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La Legge di Bilancio 2019 prevede lo stanziamento di ingenti risorse per la lotta alla povertà ma non chiarisce la natura di gran parte degli interventi che saranno realizzati grazie ad esse. La fisionomia di molte misure, in primis il Reddito di cittadinanza, dovrà infatti essere stabilita da specifici provvedimenti normativi che il Governo dovrà varare nelle prossime settimane. Senza quindi entrare nel merito dei provvedimenti, questo articolo si concentra sulle risorse economiche disponibili per il contrasto alla povertà nel prossimo triennio.


Costituito il Fondo per il Reddito di cittadinanza 

La Legge di Bilancio al comma 225 dell’articolo 1 istituisce il "Fondo per il Reddito di Cittadinanza" che costituirà la fonte di finanziamento della Pensione di Cittadinanza e del Reddito di Cittadinanza, prevedendo una dotazione pari a 7.100 milioni di euro per l’anno 2019, a 8.055 milioni di euro per l’anno 2020 e a 8.317 milioni di euro per il 2021. Il medesimo comma stabilisce che fino all’entrata in vigore delle nuove misure, il Reddito di Inclusione – REI (la misura nazionale di contrasto alla povertà attiva dall’inizio del 2018, di cui vi abbiamo raccontato qui) continuerà a essere erogato. A questo scopo la Legge di Bilancio accantona le risorse precedentemente stanziate per il REI attraverso il "Fondo povertà" nel citato "Fondo per il Reddito di Cittadinanza". 

La Legge di Bilancio, tuttavia, non svuota completamente il "Fondo povertà" ma prevede che sia ridotto di 2.198 milioni di euro per il 2019, di 2.158 milioni di euro per il 2020 e di 2.130 milioni di euro annui a decorrere dal 2021. Rimangono quindi in dotazione al "Fondo Povertà" 347 milioni per il 2019, 587 milioni per il 2020 e 615 per il 2021.Queste risorse ammontano approssimativamente al 15% del totale del "Fondo povertà" e corrispondono alla quota già destinata al rafforzamento dei servizi sociali territoriali (la cosiddetta “quota servizi” del Fondo).

La Legge di Bilancio non chiarisce la destinazione di queste risorse, ma facendo riferimento alla Linee guida per l’impiego e la rendicontazione della Quota servizi del Fondo povertà per il 2018 pubblicate dal Ministero lo scorso 22 novembre, si può ritenere che queste resteranno a disposizione degli ambiti territoriali. A pagina 2 si legge infatti che “il disegno di Legge di Bilancio (…) ha fatte salve le risorse della quota dedicata al rafforzamento degli interventi e dei servizi sociali, il cui potenziamento è funzionale alla presa in carico dei soggetti e dei nuclei maggiormente vulnerabili”.


Indebolito il Fondo per il contrasto alla povertà educativa

La Legge di Bilancio interviene anche sul "Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile" prorogandolo per gli anni 2019, 2020 e 2021 (comma 478) ma creando le condizioni per una sua netta riduzione (comma 479 e 480). Il Fondo, istituito in via sperimentale per il triennio 2016-2018 dalla Legge di Stabilità 2016, è alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria alle quali per il primo triennio di sperimentazione è stato riconosciuto un credito d’imposta pari al 75% dei versamenti effettuati sul fondo fino a un massimo di 100 milioni di euro l’anno. La Legge di Bilancio 2019 prevede una riduzione dal 75% al 65% del credito d’imposta a favore delle Fondazioni di origine bancaria e un abbassamento del il relativo limite di spesa da 100 a 55 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021.


Cosa dobbiamo aspettarci?

La Legge di Bilancio 2019 stanzia certamente ingenti risorse per il contrasto alla povertà ma al momento è difficile prevederne l’impatto, in primo luogo perché il disegno del Reddito di Cittadinanza è ancora molto incerto. Più volte sul nostro portale abbiamo posto l’accento sull’importanza di garantire una continuità fra il Reddito di Inclusione e il Reddito di Cittadinanza (si veda ad esempio qui e qui): la coerenza tra le due misure rappresenta una questione centrale sulla quale si gioca il futuro della politica italiana di contrasto alla povertà. In questo senso la speranza è che il Governo tenga conto dei dubbi espressi dalle organizzazioni che si occupano quotidianamente di contrastare l’indigenza, evitando stravolgimenti che andrebbero a colpire anzitutto i poveri.

Sul fronte della povertà educativa minorile, invece, non possiamo che valutare negativamente la scelta di porre condizioni che, molto probabilmente, andranno a indebolire gli investimenti in questo campo. La povertà educativa, infatti, costituisce un aspetto molto specifico della povertà che difficilmente potrà essere affrontato attraverso il Reddito di Cittadinanza, che si concentrerà sul reinserimento lavorativo piuttosto che su misure di contrasto all’indigenza (si veda qui per approfondire).

 

Riferimenti

Testo integrale della Legge di Bilancio 2019 pubblicatoin Gazzetta Ufficiale


Vuoi saperne di più sulla Legge di Bilancio? 
Il gruppo di ricerca di Percorsi di secondo welfare si è interrogato sulle possibili conseguenze che la Manovra genererà sul fronte delle politiche sociali. Per approfondire puoi leggere il nostro editoriale e le altre analisi tematiche su
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