Pillole
Povertà e inclusione

Domani (im)possibili: il peso della povertà minorile sulle aspirazioni dei ragazzi

Un’indagine di Save the Children rivela come la povertà condizioni non solo il presente ma anche le prospettive di vita dei giovani sul futuro, con gravi disparità nelle opportunità educative e di realizzazione personale.

Save the Children ha condotto un’indagine per esaminare la percezione della povertà minorile dal punto di vista di ragazzi e ragazze, analizzando come questa situazione incida sul loro presente e influenzi le loro aspettative per il domani. Ne emerge una realtà di “domani (im)possibili”, dove le aspirazioni sono fortemente condizionate dalle circostanze personali e familiari, svantaggiando chi si trova in situazioni socioeconomiche difficili.

Uno dei dati più allarmanti è che quasi il 10% degli adolescenti tra i 15 e i 16 anni (circa 108.000 persone) sperimenta una grave deprivazione materiale. Più nello specifico, il 17,9% dei ragazzi ha genitori che faticano a coprire le spese quotidiane per alimenti, vestiti e bollette. Alcuni vivono in abitazioni prive di riscaldamento (7,6%) o non hanno abbastanza cibo (6,4%); altri sono costretti a rinunciare a uscite (15,1%), attività sportive (16,2%) o vacanze (30,8%) a causa di problemi economici. Inoltre, il 11,6% non può permettersi neppure un paio di scarpe nuove quando necessario.

Per quanto riguarda i sogni e le aspirazioni per il futuro, la maggioranza degli adolescenti – indipendentemente dalle condizioni economiche – desidera un lavoro stabile che garantisca una retribuzione adeguata e che sia appagante. Importante per loro è anche la possibilità di creare una famiglia unita, avere una casa confortevole e mantenere solide relazioni di amicizia. Tuttavia, quando si tratta di proseguire gli studi, emergono differenze significative: solo il 43,4% dei giovani che vivono in situazioni di deprivazione pensa di continuare fino alla laurea, contro il 60,7% dei loro coetanei in condizioni più agiate.

La povertà ha un impatto evidente anche sulle reali aspettative rispetto al futuro. Soltanto il 54,7% dei ragazzi in condizioni di svantaggio crede di poter realizzare i propri desideri nella vita, mentre questa percentuale sale al 75% tra chi vive in un contesto economico migliore. Anche sul fronte lavorativo, le prospettive sono decisamente più pessimistiche per chi vive in condizioni di povertà: il 67,4% teme di non riuscire a guadagnare abbastanza nemmeno lavorando, rispetto al 25,9% dei ragazzi più agiati.

Oltre all’impatto economico, l’indagine evidenzia altri fattori che influenzano le aspettative dei giovani, a partire dalle differenze di genere. Le ragazze hanno aspettative più alte rispetto al percorso di studi, ma sono molto più pessimiste dei loro coetanei maschi quando si parla di carriera e realizzazione personale, indipendentemente dal contesto socioeconomico.

In parallelo, una ricerca condotta insieme a Caritas Italiana ha approfondito le difficoltà vissute dalle famiglie con bambini nella fascia d’età 0-3 anni, evidenziando che i più piccoli sono tra quelli maggiormente colpiti dalla povertà assoluta, con un’incidenza del 14,7%.

Questi dati, che mettono in luce le profonde disuguaglianze radicate nel nostro Paese, evidenziano l’urgenza di un intervento di ampia portata per garantire a tutti i bambini e adolescenti il diritto di aspirare a costruire liberamente il proprio futuro. Il report sottolinea l’importanza che questo diventi un obiettivo prioritario nell’agenda politica italiana, attraverso una strategia a lungo termine che integri politiche in materia di istruzione, salute, lavoro e abitazione, accompagnata da un chiaro investimento di risorse a favore dell’infanzia e dell’adolescenza.

 

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Foto di copertina: www.savethechildren.it