La prevenzione e la gestione delle malattie croniche è una priorità nel contesto italiano, per il quale i pazienti cronici rappresentano il 38% della popolazione, ovvero 23 milioni di persone, mentre i non autosufficienti raggiungono i 4 milioni. Alla luce di questi numeri e considerando che la durata media delle condizioni di cronicità è di circa 27 anni, ovvero dai 55 agli 82 anni, non sorprende che circa il 70% delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale siano destinate a pazienti cronici o fragili.
Sul tema è stato recentemente pubblicato il volume “Management della Cronicità”, che offre una sistematizzazione dei servizi e dei modelli di gestione e presa in carico della cronicità. Il manuale curato da Francesco Longo e Valeria Tozzi della SDA Bocconi School of Management, sottolinea come in questo quadro l’emergenza sanitaria indotta dalla pandemia da Covid-19 e la conseguente opportunità di progettazione di nuove configurazioni della rete dei servizi offerta dalla Missione 6 del PNRR abbiano prodotto terreno fertile per un ripensamento generale del SSN nella direzione di appropriatezza, efficacia e digitalizzazione crescenti.
Il Focus di Secondo Welfare sulla non autosufficienzaCi stiamo occupano sistematicamente della riforma del sistema della Long Term Care. Lo facciamo pubblicando articoli e interviste che aiutino a capire meglio le diverse questioni che riguardano la LTC in Italia e non solo. Sono tutti qui. |
Di cosa tratta il volume e a chi si rivolge
In termini più puntuali, il volume intende spiegare com il Servizio Sanitario Nazionale necessiti un processo di trasformazione da un sistema indirizzato prevalentemente ai pazienti acuti o occasionali ad un sistema capace di incidere sulla prevenzione e sulla cura di cronicità e fragilità. Tale processo di trasformazione richiede un ripensamento delle logiche di settore, a partire dal sistema di attese relativo allo stato di salute degli individui. La possibilità di trarre indicazioni nella direzione di appropriatezza, efficacia ed efficienza dell’assistenza territoriale non si ispira alla prospettiva riduzionistica di migliorare l’equilibrio economico, ma alla volontà di salvaguardare le prerogative del SSN.
Il manuale, a beneficio dei practicioner ed ispirato a standard di divulgazione scientifica, si articola in tre macro sezioni, nonché prospettive, all’interno delle quali analizzare i temi che riguardano il management della cronicità per processi di erogazione, ovvero:
- la domanda crescente e sempre più complessa avanzata dagli utilizzatori finali dei servizi;
- la nuova geografia dei servizi;
- i nuovi assetti organizzativi in termini di strutture e sistemi operativi.
I percorsi di prevenzione-diagnosi-cura si fondano su sinergie tra aziende diverse, sia pubbliche che private, chiamate a coordinarsi introno a processi di presa in carico di lunga durata, all’interno dei quali diventano cruciali funzioni come il reclutamento proattivo, il case management, la verifica dell’aderenza alle terapie, il monitoraggio da remoto, la multicanalità comunicativa ed erogativa, l’empowerment del paziente e dei caregiver. Oltre ad utilizzare il modello interpretativo dell’unitarietà aziendale, ispirato al principio di ricomposizione delle conoscenze specialistiche sulla persona lungo tutto il percorso di vita, gli autori presentano casi concreti che consentono di verificare la solidità del modello interpretativo adottato e la possibilità di declinazione dello stesso sulle singole realtà territoriali.
La struttura del libro
Dopo aver introdotto nel Capitolo 1 le finalità dei servizi di prevenzione, presa in carico di cronicità e fragilità in funzione dell’epidemiologia emergente, nonché le logiche di progettazione organizzativa dei servizi nel Capitolo 2, il Capitolo 3 richiama la multicanalità della risposta ai bisogni. Successivamente, nei capitoli dal 5 al 10 sono approfonditi i modelli di servizio, il tipo di competenze (skill mix) e i modelli organizzativi delle diverse strutture che operano nel territorio. Nei Capitoli 12, 13 e 14 sono invece presentate le condizioni di implementazione della gestione della cronicità.
Più nel dettaglio, vengono affrontati una serie di temi rilevanti, tra cui la necessità di rafforzare le logiche e gli strumenti di Community Building (Capitolo 4), di definire un sistema di governance di tutti gli stakeholder che compongono le comunità (Capitolo 11). La “sanità di iniziativa” (Capitolo 12) viene presentata come condizione per la sostenibilità, in quanto si propone di rompere il circolo vizioso secondo cui la mancata conoscenza dei bisogni si traduce in un numero elevato di accessi agli ospedali e alle strutture di diagnosi e cura specialistica, con conseguente maggior impiego di risorse, soprattutto per quanto concerne gli accessi inappropriato ai Pronto Soccorso, e difficoltà di organizzare dimissioni programmate per mancanza di strutture territoriali.
Per rendere più fluidi questi processi, è necessario migliorare la logistica attraverso la programmazione di target, frequenze e intensità dei servizi (Capitolo 14) e investire sulla motivazione e attribuzione del giusto valore alle figure professionali coinvolte (Capitolo 13) e di promuovere un ecosistema digitale territoriale (Capitolo 15).
Una fotografia aggiornata sul tema della cronicità
L’aspirazione di quest’opera di sistematizzazione è quella di offrire in un volume denso e ragionevolmente sintetico una fotografia puntuale dello stato dell’arte del management della cronicità nel Servizio Sanitario Nazionale, con l’auspicio di proporre non tanto soluzioni univoche quanto chiavi interpretative che possano tradursi in strategie, assetti organizzativi e progettazione di servizi sempre più lungimiranti per la presa in carico proattiva dei pazienti cronici e fragili e che possano consentire a chi opera – e soprattutto a chi in futuro opererà – nelle strutture territoriali di trovare una propria via al miglioramento.
A questo scopo, il volume è scaricabile gratuitamente dal sito di Egea.