Il Governo Meloni ha sostituito il Reddito di Cittadinanza con due prestazioni: l’Assegno per l’Inclusione (Adi) e il Supporto (temporaneo) per la formazione e il lavoro (Sfl). Alla luce di questa riforma, nel 2024 torneremo a essere l’unico Paese europeo senza una misura di reddito minimo rivolta a tutti i poveri in quanto tali e non solo ad alcune categorie, come le famiglie con figli.
Su Vita Cristiano Gori affronta il tema spiegando che allo stato attuale le politiche contro la povertà scompaiono e diventano un sottoinsieme di quelle per la famiglia. “L’obiettivo non è più assicurare a chiunque cada in povertà il diritto a una vita decente, bensì proteggere le famiglie con figli dalla povertà. Le politiche a favore di queste ultime completano così una peculiare traiettoria: da marginali (fino a qualche anno fa erano sostanzialmente ignorate) sono diventate importanti (nella fase recente, con introduzione dell’assegno unico e gli investimenti del Pnrr sui nidi), per arrivare oggi a guadagnare lo status di uniche politiche di welfare (ovvero di criterio ordinatore che guida tutti gli altri interventi)”.
Secondo Gori “l’intenzione di riservare alle famiglie con figli una protezione particolare, in ragione delle loro specificità, è condivisibile ma non può ledere il diritto di ognuno a ricevere un aiuto da parte dello Stato, indipendentemente da caratteristiche anagrafiche, familiari o di altro tipo”. In altre parole “la riforma contrappone le famiglie con figli e il resto della società” e, al di là degli evidenti problemi sul fronte della povertà, occorrerà anche verificare “se un approccio così duro politicamente e ideologicamente orientato si rivelerà davvero la strada più efficace verso l’auspicabile ulteriore sviluppo delle politiche per le famiglie con figli”.