L’istruzione e le opportunità educative per la primissima infanzia sono un’importante risorsa nel contrasto alla disuguaglianza intergenerazionale, ossia il rapporto tra la condizione socio-economica della famiglia di origine e i redditi ottenuti dai figli una volta diventati adulti. In un articolo pubblicato su Left Chiara Agostini, ricercatrice di Percorsi di secondo welfare, analizza la situazione degli asili nido in Italia e guardando alle opportunità di cambiamento offerte dal PNRR.
In Italia, infatti, ad oggi l’asilo nido è da considerarsi un servizio d’élite. I dati Istat evidenziano l’uso diffuso di servizi educativi per la prima infanzia nelle famiglie con redditi alti. In particolare, il reddito netto annuo delle famiglie con bambini iscritti a un servizio per la prima infanzia è mediamente più alto di quello in cui ci sono bambini non iscritti. Inoltre, il titolo di studio e la posizione lavorativa dei genitori sono ulteriori discriminanti nella scelta (e nella possibilità) di frequentare gli asili nido, specie per le famiglie dove solo un genitore lavora.
In questo scenario, i fondi stanziati dal PNRR (2,4 miliardi per gli asili nido) diventano una risorsa indispensabile per avviare un cambiamento concreto nell’offerta educativa dei territori e nel potenziamento di tali strutture. I fondi, però, sono una condizione necessaria ma non sufficiente al cambiamento, poiché i territori necessitano di una solida rete di accompagnamento alla progettazione.