Il Casellario dell’Assistenza è un’anagrafe generale delle prestazioni assistenziali che mira a offrire una base conoscitiva utile a migliorare gli interventi in questo settore. Uno strumento apparentemnte molto utile, che tuttavia sconta alcuni limiti come, ad esempio, il fatto che una volta inseriti i dati i Comuni potranno accedere alle informazioni relative ai trasferimenti Inps solo a livello aggregato. I dati riguardanti i benefici ricevuti da un determinato utente, infatti, sono tutelati dalla privacy.
La necessità di disporre di un database delle prestazioni che i diversi enti erogatori rivolgono a un soggetto è tuttavia ampiamente riconosciuta. Per questa ragione, la Regione Lombardia ha istituito la “Cartella Sociale Informatizzata” per cercare di supererare i limiti del Casellario. Anche in questo caso però, l’implementazione è ostacolata dall’impossibilità di accedere ai dati Inps. È allora necessario che questi strumenti dialoghino, e che si lavori per superare le difficolta inerenti la privacy.
Dopo le interviste a Antonio Pone (direttore di Inps Lombardia), Roberto Scanagatti (Presidente di Anci Lombardia) e Massimo Garavaglia (Assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia), per approfondire la questione del Casellario dell’assistenza in Lombardia abbiamo quindi intervistato Paola Gilardoni, Segretario Regionale di Cisl Lombardia.
Come valutala la Cisl Lombardia l’introduzione di strumenti come il Casellario dell’assistenza e la Cartella Sociale informatizzata?
L’emergere di nuove povertà e la predisposizione di interventi di contrasto (come il Reddito di Autonomia – RdA in regione Lombardia, e l’estensione del Sostegno all’inclusione attiva – Sia sul territorio nazionale) evidenziano l’esigenza di un coordinamento tra le diverse politiche. L’efficacia degli interventi deve essere migliorata e il rischio di sovrapposizioni fra le misure e, al contrario, il rischio che alcune aree rimangano scoperte devono essere allontanati. Strumenti come il casellario e la cartella consentono di muovere in questa direzione e non possiamo che vedere positivamente la loro introduzione.
I difficili anni che abbiamo vissuto hanno reso a tutti evidente un cambiamento dei bisogni e l’emergere di nuove fragilità, che sollecitano i sistemi di welfare a ripensare i propri schemi di protezione. In sostanza, i nuovi bisogni sollecitano i soggetti di policy pubbliche a integrare le politiche sociali tradizionali con forme innovative di sostegno e di inclusione. E proprio in un quadro di questo tipo si collocano strumenti come il casellario e la cartella sociale.
In che modo uno strumento come il Casellario può migliorare le politiche di welfare?
Oggi siamo in presenza di interventi predisposti dal Governo nazionale in tema di previdenza e assistenza, mentre Regione e Comuni sono impegnati a programmare politiche pubbliche, a partire da quelle sociali di contrasto alla povertà e fragilità, dedicando servizi ed erogando contributi economici. L’incrocio dei dati riferiti ai beneficiari e alle prestazioni erogate dai diversi soggetti istituzionali può, attraverso un potenziamento dei controlli, evitare sovrapposizioni, realizzare economie di scala e ottimizzare l’impiego delle risorse. Grazie a questi strumenti le risorse possono essere indirizzate verso interventi sociali mirati ai reali bisogni dei cittadini.
Una compiuta conoscenza dei bisogni, del sistema degli interventi e dei servizi sociali e delle risorse messe in campo da diversi soggetti istituzionali sono fondamentali se si vuole ridurre il rischio di frammentazione e se si vuole promuovere il coordinamento delle reti di protezione. Tutto questo è possibile se si implementano strumenti quali il Casellario dell’assistenza e la Cartella sociale informatizzata.
Per queste ragioni, l’anno scorso abbiamo chiesto alla Regione Lombardia, all’Inps regionale e all’Anci Lombardia (ovvero ai principali soggetti di policy regionali) l’avvio di un percorso per sostenere l’attuazione del Casellario dell’assistenza.
Quali sono ora i passi da fare?
E’ necessario attivare un percorso per promuoverne il completamento della raccolta di informazioni circa le prestazioni sociali erogate dalla Regione, dai Comuni, dall’Inps. L’obiettivo è quello di favorire il monitoraggio, la programmazione e la gestione delle politiche sociali attraverso la costituzione di una rete tra le diverse banche dati e la condivisione delle informazioni tra gli Enti erogatori.
Quali sono le principali difficoltà nell’implementazione di questi strumenti?
Sappiamo che oggi ci sono problemi su un doppio versante: quello dell’inserimento dei dati (i cui oneri ricadono sugli enti locali) e quello della loro utilizzabilità (che rimanda ai problemi di tutela della privacy dei dati Inps).
Il primo problema ha trovato una possibile forma di incentivazione e sostegno grazie, da un lato, al sostegno della Regione Lombardia e, dall’altro, alle risorse economiche previste per il Sia. Per l’implementazione del Sia infatti i comuni potranno accedere a risorse del Fondo sociale europeo utili a favorire lo sviluppo di reti e progetti tra enti. Il secondo problema è certamente più complesso e credo che una soluzione auspicabile riguardi l’interazione fra le due banche dati e quindi fra Cartella sociale e Casellario dell’assistenza.
Il percorso che sembrava ben avviato, purtroppo a questo punto è rallentato e siamo in attesa di una più chiara definizione normativa che consenta di superare le difficoltà di natura organizzativa e inerenti la privacy. Da parte nostra, come sindacato, ribadiamo l’impegno e l’interesse a continuare il confronto nella ricerca di possibili soluzioni.