Conosciamo ormai bene gli effetti e le conseguenze della pandemia e del lockdown per quanto riguarda la conciliazione vita-lavoro e la redistribuzione del carico di lavoro, retribuito e non, all’interno delle famiglie. Come si legge in un recente articolo di NeoDemos, il rischio è che l’attuale emergenza possa aver innescato un “ritorno alla tradizione” nel campo dell’emancipazione e occupazione femminile. Per questo Elisa Brini, Mariya Lenko, Stefani Scherer e Agnese Vitali – autrici del contributo – indagano se questo cambio di rotta lungo la strada della parità di genere sia effettivamente avvenuto.
Siamo davvero di fronte ad un “ritorno alla tradizione”?
I dati Istat ci dicono che durante il primo lockdown abbiamo assistito ad una considerevole riduzione del lavoro (e quindi del reddito) per le famiglie con figli. Rispetto al 2019, nel secondo trimestre del 2020 il numero di padri occupati che ha lavorato zero ore è passat0 dal 2,7% al 17,3%, quella delle madri dal 4,8% al 13,1%.
Distinguendo poi cinque tipi di coppie, le autrici scoprono nel primo trimestre, una riduzione delle coppie che lavorano lo stesso numero di ore (-12%) e un aumento di quelle dove nessuno lavora (+66%). Ma è nel secondo trimestre che troviamo le alterazioni principali: le coppie con ore uguali continuano a diminuire (-23%), mentre quelle dove nessuno lavora aumentano esponenzialmente (+127%).
Le coppie dove lavorava prevalentemente o solo l’uomo diminuiscono (rispettivamente del –30,4% e –7,2%), differentemente da quelle dove lavora prevalentemente o solo la donna, che invece aumentano del 50%. Nel terzo e quarto trimestre invece, i dati tornano in linea con quelli del 2019.
Meno tempo al lavoro: più colpiti i padri delle madri
Come previsto, pandemia e lockdown hanno avuto forti effetti sui modelli lavorativi di uomini e donne. Contrariamente alle attese, i dati analizzati da NeoDemos evidenziano che la pandemia ha ridotto il tempo dedicato al lavoro retribuito più per i padri che per le madri.
Per un Paese come il nostro che nel confronto europeo presenta uno tra i più bassi tassi di occupazione femminile, la pandemia potrebbe essere stata l’opportunità per cominciare a investire sul lavoro femminile. Solo in questo modo sarà possibile valorizzare il potenziale delle donne nel mercato del lavoro e, al tempo stesso, degli uomini nel lavoro di cura.