La lotta contro la diseguaglianza retributiva tra uomini e donne non decolla. Eppure, rispetto alla questione della presenza femminile nei board, ampliatasi grazie alla legge Mosca-Golfo e che coinvolge una ristretta élite femminile, quella del pay gap è una battaglia popolare.
Il Global Gender Gap Report 2020 segnala che l’Italia è scesa dal 70° al 76° posto mondiale nella classifica dei Paesi che attuano la parità salariale. Una donna italiana guadagna in media circa 17.900 euro l’anno rispetto ai 31.600 maschili e a fronte di molte più ore lavorate, perché viene pagata proporzionalmente meno e fa molto più lavoro non retribuito di un uomo (lavori domestici, cura dei figli, ecc.). Una situazione che, stando ai dati attuali, potrebbe essere risolta in… 257 anni.
Secondo il Report, le donne continuano ad essere pagate circa il 20% di meno rispetto agli uomini. Le lacune retributive di genere rappresentano una delle maggiori ingiustizie sociali di oggi e per questo motivo tra i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030 dell’Onu c’è «la piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti e la parità di retribuzione per lavoro di pari valore».
Parità uomo-donna nella busta paga? Ci vogliono almeno 257 anni
Gustavo Ghidini, Corriere della Sera, 3 febbraio 2020