I tassi di natalità in calo minacciaiano gli standard di vita di molti Paesi con economie avanzate, e dell’Italia in particolar modo. Lo scrive il Financial Times, in un articolo dedicato a un rapporto della società di consulenza McKinsey.
Secondo lo studio, a fronte del declino della popolazione in età lavorativa – che crea squilibri nei sistemi economici basati su una popolazione crescente – per mantenere i livelli di crescita del PIL pro capite avuti tra il 1997 e il 2023 a fronte la produttività in Italia dovrebbe triplicare entro il 2050.
Come sappiamo e come raccontiamo nella serie #Denatalitalia, la riduzione dei tassi di fertilità è particolarmente evidente in Italia, dove il tasso è ben al di sotto del livello di sostituzione (2,1 figli per donna). Ciò comporta che i giovani erediteranno una crescita economica più lenta e un maggiore onere per sostenere i pensionati. L’Italia, insieme ad altri Paesi europei, senza interventi strutturali potrebbe dunque affrontare un calo del PIL pro capite di circa 10.000 dollari nei prossimi 25 anni.
“I nostri attuali sistemi economici e contratti sociali si sono sviluppati nel corso di decenni di crescita della popolazione. Ma questo sistema non regge più”, ha spiegato al quotidiano britannico Chris Bradley, direttore del McKinsey Global Institute. “Non c’è una leva per risolvere” le sfide demografiche, ha aggiunto: “servirà un mix di immissione di più giovani nel mondo del lavoro, vite lavorative più lunghe e, si spera, produttività”.