I papà italiani hanno voglia di essere attivi e presenti a tempo pieno nella vita dei loro figli: ecco perché per i due terzi sono favorevoli all’introduzione del congedo obbligatorio di paternità di almeno 15 giorni. È il dato forte che viene fuori dalla campagna nazionale “Diamo voce ai papà” curata da Piano C, coworking e innovazione sociale di Milano e da un’indagine demoscopica della Doxa, presentate ieri alla Camera dei Deputati.
Le opinioni dei papà ricordano molto quelle delle mamme lavoratrici, a dimostrazione che l’impegno dei figli e della cura impone tempi, modi e bisogni: se anche i padri entrano a pieno regime dentro questo tipo di impegno anche loro hanno bisogno di politiche di conciliazione. Così l’indagine demoscopica di Doxa si è focalizzata sul congedo di paternità vigente (due giorni obbligatori che diventeranno quattro dal 2018 più 180 facoltativi al 30% della retribuzione entro i primi 8 anni di vita) e su quello desiderato. Dai risultati emerge che il 72% conosce l’esistenza del congedo facoltativo eppure ne hanno usufruito solo due su dieci.
Infine, spostandoci sul pianeta del mondo ideale, ovvero del desiderio, il 65% dei papà vorrebbe questo tempo per stare con il figlio e (solo) il 35% per alleggerire la compagna. Bisogna prenderla con risentimento? No, meglio pensare che questa centralità della relazione affettuosa e ludica è positiva e va incoraggiata. A chiosa dell’indagine, il 90% dei papà dichiara che vorrebbe part-time e telelavoro quando i bambini sono piccoli (e di sicuro quei papà non gradirebbero sentirsi declassati per questa scelta).
La riscossa dei papà: “Sì al congedo, stare coi figli ci fa bene”
Alessandra Di Pietro, La Stampa, 17 marzo 2017