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La Legge di Bilancio è il principale strumento legislativo attraverso cui lo Stato italiano pianifica annualmente entrate e spese pubbliche, stabilendo le priorità economiche e finanziarie del Paese nel rispetto degli obiettivi di sostenibilità fiscale. All’interno di questa legge sono dunque regolate anche le spese per il welfare, che ovviamente ci interessano particolarmente.

In queste settimane abbiamo voluto approfondire come la Legge di Bilancio 2025, approvata il 30 dicembre scorso, intervenga su alcune aree di politica sociale di cui Secondo Welfare si occupa da tempo. Abbiamo quindi scritto delle misure che incidono su natalità e famiglia, sul welfare aziendale e fringe benefit, sul contrasto alla povertà, sulla lotta alla povertà educativa e sulla tutela della salute mentale – oltre a fare un po’ di rassegna stampa di opinioni e cose notevoli contenute nella manovra. È tutto qui, mentre di seguito trovate un’infografica con un breve recap.

Una sintesi grafica di Secondo Welfare delle principale misure di welfare contenute nella Legge di Bilancio 2025: natalità e famiglia, welfare aziendale, povertà e inclusione, povertà educativa e salute mentale.
Questo lavoro ci ha permesso di identificare alcuni elementi trasversali nel provvedimento.

Diciamo subito che, nel complesso, le risorse per il sociale sono diminuite e che, anche quest’anno, si conferma la scelta del Legislatore di non puntare su misure strutturali ma sui cosiddetti bonus, ovvero provvedimenti che hanno una durata limitata nel tempo, e in generale su un ampio novero di misure e apparentemente non coordinate tra loro. Il che determina una forte frammentazione degli interventi.

Inoltre, anche quest’anno, le spese previste si distinguono per una forte categorialità ben lontana dal principio di universalismo. In pratica, i fondi stanziati sono destinati a specifiche categorie (lavoratori con figli, famiglie con disabilità, studenti delle scuole superiori…) e non a chiunque abbia un determinato bisogno cui non riesca a far fronte.

Inoltre la Legge di Bilancio, anche quest’anno, conferma la scelta di usare l’ISEE, il non proprio trasparente indicatore sintetico della situazione reddituale del nucleo familiare, per determinare l’accesso alla maggior parte delle misure. Il che frammenta ulteriormente la platea dei beneficiari.

In sostanza anche quest’anno si sono confermati i limiti che annualmente mettiamo in luce quando viene pubblicata una nuova Legge di Bilancio: risorse limitate, ricorso ai bonus, forte categorialità e frammentazione degli interventi.

Scherzando, ma non troppo, in redazione ci siamo detti che che sembra di essere intrappolati nel Giorno della Marmotta.

Anno dopo anno quando viene pubblicata la Legge di Bilancio i troviamo infatti a commentare gli stessi problemi e gli stessi limiti, tanto da sentirci in un loop temporale come Bill Murray, protagonista del film Ricomincio da Capo, che rivive continuamente il 2 febbraio; il Giorno della Marmotta appunto. Una situazione da cui esce solo quando riesce a cogliere i segni, farsi le domande giuste e cambiare il modo con cui affronta la realtà delle cose.

La nostra speranza è che per la prossima Legge di Bilancio il Legislatore riesca a cogliere i segni che vengono da osservatori, operatori ed esperti di welfare che, come noi, ogni anno segnalano la necessità di un cambio di rotta per intervenire strutturalmente su alcuni dei principali problemi del nostro Paese. Speriamo, insomma, che il prossimo anno non ci sia un’altra Legge della Marmotta.

I nostri approfondimenti sulla Legge di Bilancio 2025

Natalità e conciliazione: poco impatto sulle nascite di Paolo Riva
Welfare aziendale e fringe benefit: cosa cambia di Valentino Santoni
– Misure di contrasto alla povertà: cosa cambia di Chiara Lodi Rizzini
Non possiamo rinunciare al Fondo contro la povertà educativa di Chiara Agostini
Misure per la salute mentale: le principali novità di Viola Simonetti

 

Foto di copertina: Un frame di "Ricomincio da Capo", Columbia Picture