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In Italia i bambini che si trovano in condizione di povertà assoluta sono 1.260.000, il 12,6% dei minorenni che vivono nel Paese. Un dato allarmante considerato che nel 2005, meno di 15 anni fa, l’incidenza era del 4%. Proprio allo scopo di contrastare l’insorgere della povertà minorile, nel corso di questo anno è nato il network Investing in Children. La rete – promossa dalla Fondazione L’Albero della Vita, Human Foundation, Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori), Cnoas (Consiglio Nazionale Ordine degli Assistenti Sociali) e Anep (Associazione Nazionale Educatori Professionali) – si propone di raccogliere e valorizzare il sapere e le esperienze di tutte le realtà che lavorano nel campo del contrasto alla povertà dei più giovani, al fine di sviluppare sul piano nazionale azioni di contrasto a questa grave condizione e di sensibilizzare governi e policy maker.


Investire nel benessere dei bambini

L’obiettivo di Investing in Children è quindi quello di far sì che i bambini possano tornare al centro del dibattito pubblico e, di conseguenza, nella definizione delle politiche pubbliche. La questione è infatti determinante per il futuro del nostro Paese e, nonostante negli ultimi anni siano stati fatti alcuni passi in avanti – come ad esempio l’istituzione del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile – molto resta ancora da fare. Come ricorda lo stesso documento fondativo di Investing in Children, secondo l’Unicef "I bambini che vivono in situazioni di povertà esperiscono una condizione di deprivazione di risorse materiali, spirituali ed emozionali necessarie alla loro sopravvivenza, allo sviluppo e alla crescita, che li rende incapaci di godere dei propri diritti e di realizzare a pieno il proprio potenziale, e/o di partecipare a pieno titolo e in modo equo alla società".

Proprio per questo le realtà che hanno deciso di fondare questo network si propongono di dar vita ad una strategia integrata che parta dal riconoscere ai più giovani i loro diritti fondamentali, e che concepisca il benessere di questi ultimi come un vero e proprio  investimento capace di generare un ritorno socio-economico di lungo periodo. Per fare ciò – sottolinea il documento istitutivo di Investing in Children – sarà necessario creare un sistema di confronto tra soggetti impegnati nel contrasto alla povertà minorile e con il sistema della ricerca, in Italia e all’estero, al fine di individuare le prassi più efficaci e i modelli di intervento ottimali.

Al momento, oltre ai fondatori, altre due realtà hanno aderito al network: si tratta di Cesvi, organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente con base a Bergamo, e Children’s Villages, Ong che opera su scala mondiale da oltre 70 anni. Data la centralità dei temi toccati è auspicabile che Investing in Children possa affermarsi e divenire un attore importante nel contesto del nostro Paese, al pari di altre associazioni come l’Alleanza contro la povertà in Italia e ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Soggetti che non a caso sono parte del network del nostro Laboratorio.

Ad oggi i portavoce che rappresentano il network presso le Istituzioni sono Gianluca Budano, consigliere di Presidenza ACLI Nazionali per le Politiche della Salute, della Famiglia, sulla Non Autosufficienza, per il contrasto alla povertà educativa, e Ivano Abbruzzi, presidente e della Onlus L’Albero della Vita. Infine, il comitato scientifico di Investing in Children è presieduto da Laura Migliorini, professore associato in Psicologia Sociale presso l’Università degli Studi di Genova.


Riferimenti

Il sito di Investing in Children