L’Italia è tra i Paesi con il più alto tasso di skill mismatch in Europa. Significa che chi lavora in determinati settori si trova nell’incapacità di acquisire, entro i tempi della transizione tecnologica, le stesse abilità complesse che svolgerebbe un robot. I dati di un recente studio dell’Università di Trento indicano che nei prossimi 15 anni la quota di lavoratori e lavoratrici ad alto rischio di rimpiazzo tecnologico si attesterà tra il 33% (7,1 milioni di persone) e il 18% (3,9 milioni), se si considerano rispettivamente le professioni automatizzabili o le singole mansioni.
In questo contesto in continuo mutamento, il Fondo per la Repubblica Digitale sta varando varie iniziative volte ad affrontare queste situazioni. Più recentemente lo ha fatto con “Prospettive”, il bando dedicato ad accompagnare lo sviluppo delle competenze digitali di donne e uomini ai margini del mercato del lavoro, e “In progresso”, il bando dedicato alla crescita delle competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica (di entrambi i bandi avevamo parlato qui).
Nel 2024 troveranno piena attuazione i 53 progetti selezionati tramite questi bandi. Nello specifico, 41 sono quelli risultati idonei per “Prospettive”, che godranno di un sostegno di 18,6 milioni, mentre 12 sono quelli di “In Progresso”, che saranno sostenuti con 3,6 milioni. Complessivamente, dunque, si tratta di 22,2 milioni di euro che andranno a sostenere l’azione dei 252 attori tra enti del Terzo settore, soggetti pubblici, Università e imprese, che si sono candidati – e lavoreranno insieme – con partnership pubblico-private, che rappresentano uno degli elementi di maggiore interesse per quanto riguarda l’azione del Fondo.
Sul sito del Fondo per la Repubblica Digitale è disponibile l’elenco dei progetti vincitori e maggiori informazioni sugli obiettivi che questi intendono perseguire.