L’invecchiamento della popolazione è una dinamica affermata nel nostro Paese. Alcune zone dell’Italia sono però maggiormente afflitte da questo fenomeno, come per esempio il territorio di Belluno, la provincia più estesa e meno densamente popolata del Veneto. Nel bellunese l’invecchiamento della popolazione è rafforzato dalle dinamiche di spopolamento tipiche delle “terre alte”, cioè quei contesti montani particolarmente isolati e, appunto, sempre meno abitati. Col tempo, questo ha comportato la diminuzione dei servizi essenziali pubblici e privati e quindi una serie di problemi per tutte le fasce di età: complessa gestione delle patologie croniche tipiche dell’invecchiamento; scarsità di opportunità formative e lavorative; diminuzione della forza-lavoro e della competitività; disomogeneità a livello provinciale di servizi e interventi deputati a fronteggiare fenomeni gravi quali il disagio minorile e la violenza di genere.
Per fronteggiare queste criticità le organizzazioni sindacali locali hanno proposto alla Provincia di Belluno la costruzione di un percorso di welfare territoriale. L’amministrazione provinciale presiederà la costituzione di un Fondo di rotazione – cioè un fondo destinato all’erogazione di finanziamenti e per i cui rientri è previsto il reimpiego per l’erogazione di nuovi finanziamenti – che interverrà nei passaggi più delicati della vita dei bellunesi.
Un Fondo per supportare il welfare e valorizzare l’identità territoriale
Il Fondo è disegnato per intervenire sulla base di diverse logiche d’azione: cura delle persone, specialmente quelle in condizioni di marginalità; innovazione e valorizzazione delle eccellenze locali; supporto a forme di solidarietà nuove o già esistenti.
Il percorso per l’implementazione del Fondo si è avviato nel 2017, nel momento in cui le sigle sindacali hanno iniziato ad intercettare alcuni soggetti potenzialmente interessati alla sua costituzione: comuni in forma singola e consorziata, unioni montane e associazioni locali di varia natura. In una seconda fase sarà realizzata l’analisi dei bisogni primari della popolazione e saranno definite le prestazioni destinate al territorio. Si sottolinea che, quando il Fondo sarà attivo e a pieno regime, saranno sollecitati contributi e finanziamenti da parte di altri attori, in particolare da parte del mondo delle imprese e di altri attori privati.
Grazie al Fondo, gli abitanti del bellunese potranno contare su di un ampio ventaglio di interventi: saranno previste infatti misure a sostegno dell’istruzione universitaria, eventualmente vincolate al rientro nel territorio di provenienza, ma anche azioni di supporto nei confronti delle donne vittime di violenza di genere e domestica. Come sottolineato, la volontà dei sindacati è di concentrarsi sugli anziani e sulle giovani famiglie. Per quanto riguarda il primo ambito il Fondo promuoverà iniziative volte a contrastare la solitudine e a promuovere l’invecchiamento attivo e la socializzazione (tariffe agevolate per mezzi pubblici, attività ricreative e sportive). Una specifica attenzione sarà rivolta al tema dell’assistenza domiciliare.
Il progetto alla base del Fondo propone diverse possibili azioni a sostegno delle famiglie: la promozione di politiche abitative che facilitino l’erogazione di mutui e finanziamenti per sostenere le giovani coppie nell’acquisto di una casa o nel pagamento delle spese di affitto; una carta servizi per i nuovi nati con la quale poter accedere a diverse opportunità legate all’area della prima infanzia (bonus bebè, pannolini, centri famiglia, formazione e mediazione genitoriale, potenziamento e/o creazione di asili e scuole d’infanzia, azioni di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, sostegno extra-scolastico).
Il Comitato alla base del Fondo
Lo scorso ottobre, nell’ambito della prima fase di realizzazione del progetto, è stato sottoscritto un atto costitutivo del Comitato “Fondo Welfare e Identità territoriale”. Per ora le parti coinvolte sono: la Provincia di Belluno (che presiederà il Comitato stesso), SPI CGIL, CISL, Conferenza dei sindaci di Belluno, Consorzio di comuni BIM Piave, Diocesi di Belluno, Confartigianato, ASCOM, Confagricoltura, Confindustria, APPIA (Associazione Provinciale Piccola Industria Artigianato) di Belluno. L’Atto è aperto alla sottoscrizione di altri soggetti locali interessati.
Il Comitato, operativo fino alla fine del 2020, si occuperà di realizzare tutte le azioni propedeutiche alla creazione del Fondo. In particolare, raccoglierà e organizzerà le risorse del Fondo e ne disporrà la destinazione, promuoverà attività culturali, mediatiche e di informazione volte a diffondere gli obiettivi del Fondo e coinvolgerà nuovi attori locali potenzialmente interessati.
Il Comitato, presieduto dal presidente della Provincia, potrà contare su un Consiglio di indirizzo politico-strategico composto da sette rappresentanti. A sua volta, il Consiglio si avvarrà di un Tavolo operativo che elaborerà strategie ed iniziative di attuazione del Fondo.