Rassegna Stampa

Intesa San Paolo accelera sul welfare aziendale. Nel contratto di secondo livello siglato a inizio ottobre con i i sindacati, Ca’ de Sass ha concordato l’adozione di innumerevoli benefit per i propri dipendenti, confermando di essere una delle realtà italiane più innovative in materia. Ampio lo spettro di misure adottate, in particolare nel campo della conciliazione vita-lavoro, tra cui alcune misure ad hoc per i padri. Intesa conferma quindi la sua forte vocazione in tema di secondo welfare, anche se resta ampio spazio per migliorare.
Il restringimento dello stato sociale e la proliferazione di esperienze di secondo welfare si stanno trasformando in un’occasione per creare occupazione nel terziario all’insegna della sharing economy. E' questo il caso di Jointly, una start-up dell’innovazione sociale che ha avuto un’idea brillante: mettere in contatto attraverso una piattaforma web le aziende che vogliono condividere i servizi di welfare. Dopo la sharing economy è la volta dello “sharing welfare”?
L’Inps scende in campo per abbattere del 50% la povertà fra chi ha più di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. Nel documento «Non per cassa ma per equità» sono contenute proposte normative elaborate dall’Istituto e consegnate al Governo nel giugno 2015. Il pacchetto dell’Inps vuole offrire «una rete di protezione sociale almeno dai 55 anni in su: è la fascia di età in cui la povertà è aumentata proporzionalmente di più rispetto alle altre classi di età durante la Grande Recessione e la crisi del debito nell’area euro». | La Stampa, 5 novembre 2015
La Commissione europea, in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, aveva aperto il 16 settembre una votazione online attraverso la quale i cittadini sono stati chiamati a scegliere una sfida in campo sociale alla quale destinare un premio di 2 milioni di euro, nell'ambito di Horizon 2020, il più ampio e importante programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE. Con il 32% dei voti i cittadini partecipanti hanno scelto il tema dell’invecchiamento attivo.
Un milione e mezzo di famiglie vive nel nostro paese in povertà assoluta. Di queste, 600.000 comprendono minorenni, per un totale di un milione di bambini e ragazzi poveri che non sono in grado di accedere a beni e servizi considerati essenziali per vivere in modo dignitoso: cibo, abiti, la disponibilità di un’abitazione. Proprio per superare tale situazione, nella prossima legge di stabilità potrebbe essere previsto un finanziamento strutturale di un miliardo di euro all’anno. Una cifra mai vista per la lotta alla povertà in Italia.