Lo slogan adottato dal governo di Enrique Peña Nieto è evocativo: "Mexico, una economia de primera con empleos de tercera" – Un’economia di prima categoria con impieghi di terza. Troppo lavoro nero, nessuna garanzia, welfare inesistente: il 57,8% dei lavoratori e degli imprenditori messicani non dichiara i propri redditi, si limita a pagare una piccola imposta per l’occupazione del terreno su cui opera, oltre a decine di migliaia di maquiladoras (fabbriche di assemblaggio) non regolamentate.
Da qui la proposta dell’Esecutivo al mondo delle imprese: "emersione" dal lavoro nero in cambio di una tassazione esigua, benefici fiscali, welfare e pensioni. L’idea è semplice: incorporare i dipendenti e le pmi nel Repecos, un’aliquota privilegiata per i redditi più bassi.
L’iniziativa denominata dal governo "Crezcamos juntos" , cresciamo insieme, prevede inoltre l’esenzione dall’Iva per dieci anni per tutti coloro che guadagnano meno di 7.600 dollari all’anno. E un’agevolazione ancora più grande per i venditori ambulanti di bibite, panini e sigarette. In cambio verranno offerti servizi sanitari e sociali, oltre ad una pensione di vecchiaia. Non solo: sarà consentita anche l’accesso a crediti bancari, finora impossibili da erogare proprio per la non-trasparenza del lavoro sommerso.
Il Messico offre benefici fiscali e welfare in cambio dell’emersione
Roberto Da Rin, Il Sole 24 Ore, 11 settembre 2014