In questi giorni è stato pubblicato il numero 3/2019 di Welfare Oggi, rivista edita da Maggioli che si occupa di temi legati al welfare locale (e che è parte del network di Percorsi di secondo welfare). A questo link potete consultare l’indice completo, mentre di seguito trovate una breve sintesi dei contenuti proposti.
Focus sull’Europa
L’Europa va incontro alla nuova legislatura portando con sé la contraddizione tra spinta verso il sovranismo e necessità di rimettere al centro le politiche sociali, unica strada per il rilancio del continente e per contrastare la percezione di distanza che ha generato il sentimento antieuropeo. Da una parte la concretizzazione del “Pilastro sociale” – tema trattato nell’articolo di Giuseppe Guerini – dall’altra l’utilizzo convincente, tanto nelle priorità comunitarie quanto nelle scelte nazionali, delle risorse del settennato 2021-2027 di cui si occupa Daniele Ferrocino. Questi sono i banchi di prova su cui si gioca una parte rilevante del futuro dell’Unione.
Reddito di cittadinanza: cosa cambia per i Comuni
Tra gli esiti dell’interlocuzione istituzionale in sede di approvazione del Reddito di cittadinanza vi sono state alcune modifiche rilevanti rispetto alla prima versione del testo,
grazie alle quali è stato recuperato un ruolo significativo per i Comuni, come evidenziano Samantha Palombo, Chiara Poli e Chiara Minicucci. Ora il quadro è destinato a precisarsi con l’uscita di alcuni importanti atti applicativi.
I centri diurni per anziani
I Centri diurni costituiscono una opzione per la presa in carico di anziani non autosufficienti molto più economica rispetto all’inserimento in struttura; un’analisi comparata delle diverse situazioni regionali proposta da Franco Pesaresi mette tuttavia in luce sistemi di costo, quota di spesa sostenuta dalla sanità, criteri di compartecipazione alla spesa assistenziale da parte dei cittadini molto diversi, cosa che non facilita lo sviluppo di queste soluzioni.
Le strategie per la presa in carico dei senza dimora
I senza dimora stanno cambiando e le strategie di presa in carico oscillano tra approccio “a gradini” in cui l’operatore guida in maniera direttiva l’utente e approccio housing first dove la casa è imprescindibile elemento di partenza per il reinserimento sociale puntando su processi di empowerment della persona; queste le riflessioni in corso, cui contribuiscono anche recenti ricerche realizzate sui territori metropolitani torinesi, come documentato da Cesare Bianciardi.
L’assistente sociale nella governance del sistema sociosanitario
L’assistente sociale, professione generalmente associata al lavoro con le persone, può avere un ruolo significativo anche nel governo del sistema socioassistenziale e sociosanitario; ciò ha senso, però, nella misura in cui le funzioni che svolge non si identificano con adempimenti formali, ma, come sottolinea Paola Ferraguti, mirano a un effettivo miglioramento dei servizi per il cittadino.
Bologna, un progetto per chi è dimesso dal carcere
Quando una persona è prossima all’uscita dal carcere diventa fondamentale costruire relazioni tra l’interno della struttura detentiva e i servizi presenti sul territorio (sociali, del lavoro, abitativi, sanitari); questo è l’obiettivo del Progetto Dimittendi della Casa Circondariale di Bologna raccontato da Beatrice Valentini.
Diventare assistenti sociali
Daniela Bruno, Alice Castagnaro, Erika Corti e Victoria Garibaldi sono quattro giovani assistenti sociali, da poco assunte dal Comune di Torino, che raccontano il loro impatto con la profession, a partire da quattro elementi: il lavoro di comunità oltre il lavoro individuale; la burocrazia come facilitazione nel lavoro e non come ostacolo; la multiprofessionalità come risorsa; la necessità di formazione specifica. Viene evidenziata la difficoltà nel confrontarsi con tali sfide nella pratica dopo averle studiate, ma anche la determinazione ad affrontarle in modo propositivo.
Tecnologie per gli anziani. E strategie partecipative
Che a fronte delle prospettive demografiche sia necessario ripensare le strategie di intervento sugli anziani, è un fatto. Che in ciò le tecnologie giochino un ruolo significativo, è oggi ampiamente condiviso. Ma, spiegano Oscar Zanutto e Raffaele Catoni, ciò che sarà determinante è la capacità di mutare la logica di intervento dall’approccio top-down alla creazione partecipata degli interventi, considerando l’anziano come protagonista nella definizione dei servizi e collocando anche l’apporto delle nuove tecnologie entro questo paradigma.
Lo sportello unico che semplifica i servizi
Percorsi complessi per accedere ai servizi, barriere burocratiche, necessità di disporre di tempo e competenze eccessive per comprendere a quali uffici rivolgersi e in quale sequenza: tutto ciò rischia di costituire un ostacolo implicito alla fruizione di diritti. Un’esperienza di sportello unico documentato da Gianluca Budano tenta di affrontare questo problema grazie ad una alleanza tra istituzioni che unificano il punto di accesso e svolgono autonomamente il lavoro di raccordo tra servizi per garantire la fruizione delle prestazioni, senza che il cittadino debba rivolgersi ad una pluralità di uffici.
Il welfare italiano visto dall’Australia
Che aspetto ha il nostro welfare… visto dall’Australia? E quali sono le differenze per chi lavora nei servizi di welfare? Lo leggiamo da una testimonianza di Federico Marcon, che ha lavorato con ruoli dirigenziali prima in organizzazioni non profit italiane e ora da alcuni anni opera in Australia.