EducAzioni, il network che riunisce le principali reti che si occupa di minori e istruzione (tra cui l’Alleanza per l’infanzia, a cui aderisce Secondo Welfare), ha pubblicato un comunicato per lanciare l’allarme sulla richieste dei fondi del PNRR per la costruzione e il potenziamento degli asili nido.
A fine febbraio, infatti, è scaduto il termine ultimo per le candidature da parte degli enti locali per avere accesso ai fondi del PNRR destinati a mense, palestre, asili nido e scuole dell’infanzia. L’adesione è stata massiccia, con richieste di finanziamento ben oltre superiori ai fondi stanziali, eccetto per gli asili nido. Sulla base di queste richieste, infatti, sarebbero state fatte richieste solo per 1,2 miliardi di euro rispetto ai 2,4 stanziati.
Così non sarà possibile raggiungere l’obiettivo minimo di una copertura del 33% su tutto il territorio nazionale, come previsto dagli standard europei. La scadenza per presentare richieste è stata prorogata a fine marzo, ma questa non sembra essere una soluzione sufficiente per affrontare il problema.
Secondo EducAzioni ci sono 3 criticità che occorre tenere in considerazione:
- Il ricorso ai bandi, nel caso di livelli essenziali di prestazione, risulta problematico, poichè affidato ai Comuni anzichè essere centralizzato (come per la sanità e la scuola).
- Essendo la spesa dei nidi in capo ai Comuni questi potrebbero essere restii nell’accettare i fondi date le incertezze sul finanziamento aggiuntivo necessario a coprire i costi di gestione.
- La mancanza di competenze specifiche nella progettazione di nidi e servizi educativi alla prima infanzia.
Alla luce di questi aspetti critici, EducAzioni ha espresso 6 richieste per far fronte alla situazione:
- Riflettere ed intervenire sulle motivazioni che hanno spinto i Comuni a non fare domanda.
- Garantire ai Comuni l’adeguatezza dei fondi che avranno a disposizione nel gestire i servizi educativi alla prima infanzia.
- Rafforzare il sostegno ai comuni nella fase di progettazione, auspicabilmente in collaborazione con la comunità educante.
- Proroga del termine del bando per la presentazione delle domande, in modo da permettere agli Enti di riformulare i loro progetti, con l’introduzione di nuovi criteri di premialità in fase di presentazione di progetti.
- Una coesione del Ministero nell’individuazione degli ambiti territoriali che non hanno fatto domanda, intervenendo sull’attivazione dei servizi.
- Un avvio immediato della programmazione del personale necessario per la gestione dei servizi educativi.