Una delle sfide principali che l’Italia deve affrontare nei prossimi decenni è crescere – in termini di ricchezza economica e benessere sociale – in una fase di riduzione senza precedenti della popolazione in età lavorativa. Per vincere tale sfida sarà cruciale incrementare le opportunità di partecipazione alla vita lavorativa di tutti e, in primis, delle donne.
Nel nostro Paese il tasso di occupazione femminile stenta ad arrivare al 50 per cento. Le stesse regioni del Nord Italia raggiungono a malapena il 60% e sono lontane dalle realtà più dinamiche in Europa. Tra i grandi Paesi europei, il valore più alto è quello della Germania, vicino al 72%, segue il Regno Unito, poco sopra al 70%, la Francia attorno al 62%, la Polonia poco sopra al 60%, la Spagna attorno al 57 per cento. Peggio di noi solo la Grecia.
Gli squilibri demografici prodotti e la forte necessità di dare a essi una risposta, sono la dimostrazione più evidente che la riduzione del gender gap non è solo una questione di principio, ma una necessità per crescere in modo solido e strutturale.
Quelle scelte tra figli e lavoro che frenano la crescita italiana
Alessandro Rosina, Il Sole 24 Ore, 23 luglio 2019