Il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile è stato istituito in via sperimentale per il triennio 2016-2018 al fine di sostenere interventi che possano rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori che vivono sul territorio italiano.
Il Fondo ha la particolarità di essere alimentato attraverso risorse private stanziate dalle Fondazioni di origine bancaria (FOB), alle quali per il primo triennio lo Stato ha riconosciuto un credito d’imposta del 75% sui versamenti effettuati fino a un massimo di 100 milioni di euro l’anno. La Legge di Bilancio 2019 (come vi abbiamo raccontato qui) ha tuttavia previsto una riduzione dal 75% al 65% del credito d’imposta a favore delle Fondazioni e un abbassamento del relativo limite da 100 a 55 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021.
A conclusione del primo triennio di sperimentazione, e alle luce delle nuove regole previste dalla Manovra, abbiamo intervistato Giuseppe Guzzetti, Presidente di ACRI (l’associazione che riunisce le Fondazioni di origine bancaria) e Fondazione Cariplo. Ecco cosa ci ha risposto.
Avvocato Guzzetti, qual è il suo giudizio su questi primi tre anni di sperimentazione del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile?
Il giudizio complessivo è estremamente positivo. È la prima volta che in Italia si realizza un intervento in questo settore con una portata e una partnership pubblico-privato inedite. Nello specifico, credo ci siano almeno cinque elementi distintivi da prendere in considerazione.
Risorse. Le Fondazioni di origine bancaria hanno messo a disposizione 360 milioni di euro nel triennio, assistiti da un credito di imposta pari al 75% delle somme versate sul Fondo.
Governance. La governance strategica è stata affidata a un Comitato composto pariteticamente da rappresentanze del Governo, delle Fondazioni di origine bancaria e del Terzo settore. Sul piano operativo, l’implementazione è stata affidata a un soggetto privato indicato da Acri: l’impresa sociale Con i Bambini partecipata al 100% da Fondazione CON IL SUD. Ritengo che la disponibilità del Governo di sperimentare una partnership pubblico-privato in cui si delega alle prassi in uso nel privato la realizzazione operativa, sia un grandissimo atto di fiducia e, al tempo stesso, una prova di consapevolezza che, nel pieno rispetto della trasparenza e nella condivisione dell’indirizzo strategico, il privato può garantire risultati più rapidi ed efficaci.
Finalità. Si è sempre stati consapevoli, nell’impostare questa misura, che per quanto ingenti, le risorse non sarebbero state sufficienti a risolvere il problema. Da qui discende il carattere sperimentale dell’iniziativa, che è elemento genetico del Fondo, perché si è stati sin dall’inizio consapevoli che fosse necessario individuare percorsi innovativi e inediti per affrontare il problema. E il Fondo consente di mettere in campo tutte le energie pubbliche e private per individuare percorsi efficaci successivamente adottabili nelle politiche pubbliche.
Comunità educante. L’approccio adottato mette in pratica gli insegnamenti teorici consolidati ma solo episodicamente sperimentati, che suggeriscono che il tema della povertà educativa non sia un problema di singole istituzioni (la scuola), ma un problema dell’intera comunità educante e che per porvi rimedio sia necessario chiamare a raccolta tutte le agenzie educative a partire dalle famiglie fino alle scuole, alla società civile nelle sue molteplici espressioni, alle istituzioni locali, agli stessi minori che dovrebbero esserne i protagonisti e non solo i beneficiari.
Misurazione e valutazione d’impatto. Sin dalle prime fasi di gestazione dell’iniziativa si è deciso che, proprio per la natura sperimentale dell’iniziativa che necessitava di misurazioni per poter identificare le progettualità più efficaci e degne di divenire policy, fosse necessario mettere in campo processi di valutazione di impatto pervasivi ed efficaci. È per questo che in ogni progetto è prevista la presenza di enti di valutazione indipendenti che monitorano lo svolgimento dei progetti e ne misurano l’impatto. A questo, si aggiunge l’autonoma attività di monitoraggio e valutazione ex post di Con i Bambini e, non ultimo, un processo di “meta valutazione” che ha la finalità di misurare l’impatto complessivo prodotto dal Fondo.
Sul piano dei risultati complessivi è ancora presto per tirare le somme, anche perché la durata minima dei progetti è biennale e i primi progetti sono stati approvati nel 2017. Tuttavia, dal costante monitoraggio in itinere, abbiamo ottimi riscontri circa l’andamento dei progetti.
Le FOB in questo momento hanno la forza per impegnare risorse "extra" rispetto a nuovi limiti continuando ad alimentare il Fondo ai livelli dello scorso anno?
L’impegno delle Fondazioni ci sarà ma sarà commisurato all’impegno incentivato dal Governo. Le risorse saranno quindi inferiori ma comunque estremamente significative per continuare l’azione in maniera efficace.
Perché a suo avviso il Governo ha scelto di ridurre così drasticamente il Fondo?
Il Fondo nasceva con un orizzonte triennale e non era né previsto, né quindi scontato, il suo rifinanziamento. Il fatto che il Governo abbia deciso di rifinanziarlo, seppur con un taglio diverso, è positivo, perché dimostra l’interesse dello stesso Governo per il tema, la sua positiva valutazione circa l’esperienza sin qui fatta e il suo apprezzamento per il partenariato pubblico-privato. Evidentemente, la complessità della manovra finanziaria ha impedito di poter fare di più. Riteniamo comunque che con le risorse previste si possa proseguire lungo il sentiero tracciato e continuare la positiva azione sin qui svolta.
C’è l’intenzione di fare pressione sul Governo perché cambi la norma similmente a quanto promesso per la "tassa sulla bontà"? Nel caso come intendono muoversi le FOB?
No, la partita l’abbiamo giocata nel processo di approvazione della finanziaria. Ora le risorse ci sono e si tratta di farle “fruttare” al meglio.
In generale cosa pensa delle scelte fatte dell’Esecutivo sul fronte del contrasto alla povertà?
Mi limito a valutare quello che conosco al meglio: ripeto pertanto che, con riferimento al Fondo per il contrasto della povertà educativa, era auspicabile fare di più, ma noi faremo la nostra parte, con spirito costruttivo e collaborativo al tavolo strategico presieduto dall’On. Stefano Buffagni (Sottosegretario di Stato del Ministero per gli affari regionali e le autonomie), dove c’è il Governo, il Forum Nazionale del terzo Settore e le Fondazioni.