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E’ stato avviato pochi giorni fa, nel quartiere Giardino di Cesano Boscone, il nuovo Emporio della Solidarietà di Caritas. E’ il primo della Lombardia, ma può contare su diverse esperienze simili già avviate in tutta Italia a partire dal 2008. Un’iniziativa che la Caritas ha deciso di avviare anche a Milano di fronte all’elevata crescita del bisogno alimentare, come effetto più visibile della diminuzione del reddito (in territorio milanese è già attivo il social market di Terza Settimana).

L’emporio è un vero e proprio supermercato di 400 mq (200 di punto vendita e altrettanti di magazzino), munito di casse automatizzate, carrelli, scaffali e una variegata tipologia di prodotti. L’emporio segue le modalità di funzionamento tipiche di quelle sperimentazioni di cui vi abbiamo spesso parlato all’interno del nostro focus: la persona si rivolge al centro di ascolto, che esamina la richiesta e decide la forma di aiuto, inviando una scheda all’amministrazione dell’emporio – gestito dalla cooperativa sociale IES – che poi contatterà il diretto interessato, predisponendo una scheda a punti, caricata ogni mese per un tempo predefinito, in base alle esigenze. Al centro del progetto, dunque, libertà di scelta e dignità.

Un aiuto che da solo di certo non può essere sufficiente ad eliminare le situazioni di disagio ma che, combinato con le altre forme di sostegno previste dai centri di ascolto, può aiutare ad aggredire la povertà in maniera più radicale.

Due mattine a settimana, il martedì e il giovedì, le persone possono recarsi all’emporio, dove vengono aiutate a fare la spesa dai volontari, che oggi sono circa una ventina, dei quali cinque fissi. Ed è proprio sulle persone che possono mettere a disposizione parte del proprio tempo libero che la Caritas punta per garantire la continuità del servizio e, in futuro, poter aprire anche in altri giorni ed orari.

Per ora le tessere fatte sono più o meno 300 e servono all’incirca 900 individui, ma il nuovo emporio intende diventare un punto di riferimento per almeno 2.500 persone, ovvero quasi 750 famiglie. Da segnalare il fatto che il 57% delle famiglie che attualmente beneficiano del servizio sono italiane, dato indice dell’espansione della povertà alimentare anche tra i nostri connazionali.

L’iniziativa si è potuta concretizzare grazie a una forte sinergia tra pubblico e privato sviluppatasi a livello territoriale: l’Amministrazione comunale dà pieno sostegno all’iniziativa e si occupa di organizzare gli incontri con la grande distribuzione, la società Palladium ha concesso gli spazi in comodato, mentre la Caritas si occupa della gestione dell’emporio insieme alla cooperativa IES.

In quest’ottica la trasparenza su tutto ciò che entra ed esce dall’emporio è di primaria importanza, poiché questa viene vista come mezzo per acquisire credibilità nei confronti della grande distribuzione ed incentivarne in tal modo le donazioni.

Il progetto per ora è sperimentale, anche se l’obiettivo è di aprirne uno in ogni zona della diocesi ambrosiana. “Ne seguiranno inevitabilmente molti altri “spiega don Massimo Mapelli della Caritas. Tuttavia “la nostra particolarità è che siamo nati per chiudere. Almeno, questa è la speranza. Ma le persone che si rivolgono ai nostri centri di ascolto per chiedere aiuto, dopo aver perso il posto di lavoro, sono sempre più numerse. E l’emporio potrebbe essere una delle risposte ai bisogni emergenti”.

 

Riferimenti

Il video di presentazione

 

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