Prende forma il decreto legislativo per recepire la direttiva Ue 1158/2019 sulla conciliazione tra vita lavorativa e familiare (ne parlammo qui), che ha avuto il via libera della Ragioneria dello Stato e che ora attende il parere delle commissioni parlamentari competenti.
Si tratta del primo passo verso un riordino del sistema dei congedi che farà parte del Family Act, il piano di riforme sulle politiche per la famiglia di cui recentemente sono state approvate le linee guida. Uno degli obiettivi principali del Family Act è il contrasto alla denatalità, che in Italia ha raggiunto livelli preoccupanti per la sostenibilità del welfare state (ne abbiamo parlato in dettaglio qui).
Sul Sole 24 Ore dell’11 aprile Michela Finizio spiega le novità principali previste dal decreto legislativo. Il congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni diventa strutturale, riprendendo quanto già previsto dalla scorsa legge di bilancio. Il periodo potrà essere richiesto dal padre anche nei due mesi antecedenti al momento della nascita (o adozione o affido) ed entro i 5 mesi successivi. È riconosciuta un’indennità pari all’80% della retribuzione, identica a quella per la maternità. Il congedo parentale facoltativo passa da 10 a 11 mesi anche per i nuclei monogenitoriali, di cui i primi 9 indennizzati al 30%. Ogni genitore ha la facoltà di richiedere tre mesi non trasferibili, che vengono persi se la madre o il padre decidono di non usufruirne. Il congedo può essere richiesto fino ai 12 anni del figlio.