La sostenibilità del sistema sanitario si garantisce trovando forme aggiuntive di finanziamento. Va ripensato il sistema delle compartecipazioni, con un miglior bilanciamento dei ticket su assistenza specialistica, farmaci e ricoveri ospedalieri.
Il tema centrale non è eliminare le compartecipazioni, ma come renderle più funzionali ed eque. Le compartecipazioni riguardano principalmente tre aree (dati 2015): l’assistenza farmaceutica (1,5 miliardi), l’assistenza specialistica e diagnostica extra-ospedaliera (1,35 miliardi) e il ticket sui codici bianchi in pronto soccorso (43 milioni). Si tratta di poco meno di 3 miliardi di euro su un finanziamento pubblico complessivo di circa 113 miliardi.
Si tratta di un sistema disfunzionale, che raccoglie troppe risorse dal comparto ambulatoriale e troppo poche da quello farmaceutico e ospedaliero e che crea, tra l’altro, incentivi al ricovero dei pazienti anche quando non è necessario, proprio per evitare le compartecipazioni. Se anche l’assistenza in ospedale venisse sottoposta a una compartecipazione – ad esempio con un contributo alla copertura dei costi alberghieri dell’ordine di circa 10 euro a giorno di degenza – si creerebbe un un flusso aggiuntivo di risorse per il SSN di circa 500 milioni di euro all’anno.
Il ticket serve alla salute. Ma più equo
Giovanni Fattore, 10 aprile 2017