Pillole
Povertà alimentare

CuciniAmo: a Rende i detenuti preparano i pasti per i più bisognosi

Un’iniziativa lanciata dal Comune insieme all’Associazione “La Terra di Piero” e la Croce Rossa si è progressivamente allargata all’Istituto Alberghiero Todaro-Cosentino e alla casa circondariale

Appena scattato il lockdown il Comune di Rende, città calabrese di media grandezza alle porte di Cosenza, ha firmato un protocollo d’intesa con l’associazione di volontariato “La Terra di Piero” e la Croce Rossa per garantire la spesa e pasti caldi a famiglie bisognose, persone sole e homeless del proprio territorio. Dall’11 marzo il Comune ha iniziato a reperire derrate alimentari e medicine – donate da cittadini, imprenditori, supermercati, ristoranti e farmacie – poi distribuite dai volontari dell’associazione e dalla Croce Rossa. Oltre ai generi di prima necessità, l’iniziativa ha iniziato a garantire anche la preparazione quotidiana di circa 700 pasti caldi, eseguita da “La Terra di Piero”.

Da inizio maggio l’amministrazione comunale, principalmente nella persona dell’Assessora alle Politiche Sociali Annamaria Artese, ha lanciato l’idea di coinvolgere in questa rete di solidarietà i detenuti della Casa Circondariale "Sergio Cosmai". Con il supporto dell’Istituto di Istruzione Superiore “Cosentino-Todaro”, presieduto dalla dirigente Tina Nicoletti, che comprende l’indirizzo culinario-alberghiero e che svolgeva già un programma di corsi di cucina in carcere, è iniziata una nuova fase del progetto alla quale la direttrice del carcere, Maria Luisa Mendicino, ha voluto dare il nome “CuciniAmo”. A partire dal 4 maggio, i pasti per i più bisognosi sono quindi preparati all’interno del carcere dai detenuti iscritti alle cinque classi della sezione carceraria dell’Istituto alberghiero rendese, e lo saranno fino alla fine dell’emergenza sanitaria. Gli insegnanti dell’Istituto preparano menu appositi come compiti di classe, il Comune garantisce la “materia prima”, gli studenti-carcerati a turno preparano i pasti da lunedì a sabato – ma a cucinare sono idealmente tutti i reclusi -, i volontari di “La Terra di Piero” e della Croce Rossa si occupano di "dare gambe" a tutto il processo.

In un territorio che si caratterizza per la sua apertura multiculturale e la densità delle attività associative, dove spesso le istituzioni pubbliche fungono da collante tra le diverse realtà sociali che compongono il territorio urbano, si aggiunge dunque questa iniziativa dove chi conosce bene le restrizioni e si è trovato spesso tra le fila degli ultimi, ha avuto la possibilità di mettersi al servizio della comunità.