La promessa di una rendita previdenziale capace di mettere al sicuro il proprio avvenire tenderebbe dunque a svuotare le culle, mentre un welfare più austero e attento alla sostenibilità del sistema riporta l’attenzione sulla famiglia e sui figli. È veramente così? La questione è complessa e sarebbe un errore ragionare di previdenza solo in chiave demografica.
Tuttavia, nel momento in cui la politica discute se ammorbidire gli effetti dell’ultima riforma previdenziale – quella che dal 2011 ha agganciato l’età pensionabile alle aspettative di vita – si può tener conto anche di queste valutazioni per capire cosa comporti destinare risorse pubbliche alla voce previdenza piuttosto che ad altri capitoli.
Il tema riporta ancora una volta a riflettere sull’effetto di interpretare i diritti pensionistici guardando più a chi vota oggi rispetto a chi dovrà farlo domani. Perché la partita previdenziale non riguarda solo i diretti interessati, ma anche i più giovani, chi sta versando contributi oggi, chi sta crescendo figli e cerca di capire che Paese sarà l’Italia tra vent’anni. Generazioni cui l’evoluzione demografica ha già reso la pensione un benefit assai ridimensionato.
Riforma della previdenza. Giovani e bambini, se il futuro rischia di andare in pensione
Avvenire, 8 novembre 2017