Come si contrasta oggi la povertà alimentare in Italia e in che modo si può garantire l’accesso al cibo a chi si trova in difficoltà economica? Per discutere del tema martedì 9 maggio presso l’Università degli Studi di Milano si è tenuto un incontro dal titolo “Povertà alimentare e diritto al cibo. Dalla risposta al bisogno a politiche di prevenzione e di contrasto”.
Coordinato da Franca Maino del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche della Statale, l’incontro ha dapprima presentato alcuni dei dati raccolti dall’Osservatorio Insicurezza e Povertà Alimentare e, a seguire, ha proposto una tavola rotonda, moderata da Ilaria Madama tra esperti, amministratori locali, studiosi e operatori che a vario titolo si occupano di povertà alimentare e diritto al cibo.
L’importanza dei dati per ripensare i modelli
In occasione dell’incontro, come detto, sono stati presentati alcuni risultati del lavoro che sta svolgendo l’Osservatorio Insicurezza e Povertà Alimentare della Città Metropolitana di Roma. Davide Marino e Francesca Benedetti Felici, ricercatori dell’Osservatorio e docenti presso l’Università degli Studi del Molise, hanno spiegato che quanto realizzato da questo ente è fondamentale per la creazione di adeguate politiche poiché “tra i suoi obiettivi c’è anche quello di fornire dati che possano essere spunti per le decisioni” in tema di contrasto alla povertà alimentare.
Povertà alimentare: nasce l’Osservatorio che studia le disuguaglianze territoriali
L’Osservatorio negli scorsi mesi ha portato avanti un lavoro di mappatura della povertà nella Città Metropolitana di Roma per capire il comportamento alimentare e il rapporto con lo spreco alimentare, la distribuzione dei punti vendita “food services” in cui è reperibile cibo fresco, e la “filiera della solidarietà” che prevede aiuto e distribuzione di cibo.
Tra le principali considerazioni, Felici ha riportato la necessità di ripensare gli aiuti a livello alimentare, valutando sia l’appropriatezza dei prodotti (che troppo spesso sono principalmente carboidrati), sia il modello di distribuzione, che solitamente è “top-down” attraverso la consegna di pacchi già preparati senza coinvolgere l’utente nella scelta.
Il bisogno a politiche di prevenzione e di contrasto
“Qualificare la povertà con un aggettivo significa alimentare un meccanismo di politiche frammentate che portano a occuparci di alcuni aspetti della povertà senza vedere la ragione principale delle sue cause“. Con queste parole Lamberto Bertolè, Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, ha sottolineato la necessità di affrontare il fenomeno della povertà alimentare tenendo conto del più ampio contesto in cui questo si sviluppa, evitando di perdere di vista il quadro complessivo.
Roberto Sensi, Responsabile programma povertà alimentare ActionAid Italia, parte dalla definizione di povertà alimentare, termine che nasce da “una visione multidimensionale che vuole superare la logica della povertà come povertà monetaria”. Per Sensi è importante sottolineare come “la povertà alimentare sia una conseguenza della povertà e questo a monte ci porta alla riflessione che non esiste una politica di contrasto alla povertà alimentare senza una politica di contrasto alla povertà“. Come evidenziato nell’intervento introduttivo dalla ricercatrice Felici, il cibo deve essere parte di un percorso di riattivazione, superando la logica della donazione.
Si è parlato inoltre dell’importanza dell’impegno pubblico nella lotta contro la povertà insieme alla centralità e al compito di regia che gli enti locali e istituzionali devono portare avanti. In tal senso, Matteo Ripamonti, Direttore operativo di IBVA, ha spiegato che “non saremo mai in grado di risolvere il problema nemmeno di un solo nucleo familiare se non dentro a una strategia comune, condivisa anche con gli enti istituzionali”.
Ne è un esempio quanto operato dal Comune di Milano. Teresa Materia (Area Food Policy del Comune), infatti, ha raccontato come “dalla nascita della Food Policy all’interno dell’Amministrazione milanese, si evince questa vocazione alla collaborazione e al partenariato”. Si tratta di un sistema che ha puntato alla creazione di vari Hub di Quartiere contro lo spreco alimentare, dove il soggetto pubblico ha assunto un ruolo di leadership facilitante.
L’importanza di raccogliere e analizzare dati per pianificare un intervento concreto è un concetto fondamentale che è stato ripreso anche da Laura Anzideo, Referente Programma QuBì di Fondazione Cariplo. Anzideo ha raccontato che la fase iniziale del progetto è stata quella di capire a chi si sarebbe dovuto rivolgere l’intervento. “La raccolta dei dati è stata molto difficile, e abbiamo individuato 9.973 minori in povertà certificata“, un numero tuttavia inferiore all’entità del fenomeno.
L’incontro è stato promosso da Percorsi di secondo welfare, ActionAid Italia e dall’Osservatorio Insicurezza e Povertà Alimentare della Città metropolitana di Roma Capitale insieme al Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche e ai corsi di laurea GLO, MOL e SPO dell’Università degli Studi di Milano.