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L’Istituto Chiossone è una Onlus genovese che si occupa di realizzare servizi di assistenza e riabilitazione per disabili visivi, utilizzando un approccio di "presa in carico globale" ovvero seguendo clinici ma focalizzandosi anche sulla dimensione cognitiva, emotiva e relazionale dell’individuo. L’Istituto è una Fondazione che opera da 150 anni sul territorio genovese e, grazie alle novità fiscali introdotte dal Legislatore a fine 2015, ha deciso di investire nel welfare aziendale. Andiamo a conoscere meglio questa esperienza attraverso l’intervista a Sonia Agrebbe, Responsabile HR.


Il welfare dell’Istituto Chiossone

L’iniziativa dell’Istituto Chiossone nel campo del welfare nasce nel 2016 ed è strettamente connessa alla novità introdotte dalla Legge di stabilità. Il progetto della Onlus si è focalizzato infatti sulla possibilità di convertire il premio di produttività, destinato annualmente ai dipendenti, in beni e servizi di welfare.

Essendo una piccola realtà, inizialmente abbiamo scelto di non contattare nessuno dei grandi provider che si occupano di welfare aziendale”, riferisce Sonia Agrebbe, Responsabile HR dell’Istituto. “Quindi, mi sono occupata di strutturare, in maniera artigianale, un sistema di convenzioni con attività e esercizi commerciali attraverso il quale i nostri dipendenti potevano avere importanti sconti per beni e servizi di varia natura. Questa è stata per noi una prima piccola rivoluzione che ha però avuto molto successo tra i nostri dipendenti: in totale, infatti, nella nostra struttura – che conta circa 180 collaboratori – oltre 150 persone hanno scelto di convertire il premio in welfare”.

Proprio grazie alla grande risposta che il progetto di welfare ha scaturito, da quest’anno si è scelto di incrementare l’investimento. Dal 2017, la realtà genovese ha stretto una partnership con Eudaimon, provider di welfare aziendale di cui abbiamo parlato qui, che si è occupato di implementare una piattaforma online.

I servizi di welfare disponibili

Le prestazioni di welfare sono realizzate attraverso l’offerta “Welfare Card”, un prodotto creato su misura per le realtà del comparto metalmeccanico ma che può anche adattarsi ad altri contesti. I servizi – disponibili per mezzo di rimborsi, voucher o buoni acquisto – fanno riferimento a tutte le aree stabilite dagli articoli 51 e 100 del Tuir: servizi di cura e istruzione per i figli e assistenza per i familiari anziani, soluzioni per risolvere le incombenze di tutti i giorni, servizi per la cultura e l’intrattenimento, soluzioni per l’aumento del potere d’acquisto, iniziative per la prevenzione della salute e il benessere fisico.

Secondo l’intervistata, “le prestazioni più richieste sono sicuramente quelle correlate alla quotidianità. In primo luogo, ci sono quindi i voucher, i buoni acquisto e tutto ciò che riguarda la scontistica". Risultano comunque molto apprezzate anche le misure che riguardano l’istruzione e l’educazione dei figli. “Credo che questo genere di spese siano quelle più immediate e quindi più importanti nell’ambito della vita di tutti i giorni, specie in una organizzazione come la nostra fatta per la maggior parte di donne, madri lavoratrici”, conclude Agrebbe.


Dagli sgravi fiscali al sostegno ai dipendenti

L’intervento dell’Istituto Chiossone è stato favorito quindi degli sgravi contributivi e fiscali introdotti dal 2016. Queste forme di risparmio hanno però rappresentato solamente il primo impulso. “Il nostro intento inziale era quello di usufruire dei vantaggi fiscali legati alle novità introdotte dalla Legge di Stabilità. Questo è dipeso anche dal fatto che la cifra che noi destinavamo al premio di produzione – per forza di cose – non era molto elevata. Si parla di circa 250-300 euro annuali. Perciò c’è una bella differenza tra il poter usufruire di tale cifra integralmente, oppure al netto di tutte le tasse”, sostiene Agrebbe. “Ma, con il passare del tempo, il progetto si è rivelato importantissimo anche sul piano del rapporto con i nostri dipendenti, che si è sicuramente rafforzato: si è consolidato il principio che l’azienda si preoccupa di soddisfare i bisogni dei dipendenti non solo esclusivamente su un piano economico ma anche in termini di sconti e servizi”.

In questo, hanno giocato un ruolo fondamentale anche le rappresentanze sindacali, le quali hanno sfruttato la loro vicinanza con i dipendenti per individuare i bisogni e le necessità reali della popolazione aziendale e hanno, di conseguenza, sostenuto il management aziendale nella strutturazione del piano. Anche il sindacato si è quindi configurato come un attore attivo in questa esperienza.