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L’Osservatorio statistico dell’Inps ha pubblicato il quarto monitoraggio del Reddito di Inclusione (REI), che dà conto del funzionamento della misura di contrasto alla povertà per tutto il 2018. Come i precedenti rapporti trimestrali (che abbiamo analizzato qui, qui e qui), il report si basa sulle domande trasmesse all’istituto dai Comuni di residenza dei richiedenti e contiene i dati relativi all’accesso al REI e alcune informazioni sui nuclei familiari beneficiari.

I beneficiari

Nel 2018, sono stati erogati benefici economici a 462 mila nuclei familiari e le persone coinvolte sono complessivamente 1,3 milioni. La maggior parte dei benefici (pari al 68% dell’importo complessivo erogato che ha riguardato il 71% delle persone coinvolte) sono stati erogati nelle regioni del Sud. In particolare, il 46% dei nuclei beneficiari di REI (50% delle persone coinvolte), risiedono in sole due regioni: Campania e Sicilia. Seguono Puglia, Lazio, Lombardia e Calabria, che coprono un ulteriore 29% dei nuclei e il 27% delle persone coinvolte.

Il tasso di inclusione del REI – ovvero il numero di persone coinvolte ogni 10.000 abitanti – a livello nazionale è pari a 220. I valori più alti si registrano in Sicilia, Campania e Calabria, dove raggiunge rispettivamente 634, 603, 447; quelli più bassi riguardano Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia, con valori di 28 e 37). Altro dato interessante riguarda la percentuale di nuclei extracomunitari che hanno beneficiato della misura: l’11%; al Nord questa incidenza sale tuttavia al 29%.

Per il 2018, l’importo medio mensile del REI è stato pari a 296 euro, ma la variabilità territoriale è elevata. Si va, infatti, dai 237 euro in Valle d’Aosta ai 328 euro per la Campania. Nel complesso, nelle regioni del Sud sono erogati benefici con un importo mensile medio più alto di quelle del Nord (51 euro, +20%) e di quelle del Centro (34 euro, +12%) (tabella 1).

 

Tabella 1. I beneficiari del REI, anno 2018 Fonte: Inps, Osservatorio Statistico, Reddito di Inclusione. Nuclei beneficiari e persone coinvolte. Mesi di competenza gennaio-dicembre 2018, dati provvisori aggiornati al 22 gennaio 2018 p.8.


Gli effetti dell’universalizzazione del REI

Nella sua prima formulazione il REI si rivolgeva alle famiglie con minori, con disabili gravi, con donne in stato di gravidanza accertata o a persone con 55 o più anni di età in possesso di specifici requisiti di disoccupazione. A partire dal mese di luglio (come vi abbiamo raccontato qui) sono venuti meno tutti i requisiti familiari e la misura è quindi diventata nei fatti universalistica.

Il rapporto pubblicato dall’Inps consente di analizzare i cambiamenti avvenuti a seguito dell’universalizzazione del REI e relativi alle caratteristiche dei nuclei beneficiari. Le domande raccolte nel periodo compreso fra luglio e dicembre 2018 sono 179 mila e di queste il 40% è imputabile a nuclei che non possiedono i requisiti familiari precedentemente necessari per accedere al REI. Sempre considerando il periodo luglio-dicembre 2018, gli effetti dell’universalizzazione della misura si osservano anche sulla distribuzione dei nuclei percettori per numero di componenti: la classe modale (ovvero quella in cui è presente la frequenza più alta) è quella con un solo componente (39%), mentre in precedenza era quella con tre componenti.

L’universalizzazione del REI ha determinato una diminuzione dell’importo medio mensile della misura: dal valore massimo registrato a maggio e pari a 312 euro, si è scesi (nel mese di dicembre) a 282 euro.

Le caratteristiche dei nuclei familiari coinvolti

Per come è stato costruito il REI, l’importo medio del beneficio economico varia sensibilmente in considerazione del numero medio di componenti il nucleo familiare. In particolare, il REI passa da 176 euro nel caso dei nuclei monocomponenti a 426 euro per i nuclei con 6 o più componenti.

I nuclei nei quali sono presenti minori sono 243 mila: si tratta del 53% dei nuclei beneficiari e coprono il 71% delle persone interessate. La classe modale dei nuclei con minori è quella con quattro componenti, che rappresenta il 32% del totale.

I nuclei con disabili sono invece 82 mila; si tratta del 18% dei nuclei beneficiari, pari al 17% delle persone interessate. La classe modale dei nuclei con disabili è quella con un solo componente che rappresenta il 28% del totale.