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Danone, l’azienda alimentare francese che solo in Italia conta circa 600 collaboratori, si è da sempre contraddistinta per l’attivazione di politiche interne finalizzate a creare le migliori condizioni per favorire l’armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro dei suoi collaboratori. Lo scorso 30 maggio, in occasione degli Edenred Welfare Award, la società ha ricevuto un riconoscimento per il suo impegno in questa direzione. In questo contributo, il nostro Valentino Santoni ci racconta quali sono le strategie e le politiche avviate da Danone.

Il welfare aziendale di Danone

Dal lato del welfare aziendale, Mellin e Nutricia, due delle tre aziende di Danone in Italia hanno introdotto il welfare in maniera pionieristica nel 2011 anche attraverso il dialogo con le parti sociali. Nel 2017 anche Danone si è aggiunta prevedendo l’introduzione di un piano attraverso la contrattazione di secondo livello. L’accordo prevede una quota che annualmente tutti i collaboratori possono spendere in “budget welfare” attraverso un’apposita piattaforma. Tale budget, nel 2020, raggiungerà 2.000 euro per ciascun lavoratore.

Il portale consente di accedere agevolmente a tutte le prestazioni previste dagli articoli 51 e 100 del Tuir. Si possono quindi fare versamenti verso fondi previdenziali e sanitari, richiedere rimborsi per le spese scolastiche, per i servizi di natura sociale destinati alla cura di familiari e per il trasporto pubblico. Molte altre sono poi le voci di spesa che riguardano il tempo libero, il benessere personale e i buoni acquisto.

Come sottolineato da Sonia Malaspina, HR Director Sud-Est Europa Danone, nel corso dell’evento promosso da Edenred “Welfare Revolution”, "questo piano di welfare rappresenta però solo uno dei tasselli che l’azienda ha ideato allo scopo di soddisfare le necessità delle proprie persone. Danone infatti da anni si impegna a supporto della genitorialità attraverso un sostegno concreto anche di natura economica".

Il “Baby Decalogo” e la Parental Policy

A partire dal 2011 Danone Company Italia si è avvicinata all’inclusione e alla valorizzazione delle diversità rivolgendo l’attenzione ai temi della maternità e della paternità con la finalità di supportare i neo-genitori da un punto di vista culturale, organizzativo ed economico. È nato in questo modo il “Baby Decalogo”, ovvero uno strumento che definisce dieci semplici “regole” volte ad aiutare i neo-genitori in questa delicata fase della vita (vuoi saperne di più?). Tra i vari punti il Decalogo prevede:

  • la possibilità per il neo-papà di avere a disposizione in totale 10 giorni di paternità retribuiti al 100%, a differenza dei soli 3 previsti dalla normativa e di cui usufruisce attualmente la totalità dei papà in azienda. Il congedo facoltativo della mamma retribuito al 60% in luogo del 30% previsto dall’INPS, per dare la possibilità alla neo-mamma di prendersi cura del proprio bambino il più possibile nei primi mesi di vita e di rientrare al lavoro con totale serenità;
  • l’ingresso e l’uscita flessibile dalla sede lavorativa per i neo-genitori durante la fase di inserimento all’asilo nido o alla scuola materna;
  • supporto psicologico e nutrizionale, sia durante la gravidanza sia al rientro in azienda.

I neo-genitori sono poi aiutati economicamente anche attraverso il piano welfare, che consente di rimborsare spese legate alla cura dei bambini, alla prima infanzia e alla scuola. Al fine di supportare la flessibilità, dal 2017 l’azienda ha introdotto poi lo smart working; in questo modo tutti i collaboratori hanno l’opportunità di lavorare un giorno a settimana fuori dagli spazi aziendali, da casa o da qualunque altro luogo pur nel rispetto della normativa in termini di privacy e sicurezza sul lavoro.

Il Programma “Parto e Riparto”

Il “Baby Decalogo” negli anni si è trasformato in un Programma più ampio, “Parto e Riparto” – promosso anche per mezzo di partnership strategiche come quelle con Valore D, Parks e HeforShe – finalizzate a sostenere la genitorialità e promuovendo l’inclusione della diversità in azienda e ha ispirato la nascita di una Danone Global Parental Policy a livello mondiale che ha il fine di tutelare e valorizzare la maternità e la paternità in ogni Paese del mondo attraverso regole comuni.

Danone aderisce inoltre al programma di e-learning MAAM “Maternity as a Master”. Come vi abbiamo raccontato in questo Working Paper , MAAM punta a valorizzare le competenze genitoriali, le quali possono divenire una base per ripensare nel profondo l’organizzazione del lavoro e la dimensione della leadership. La maternità e la paternità possono così trasformarsi in delle vere e proprie “palestre” per allenare soft skill fondamentali per il mondo del lavoro.

Nel corso del 2018 vi sono stati poi altri due avvenimenti. Nel mese di novembre è stata inaugurata la nuova Sala Allattamento: in partnership con Chicco questi spazi, che occupano una posizione assolutamente centrale tra le altre sale riunioni, sono dotati di tutta la strumentazione e i confort necessari per le mamme e i bambini. Infine, sempre alla fine del 2018, Danone ha aderito al movimento HeForShe, il commitment globale delle United Nations Women che persegue la Gender Equality in tutti i Paesi del mondo. Attraverso l’impegno formale e sostanziale di grandi uomini del mondo del lavoro, della cultura, dell’Università e dello spettacolo, il movimento si pone come obiettivo quello di valorizzare il potenziale delle donne all’interno e all’esterno dei luoghi di lavoro.

I riscontri e gli effetti delle policy aziendali

A valle del grande impegno da parte dell’azienda sui temi del welfare, dell’inclusione e del diversity management, nel corso dell’evento dello scorso 30 maggio Sonia Malaspina ha sottolineato anche alcuni dei principali effetti raggiunti dall’impresa.

In primo luogo, Sonia Malaspina ha evidenziato come la totalità delle lavoratrici che hanno figli torna a lavorare dopo il periodo di maternità. Non solo, negli ultimi anni una media del 40% delle promozioni ha interessato mamme al rientro dal congedo. Ciò testimonia come la maternità sia vissuta come un’esperienza qualificante e di grande valore per l’azienda. Per quanto riguarda l’attenzione ai papà i giorni di congedo retribuito sono passati da 5 giorni nel 2011 a 10 giorni nel 2017, fruiti dalla totalità dei neo-papà. Infine, il tasso di assenteismo si è ridotto drasticamente e, attualmente, è pari allo 0,70%: ciò significa che considerano un contratto full-time da 40 ore settimanali, nell’arco di un intero anno le ore di assenza “ingiustificata” saranno – in media – all’incirca 16.

“Il nostro grande impegno in termini di politiche a supporto delle diversità” – ha dichiarato Sonia Malaspina – “è stato apprezzato e ci ha portato, per le tre aziende di Danone Company in Italia, al raggiungimento della certificazione GEEIS (Gender Equality European & International Standard) a settembre 2018, per l’efficacia delle azioni implementate nel corso degli anni in materia di pari opportunità".

Nell’ottica di lavorare sempre più sull’inclusione, Danone ha inoltre firmato in data 25 maggio uno dei primi accordi sindacali in Italia per estendere il welfare agli stagisti. “Con questa scelta intendiamo lanciare un messaggio di valorizzazione delle giovani generazioni che si avvicinano al mondo del lavoro dando loro un supporto concreto e un segnale forte di inclusione. Siamo felici che, anche quest’oggi, Edenred e alcuni esperti del settore ci abbiano voluto qui a raccontare la nostra esperienza e la nostra storia”, ha concluso Sonia Malaspina.