto di lavoro.
Menù etnico e pausa preghiera. I diritti degli immigrati in fabbrica
Dario Di Vico, Il Corriere della Sera, 20 maggio 2013