Fino a poco tempo fa erano pochi, pochissimi; ora rischiano di essere pure troppi rispetto a chi ne fa richiesta. Nell’Italia di oggi l’asilo nido è un modello tremendamente in crisi. E l’ultima riforma della scuola (di cui il governo ha appena approvato i decreti attuativi), che vorrebbe rendere per la prima volta la fascia zero-sei anni un blocco educativo unico e trasformare il nido da servizio a domanda individuale (offerto a chi lo richiede) in universale, rischia di arrivare fuori tempo massimo.
Costi altissimi, orari che mal si conciliano con i ritmi lavorativi alimentano un paradosso: un sistema che sembrava sommerso dalle richieste ora sta trovando un suo equilibrio (disastroso, perché raggiunto non aumentando l’offerta ma facendo precipitare la domanda), ed è arrivato all’estremo di non riuscire nemmeno a riempire quei posti considerati fino a poco tempo fa dannatamente scarsi. L’Istituto degli Innocenti, la più antica istituzione pubblica dedicata alla tutela dei bambini, ha analizzato quel che succede nei cinquanta Comuni più rappresentativi d’Italia: per cento posti disponibili nei nidi le richieste sono 106; il guaio è che tra chi ottiene il posto in 13 rinunciano ancora prima di entrare e altri 6 si dileguano entro tre mesi. Alla fine il 20% dei posti resta scoperto e, per di più, tra chi resiste, il 4% non paga regolarmente la retta.
Asili, posti liberi ma troppo cari: i bimbi vanno (gratis) alle materne
Andrea Rossi, La Stampa, 26 aprile 2017