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Il 17 novembre è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto che riforma l’Isee, pienamente operativo dal primo gennaio 2015.

L’Isee (acronimo di Indicatore Situazione Economica Equvalente) è uno strumento molto importante nell’ottica del welfare perché attraverso esso viene valutata la situazione economica dei nuclei familiari per determinarne l’accesso più o meno agevolato alle prestazioni sociali e sanitarie (in moneta e in servizi) erogate dai diversi livelli di governo. La situazione economica è valutata tenendo conto del reddito di tutti i componenti, del loro patrimonio e della composizione del nucleo familiare. Dall’Isee quindi dipende, ad esempio, la quantificazione degli assegni per i nuclei familiari, delle rette degli asili nido, delle borse di studio o dei i ticket sanitari.

Già da tempo si sottolineava l’esigenza di riformare questo strumento, tanto che da più parti, a livello locale, si erano avviati tentativi di compensare l’Isee sulla base di specifiche esigenze.

Perché una riforma dell’Isee?

Scopo della riforma è, da una parte, identificare meglio le condizioni di bisogno della popolazione contrastando le pratiche elusive ed evasive. Per molti anni infatti quest’indicatore si è basato sulle autocertificazioni dei cittadini senza poi controllarne la veridicità. In questo modo, migliaia di “furbetti” hanno usufruito di agevolazioni senza averne diritto, il che non è solo disonesto ma è anche ingiusto perché sottrae risorse a chi ne ha effettivamente bisogno. Si conta che le “prestazioni fraudolente” ammontino a 2 miliardi di euro; nel 2012, il 90% di coloro che hanno presentato una dichiarazione Isee ha dichiarato di non avere un conto corrente. Per questo motivo si lascerà meno spazio all’autocertificazione e verranno inseriti nuovi parametri per stimare in particolare la componente mobiliare del patrimonio, vale a dire depositi, conti correnti e altri strumenti finanziari, incentivando in particolare i controlli incrociati tra dichiarazioni e anagrafe tributaria: tutti gli elementi già noti all’amministrazione finanziaria (ad esempio, il reddito), non verranno più dichiarati dal contribuente, ma saranno direttamente rilevati dagli archivi dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS. Si potrà quindi individuare facilmente chi ha dichiarato il falso, poiché in assenza di rapporti bancari o postali l’Agenzia delle entrate potrà effettuare controlli ad hoc. In questo modo i nominativi dei soggetti sottoposti a controllo nei cui confronti emergeranno divergenze nella consistenza del patrimonio mobiliare dichiarato ai fini Isee rispetto a quello accertato presso l’Anagrafe tributaria potranno essere comunicati alla Guardia di finanza.

Contemporaneamente, la riforma vorrebbe migliorare l’efficacia dello strumento agendo innanzitutto sulla semplificazione, attraverso la possibilità di presentare una dichiarazione appunto semplificata – il "modello MINI" – che riguarderà la gran parte delle situazioni ordinarie. Per le altre situazioni si avrà una dichiarazione fatta a "moduli", ciascuno specifico di una particolare prestazione o condizione del beneficiario. Sono previsti infatti 6 tipi differenziati in base al tipo di prestazione richiesta: DSU (Dichiarazioni Sostitutiva Unica) Mini per fornire le principali informazioni sullo stato del nucleo familiare: dati anagrafici, reddituali e patrimoniali; Isee Università; Isee socio-sanitario; Isee socio sanitario-residente; Isee minorenni con genitori non coniugati tra loro e non conviventi; Isee corrente, ossia una dichiarazione che riporta la situazione degli ultimi 12 mesi nel caso in cui si sia verificato un mutamento sostanziale dei redditi.
La nuova dichiarazione concederà inoltre la possibilità di far valere subito le difficoltà provocate dalla crisi, contabilizzando immediatamente la perdita del posto di lavoro (più in generale quando il reddito diminuisce di almeno il 25%), senza aspettare che il peggioramento delle condizioni venga prima registrato dalle dichiarazioni fiscali, presentando appunto l’Isee corrente.

Le critiche al nuovo Isee

Non mancano però le critiche. Secondo alcuni, valorizzare le famiglie numerose potrebbe risultare inefficace alle condizioni attuali perché penalizzante nei confronti di single e coppie che sono target assai corposi nell’attuale assetto sociale, dando inoltre per scontato che la famiglia numerosa abbia maggiore bisogno del sostegno pubblico, soprattutto se ciò penalizza chi non si trova in questa condizione familiare e con uno strumento che per sua natura dovrebbe essere neutrale.

Inoltre, secondo altri pareri, il nuovo indicatore si presenterebbe come una nuova tassa sulla casa che va a danno soprattutto dei piccoli proprietari, assestando tra l’altro un colpo ulteriore alla crisi edilizia. Nel calcolo dell’Isee, infatti, si terrà conto del valore delle case di proprietà utilizzato per il conteggio dell’imu – e non più i parametri della vecchia ici, che non esiste più – che sono però sensibilmente più elevati di quelli usati precedentemente. Ciò comporterà un aumento dell’Isee e restringerà l’accesso alle prestazioni sociali.

Alcune associazioni di disabili, inoltre, si sono opposte al nuovo Isee perché ritengono penalizzi le fasce più fragili considerando reddito anche le indennità di accompagnamento e i sostegni economici per l’assistenza domiciliare alle persone non autosufficienti, facendo apparire ricche proprio le famiglie realmente più a rischio di povertà, le famiglie disabili. Il decreto in realtà prevede delle specifiche franchigie, che a loro parere tuttavia non appaiono adeguate. Centinaia di famiglie hanno quindi presentato ricorso, sul quale il Tar de Lazio dovrà pronunciarsi presumibilmente a breve.

 

Vi proponiamo qui sotto alcuni riferimenti ed una rassegna stampa sul nuovo Isee:

Il Sito del Ministero del Lavoro

Scheda tecnica

Supplemento ordinario n. 87 alla GAZZETTA UFFICIALE, 17 novembre 2014

Rompicapo Isee, cambia il calcolo dell’estratto conto, Il Sole 24 ORE,25 novembre 2014

Nuovo Isee anti-evasione: smaschera i "furbetti" che non dichiarano il c/c, La Repubblica, 18 novembre 2014

Nuovo modello Isee 2015, per stanare i furbetti del welfare: c/c e case ai raggi X, Il Fatto Quotidiano, 19 novembre 2014

Il nuovo Isee rischia già di saltare, Libero, 20 novembre 2014 

Nuovo Isee, serve un confronto pubblico, Vita.it, 26 febbraio 2014

Ricorso collettivo contro il nuovo Isee, Vita.it, 10 febbraio 2014