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Spezzare la segregazione scolastica con l’innovazione sociale: lezioni dalle scuole MAGNET

Le studentesse del Corso di Laurea in Studi del Lavoro e Politiche Sociali dell'Università di Milano hanno esaminato l'impatto negativo della segregazione scolastica nella regione spagnola della Catalogna. Analizzando il progetto MAGNET, hanno messo in evidenza come l'innovazione sociale e le partnership strategiche Pubblico-privato possano favorire l'inclusione e migliorare le prestazioni accademiche.

La segregazione scolastica rappresenta un importante tema di discussione in sempre più sistemi educativi dei Paesi OCSE. Questo fenomeno infatti influisce negativamente sui risultati e sulle opportunità educative, mettendo a rischio l’equità e la coesione sociale. In tal senso, l’innovazione sociale può svolgere un ruolo cruciale nel favorire nuovi approcci per costruire sistemi scolastici più inclusivi.

Un caso interessante che va in questa direzione è il Progetto MAGNET in Catalogna. Questa iniziativa promuove partenariati tra scuole pubbliche e istituzioni d’eccellenza, sviluppando progetti educativi di alta qualità per attirare famiglie e trasformare le scuole in punti di riferimento nel territorio. Il programma si concentra su scuole con una composizione sociale sbilanciata e prestazioni accademiche inferiori alla media. Attraverso collaborazioni con istituzioni d’eccellenza, della durata di quattro anni, l’obiettivo di MAGNET è rendere le scuole più attraenti per le famiglie, migliorare le prestazioni scolastiche e mantenere l’impegno del personale docente.

Dopo circa dieci anni dalla sua prima sperimentazione, l’impatto positivo che il programma ha avuto sulla coesione ed inclusione sociale è lampante. Il Progetto, in particolare, mostra come partenariati strategici e coinvolgimento comunitario possono guidare pratiche educative innovative, contribuendo a superare la segregazione scolastica.

L’esperienza di MAGNET per contrastare la segregazione scolastica è ampiamente analizzata in un articolo in inglese realizzato da Alessia Borromeo e Carmen Perpiñán Haro, studentesse del Corso di Laurea in Studi del Lavoro e Politiche Sociali dell’Università di Milano, con la supervisione di Franca Maino, professoressa di Scienza Politica e direttrice Scientifica di Secondo Welfare.

 

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Foto di copertina: Bofill Foundation