Rassegna Stampa
Primo Welfare / lavoro

I nuovi schiavi lavorano a voucher

Alessandro Gilioli, blog Piovono Rane - L'Espresso, 7 marzo 2016
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Alessandro Gilioli sul suo blog ha pubblicato un’interessante intervista a Anna Zilli, docente di Diritto del Lavoro all’università di Udine, ha lavorato a diverse ricerche sull’uso dei voucher in Italia, di cui l’ultima apparsa nella pubblicazione "Lavorare per voucher popo il Jobs Act" (Uniud 2015). 

Secondo Zilli il "popolo dei voucher" nel 2014 era pari a un milione di persone, tendenzialmente giovani (nel 2008 l’età media era 60 anni, oggi è 36), e da molte donne (dal 2014 oltre il 50%).

Il problema maggiore? Il “lavoro grigio”: «è facilissimo impiegare un lavoratore in modo continuativo ma far emergere solo un’ora – un voucher di lavoro, da esibire in caso di infortunio o di ispezione. Infatti, non è necessario specificare quando si userà il voucher, ma solo l’arco di tempo (30 giorni) di “presunto” utilizzo. Un costume che va contrastato con la tracciabilità e con la riduzione dei tempi di validità dei voucher. Più in generale, il popolo dei voucher deve essere garantito rispetto ai diritti minimi di cittadinanza del mondo del lavoro: tutela in caso di malattia, gravidanza e maternità, oltre che alla possibilità di accedere a trattamento di sostegno al reddito. Il costo di queste tutele potrebbe essere coperto con un “maxi – voucher” (il primo del rapporto). Ed è un intervento urgente, prima che la forza dei numeri dica la sua».


I nuovi schiavi lavorano a voucher
Alessandro Gilioli, blog Piovono Rane – L’Espresso, 7 marzo 2016