La modifica del PNRR presentata dal Governo e approvata dalla Commissione UE la scorsa settimana conferma un taglio dei posti in asili nido e scuole dell’infanzia che dovrebbero essere creati grazie al Piano. Si tratta di una diminuzione di oltre 100.000 posti, da 264.480 a 150.480.
La rimodulazione, spiega La Stampa citando fonti del Governo, si è resa necessaria per varie ragioni. Da un lato i costi delle materie prime, cresciuti di almeno il 50% rispetto alle stime del 2021, che rendono troppo onerosi alcuni interventi per la realizzazione delle nuove strutture. Dall’altro il fatto che Bruxelles non ha ritenuto ammissibili come nuovi posti quelli derivanti da interventi di messa in sicurezza, demolizione e ricostruzione, nonché quelli presenti nei cd. centri polifunzionali. Inoltre, la Commissione non ha riconosciuto ammissibili le spese per l’avvio della gestione del servizio, operando un taglio di 900 milioni.
Il Governo assicura che non sarà definanziato nessun intervento già aggiudicato, così come saranno mantenute le risorse in conto corrente già assegnate ai Comuni. Per aumentare comunque il numero dei posti negli asili nido e raggiungere il 33% di copertura entro il 2026 senso verranno adottati due piani: uno da circa 530 milioni con le risorse già finanziate nel decreto Caivano e un altro con i 900 milioni di risorse nazionali rimodulate da altri piani di edilizia scolastica.