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Il tema del contrasto alla povertà, ed in particolare dell’attivazione di un “reddito minimo”, è diventato in questi mesi (finalmente) un argomento rilevante nel dibattito politico. È tuttavia necessario ricordare che da dicembre 2017 è operante in tutta Italia il Reddito di Inserimento (REI), intervento che in base ai dati dell’INPS ha registrato da dicembre 2017 a marzo 2018 richieste di 316.693 persone (110 mila famiglie). Dunque è inevitabile che il tema di discussione diventi ora “come far proseguire, o come modificare, il REI”.

Sull’argomento vogliamo segnalarvi il recente libro, curato da Maurizio Motta, dal titolo “REI. Contrasto alla povertà e reddito minimo. Il REI (Reddito di Inclusione): che cos’è, come si usa, cosa va fatto per migliorarlo” (edito da Maggioli con una prefazione di Cristiano Gori).

In base alla tesi dell’autore del volume sarebbe un errore sottovalutare la portata della riforma che ha introdotto il REI, per molti diversi motivi che non vanno banalizzati. In particolare:

  • i fondi statali dedicati alla povertà diventano “strutturali”, ossia incardinati a regime entro il bilancio dello Stato, e con due destinazioni: le prestazioni contro la povertà, consistenti nel REI; una quota attribuita agli ambiti territoriali espressamente dedicata a rafforzare la rete dei servizi locali (personale, infrastrutture, sistemi informativi, formazione, etc.);
  • il REI non è solo una prestazione economica che si aggiunge a quelle esistenti, ma un pacchetto di erogazioni monetarie e di percorsi di inserimento sociale e lavorativo. Ed il “sistema del REI” impone un vincolo alla interazione tra servizi sociali e servizi per il lavoro, nonché con gli altri servizi locali da coinvolgere contro la povertà, sia con intese formali tra amministrazioni da allestire che con strumenti operativi di lavoro congiunto;
  • gli interventi per il reddito minimo non sono più di natura sperimentale (come da molti anni purtroppo avveniva, dal “reddito di Inserimento” sino al SIA compreso), ma stabili e con la natura di livello essenziale delle prestazioni;
  • sono istituiti nuovi appositi organismi di governance del sistema di contrasto alla povertà dai quali devono anche essere prodotti un Piano sociale nazionale (per l’utilizzo delle risorse del Fondo Nazionale per le politiche sociali), un Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà (per programmare le risorse del Fondo povertà nella quota dedicata a potenziare i servizi locali), un Piano per la non autosufficienza, quale strumento programmatico per l’utilizzo delle risorse del Fondo per le non autosufficienze;
  • si individuano ampie funzioni, ed obiettivi, per le regioni e province autonome, anche nel riordinare la rete territoriale dei servizi coinvolti sul tema della povertà e delle amministrazioni che li gestiscono;
  • si delinea, in particolare nella legge delega n° 33/2017, un percorso di ricomposizione delle attuali frantumate e disorganiche prestazioni nazionali contro la povertà; che certo resta tutto da disegnare e gestire;
  • si prevede la costruzione di un sistema informativo organico ed articolato relativo alle prestazioni sociali e relative risorse.

Tuttavia, secondo il libro, sono molti i meccanismi del REI che meritano miglioramenti, anche rilevanti, e l’analisi che viene proposta poggia su due presupposti di fondo:

  • la lotta alla povertà richiede azioni di diversi attori e di diversa natura, ed è efficace se il sistema che se ne occupa riesce a mettere in campo sostegni tra di loro correlati. Non si contrasta la povertà solo “erogando sussidi”, ovviamente, ma allora occorre anche interrogarsi su come allestire un mix di interventi, e su “chi deve fare che cosa e come” tra i diversi attori coinvolti (servizi e loro operatori, amministrazioni, terzo settore e società civile);
  • se si vuole analizzare (o progettare) un “reddito minimo” contro la povertà, è indispensabile non essere generici, ed anzi discutere a fondo e con precisione tutti i diversi meccanismi che determinano l’accesso dei cittadini e la natura della prestazione. Che cosa davvero riceveranno i poveri, e quali effetti avrà questa prestazione nel ridurre la povertà, dipende inevitabilmente da come sono definiti nel dettaglio i criteri e le modalità per erogare.

Per analizzare a fondo questi punti, l’opera utilizza una metodologia specifica. In primo luogo, dato che il “sistema del REI” è scomposto nelle sue diverse componenti, volutamente molto articolate, a ciascuna componente del REI è dedicato un breve capitolo: l’indice del testo ripercorre quindi tutti gli ingredienti importanti che concorrono a definire il sistema del REI. Inoltre, per ciascuna di queste componenti il volume presenta: ciò che prevede la normativa sul REI, i nodi che i servizi incontrano per gestire, proposte di possibile miglioramento. Su alcune tematiche il miglioramento che si propone richiede una modifica della normativa, su altre riguarda invece la messa in opera, l’organizzazione dei servizi e del lavoro professionale, le infrastrutture.

Il libro si divide inoltre in due parti principali. La prima è dedicata alla prestazione del REI ed ai modi per gestirla, discutendo di chi può ricevere il REI (con rischi di selezioni problematiche), di come si misura la povertà (con possibili distorsioni), dei luoghi nei quali i cittadini possono presentare la richiesta (con attenzioni ai nodi dell’accesso), della natura della prestazione (con i problemi generati da una “carta acquisti”), di come calcolare l’importo da erogare e la sua durata, di che cosa implica costruire un progetto personalizzato di inserimento da abbinare all’erogazione economica (e quali strumenti ciò richiede a quali servizi ed operatori), delle condizionalità e possibili sanzioni per i beneficiari che non rispettano il progetto (con i rispettivi vantaggi e rischi).

La seconda parte del libro è dedicata alle infrastrutture del sistema REI ed ai riordini generali che tale strumento mette in movimento, analizzando le comunicazioni tra Ministero ed Enti locali, il potenziamento dei servizi locali, i sistemi informativi (e la necessità di integrarli e ricomporli, includendovi non solo il ReI, ed a questo fine orientando il previsto “sistema Informativo Unificato per i servizi sociali), il raccordo che va gestito tra REI e assistenza economica attivata dai Comuni, le necessità di incentivare la ricomposizione entro il “reddito minimo” delle troppo frantumate attuali prestazioni contro la povertà, le attenzioni alla governance (nazionale e locale) ed ai contenuti dei previsti “Piani contro la povertà”.

Il testo si propone dunque come uno strumento, da un lato, per fornire agli attori impegnati a diverso titolo nel sistema del REI informazioni per operare, ma anche attenzioni a questioni con le quali devono misurarsi e, dall’altro, per proporre riflessioni sulle politiche contro la povertà e su come il REI si colloca in questo ambito, interrogandosi sui problemi del sistema del ReI, e segnalando per ciascuno di essi possibili proposte concrete ed ipotesi di evoluzione.

Riferimenti

Motta, M. (2018), REI. Contrasto alla povertà e reddito minimo. Il REI (Reddito di Inclusione): che cos’è, come si usa, cosa va fatto per migliorarlo, Maggioli Editore.