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Si è concluso nella giornata di ieri il Festival dello Sviluppo Sostenibile, l’appuntamento annuale promosso dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) per evidenziare l’importanza dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ai fini di uno sviluppo economico e sociale più inclusivo e sostenibile. Un’istanza che ha mostrato tutta la sua urgenza con lo scoppio della pandemia, come sottolineato dal Rapporto ASviS 2020 pubblicato in occasione dell’evento conclusivo del Festival.

Il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020

Il Festival, arrivato alla sua quarta edizione, ha contato più di 800 eventi – in presenza e online – che si sono svolti su tutto il territorio nazionale tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. L’evento conclusivo si è tenuto giovedì 8 ottobre presso il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e ha visto la partecipazione di ospiti di rilievo nazionale e internazionale: il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, la Vicesegretaria Generale delle Nazioni Unite Amina J. Mohammed, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, il Commissario Europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni, il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2020 Dubai Paolo Glisenti e la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani Maria Cristina Pisani.

Nel corso della mattinata Pierluigi Stefanini ed Enrico Giovannini, rispettivamente presidente e portavoce dell’ASviS, hanno illustrato i principali risultati raggiunti dal Festival 2020 in termini di visibilità della cultura dello sviluppo sostenibile: più di 50 ore di diretta streaming, elaborazione di position papers e Carte di autoregolamentazione, gemellaggi con altri festival territoriali, una campagna di sensibilizzazione che ha coinvolto i principali organi di stampa e tutti i social network.

Il Rapporto 2020 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”

L’evento di chiusura del Festival ha rappresentato anche l’occasione per presentare i principali contenuti del Rapporto ASviS 2020, un documento in cui annualmente – grazie alla partecipazione di oltre 600 esperti e 270 organizzazioni – viene misurato il raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La pandemia da Coronavirus è ovviamente argomento centrale del Rapporto: le conseguenza dell’emergenza sanitaria e sociale sugli SDGs sono numerose e profonde (v. Figura 1).

Figura 1. Impatto della pandemia sulle diverse dimensioni dell’Agenda 2030.

Fonte: ASvis (2020)

La pandemia – afferma il Rapporto – ha segnato in tutto il mondo un arresto o un rallentamento degli sforzi per raggiungere gli SDGs e promuovere un futuro più sostenibile e inclusivo. Questa dinamica emerge con forza approfondendo l’esempio italiano: i dati provvisori al momento disponibili per il 2020 mostrano che il nostro Paese ha segnato miglioramenti in tre soli Obiettivi (consumo e produzione responsabili; lotta contro il cambiamento climatico; pace, giustizia e istituzioni solide); per nove Obiettivi si è invece registrato un peggioramento, mentre non è al momento possibile fare una stima relativa ai restanti cinque. 

Se la Legge di Bilancio 2020 è stata valutata come la “più orientata allo sviluppo sostenibile degli ultimi cinque anni”, gli interventi predisposti dal Governo per fronteggiare la pandemia hanno dato centralità – almeno al momento – alla protezione del sistema socioeconomico, piuttosto che alla sua trasformazione verso la sostenibilità. Particolarmente interessante appare l’esempio dell’obiettivo 10 – Ridurre le disuguaglianze (v. Figura 2).

Figura 2. Indicatore composito Goal 10 (2010-2019)


Fonte: ASvis (2020)

Secondo il Rapporto ASviS fino al 2015 questo indicatore ha evidenziato una tendenza negativa per poi assestarsi su un trend stabile o leggermente positivo, soprattutto per merito del miglioramento dell’indice di disuguaglianza del reddito disponibile. La pandemia scoppiata all’inizio del 2020 sta però allargando le disuguaglianze sociali: i lavoratori impiegati nei settori bloccati dal lockdown mostrano livelli medi dei salari decisamente inferiori rispetto agli occupati nei settori “essenziali”. A pesare negativamente su questo indicatore è poi il calo dell’occupazione registrato nel secondo trimestre 2020 tra i giovani (-3,2%) e tra gli stranieri (-5,5%), a fronte di un calo complessivo pari a -1,9%. Altro elemento che influenzerà pesantemente l’andamento dell’indicatore, ma che al momento non può essere rilevato con chiarezza, è il fatto che la crisi colpisce e colpirà in maniera asimettrica i diversi settori produttivi, i vari gruppi sociali e demografici (donne, stranieri, anziani, giovani, ecc.), le Regioni e i territori del nostro Paese.

La pandemia rappresenta però, secondo il Rapporto, l’occasione per rafforzare la transizione ecologica e uno sviluppo più inclusivo, anche a fronte di una più diffusa consapevolezza in merito alla rilevanza dei temi dell’Agenda 2030. Come sottolineato dal prof. Giovannini, portavoce dell’Alleanza, “i prossimi mesi saranno cruciali per disegnare e impostare le politiche pubbliche del prossimo triennio. La domanda di scelte pubbliche e private a favore dello sviluppo sostenibile non è mai stata così forte dato la crisi ha chiarito le profonde interazioni tra dimensioni ambientali, sociali, economiche e istituzionali del nostro mondo, cioè i quattro pilastri dell’Agenda 2030. L’Unione europea ha indicato la strada da percorrere e l’Italia può essere protagonista di questa trasformazione per coglierne gli enormi vantaggi”.

Riferimenti

ASviS (2020), L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile

La registrazione dell’evento conclusivo del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020