Il Parlamento danese ha approvato, con 81 voti favorevoli e 27 contrari, il controverso e contestato progetto di legge (ve ne avevamo parlato qui) che permetterà alle autorità di Copenaghen la confisca di denaro e oggetti di valore ai migranti che arriveranno nel Paese. La misura, secondo i promotori, permetterà di coprire parte delle spese sostenute dallo Stato per accogliere i rifugiati e garantire loro servizi di welfare. Una legge che, in realtà, sembra fatta apposta per scoraggiare i rifugiati che intendono chiedere asilo in Danimarca. Il provvedimento, inoltre, introduce misure per rendere più difficili i ricongiungimenti familiari, sempre al fine di ridurre il flusso migratorio.
La proposta del governo di Lars Løkke Rasmussen ha ottenuto l’appoggio del partito liberale e dei tre alleati di centro-destra, ma anche del Partito socialdemocratico. La legge è quindi passata con il 75% dei voti favorevoli. Per ottenere il più ampio consenso possibile (nelle ultime settimane non erano mancate alcune critiche provenienti anche dalle fila della maggioranza) il testo è stato rivisto più volte. Ad esempio è stato triplicato il valore minimo di denaro e beni sequestrabili dalle autorità – inizialmente erano 3 mila corone danesi, ora sono 10 mila, pari a circa 1.350 euro – e sono stati esclusi dalla possibilità di confisca gli oggetti “di valore affettivo speciale” (definizione aperta a ogni genere di interpretazione).
A nulla quindi sono valse le critiche provenienti da diverse organizzazioni internazionali come Amnesty International, che sostiene che la scelta danese sia in palese violazione delle convenzioni europee. La Commissione europea in questo senso ha sottolineato che la confisca dei beni ai richiedenti asilo “è compatibile” con la normativa internazionale “solo se è proporzionata e necessaria”, affermando che per la Danimarca vige l’obbligo di rispettare le normative europee in materia. In pratica, come spesso accade, una dichiarazione di principio cui pare non faranno seguito provvedimenti concreti da parte di Bruxelles.
La Danimarca va quindi ad unirsi a Svizzera e ai lander tedeschi della Baviera e del Baden-Württenberg, che da alcune settimane confiscano i beni ai migranti per coprire le spese di accoglienza e ospitalità. Visto anche il sempre più acceso dibattitto sul trattato di Schengen, per l’Europa arriva un’altra brutta notizia, che va ad indebolire ancora di più i valori fondanti dell’Unione: dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto e rispetto dei diritti umani (art. 1 bis Trattato di Lisbona).